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Il Coronavirus si può curare. Il dott. Gianatti: “Con eparina e cortisone i morti sono calati tantissimo, ora l’epidemia è sotto controllo”

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Il sito Quotidiano.net ha intervistato Andrea Gianatti, responsabile dell’Anatomia patologica dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che durante il periodo maggiormente nefasto per la città orobica ha esaminato i corpi di circa 100 deceduti a causa del Coronavirus per poi provare a cercare un modo per fermare l’alto numero di decessi attraverso l’utilizzo di eparina e cortisone.

Così Gianatti: “L’organo maggiormente coinvolto è il polmone, proprio perché il virus, per caratteristiche biologiche sue proprie, restituisce dati istologici di alterazione cui corrispondono i quadri di insufficienza respiratoria acuta, frequente causa del decesso. Oltre ai polmoni il virus si accanisce sul cuore, nei soggetti cardiopatici. La tendenza alla tromboembolia è stata documentata da grosse ostruzioni dell’arteria polmonare, piccole occlusioni disseminate in vene e arterie periferiche“.

Prosegue il medico responsabile dell’Anatomia patologica: “Ai primi di marzo si è deciso di studiare l’anatomia patologica, confrontandosi poi in riunioni collegiali tra specialisti di tutte le estrazioni durante il picco tra marzo e aprile. Da qui è partita l’idea di intervenire sulla coagulazione a livello empirico, con eparina, dopo aver visto il quadro tromboembolico, e usare il cortisone nella virata infiammatoria vascolare“.

Conclude il dottore dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: “L’epidemia dal punto di vista dell’anatomopatologo è sotto controllo, meglio cosi. Abbiamo avuto quadri istologicamente molto differenti. La malattia mantiene le sue caratteristiche, ma ora di casi gravi non ne vediamo più“.

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roberto.santangelo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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