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L’Italia è grande: Gerda Weissensteiner, l’eroina dei due mondi tra slittino e bob

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Nei mesi scorsi, parlando dei trionfi di Dorothea Wierer, è stato spesso citato il nome di Gerda Weißensteiner. È dunque giunto il momento di approfondire la figura della slittinista e bobbista altoatesina che, pur senza aver goduto di grande esposizione mediatica, va pienamente considerata una delle più grandi atlete italiane di tutti i tempi legate agli sport invernali.

Gerda Weißensteiner nasce il 3 gennaio 1969, data evidentemente magica per chi ha la velocità nel sangue. Infatti lo stesso giorno, in Germania, vede la luce anche un certo Michael Schumacher. Gerda invece viene al mondo a Bolzano e cresce a Collepietra, una frazione di Cornedo all’Isarco. Da quelle parti la slitta è un abituale mezzo di trasporto durante i mesi invernali, ma per lei diventa ben presto una passione e una professione. Inizia a gareggiare su pista naturale, effettuando poi la transizione su pista artificiale a metà anni ’80, inserendosi in una squadra azzurra altamente competitiva. Il team italiano, guidato dalla leggendaria Brigitte Fink, ha la propria stella in Marie-Luise Rainer, all’epoca indiscutibilmente una delle migliori slittiniste del mondo. Al suo fianco ci sono però anche atlete di qualità quali Monika Auer e Veronika Oberhuber. La giovanissima Weißensteiner può quindi beneficiare sin da subito di una serie di punti di riferimento di livello assoluto. Infatti i risultati non tardano ad arrivare, poiché conquista il primo podio in Coppa del Mondo appena diciottenne, nel gennaio 1987. È un exploit, ma il suo rendimento le permette di venire convocata per i Giochi olimpici di Calgary 1988, conclusi al quattordicesimo posto.

Il proverbiale “salto di qualità” viene effettuato nell’inverno 1988-89, quando l’altoatesina diventa una presenza fissa sul podio e ottiene i primi successi nel massimo circuito. La maiden victory arriva a Königsee il 13 gennaio 1989 e, a dimostrazione che non si tratta di un caso, viene bissata giusto una settimana dopo ad Hammerstrand. Quindi, ai Mondiali di Wintenberg, è medaglia d’argento dietro alla tedesca dell’est Susi Erdmann. Da quel momento Gerda si trasforma nella punta di diamante del movimento azzurro, assumendo però i panni della grandissima piazzata. Conclude infatti al secondo posto la classifica generale di Coppa del Mondo per tre stagioni consecutive, piazzandosi inoltre quarta ai Giochi di Albertville 1992.

Però, proprio come avvenuto quattro anni prima, terminato un ciclo olimpico, Weißensteiner riesce a effettuare un passo in avanti. L’inverno 1992-93 è quello della consacrazione definitiva, poiché l’allora ventiquattrenne altoatesina si trasforma in una vincente a tutto tondo. A Calgary, tra il 20 e il 21 febbraio 1993, entra nella storia degli sport invernali italiani conquistando la medaglia d’oro iridata. In precedenza, nessuna slittinista azzurra era stata capace di laurearsi campionessa del mondo. Poi a Lake Placid, la settimana successiva, chiude in suo favore la partita per la classifica generale, mettendo le mani anche sulla Sfera di cristallo. Insomma, titolo mondiale e Coppa del Mondo ci sono. Manca “solo” l’oro olimpico per completare il cerchio. La riforma del calendario a Cinque cerchi le dà una mano, perché l’occasione si presenta già nel 1994. Quell’annata parte con il botto, con una doppia vittoria a Sigulda, ma nelle successive quattro gare non arriva più nessun podio. Poco importa, perché tutto è stato focalizzato per arrivare al top a Lillehammer. Peraltro durante l’estate Gerda ha lavorato sodo per migliorare in fase di spinta. Puntare tutto sul grande appuntamento è sempre un rischio, ma sin dalla prima manche ci si rende conto che la preparazione è stata perfetta. Weißensteiner è semplicemente spaziale, poiché chiude con 221 millesimi di vantaggio sulla seconda in classifica, l’austriaca Andrea Tagwerker! Nella seconda run l’azzurra commette un grave errore, tanto da rischiare di ribaltarsi. Ciononostante realizza comunque il miglior tempo e il margine sull’avversaria più vicina, ora diventata Susi Erdmann, sale a 252 millesimi! La superiorità di Gerda è imbarazzante, l’unica in grado di mettere in discussione il successo è lei stessa, perché gestire non è nel suo DNA e scende sempre a tutta. Nella terza manche, nonostante una brutta sbavatura, “ammazza” letteralmente la gara. Per trionfare è ormai sufficiente non ribaltarsi, ma l’altoatesina ci mette la ciliegina sulla torta, realizzando il miglior tempo anche nell’ultima discesa. Un dominio assoluto. È medaglia d’oro, con 759 millesimi di margine. Una vita, in uno sport come lo slittino.

Ed è storia, perché Gerda Weißensteiner diventa la prima italiana a imporsi su ogni fronte (classifica generale di Coppa del Mondo, Campionati mondiali e Giochi olimpici). Da quel 16 febbraio 1994 a oggi l’impresa è stata eguagliata solamente da un’altra azzurra, ovvero Arianna Fontana. A questo punto, però, l’altoatesina imbocca la parabola discendente. Nel successivo quadriennio non mancano le soddisfazioni, quali due medaglie di bronzo iridate (1995 e 1996), nonché la conquista della seconda Coppa del Mondo nell’inverno 1997-98, in un’annata pazza nella quale riesce a vincere la classifica generale pur senza imporsi in alcuna gara! Le Olimpiadi di Nagano, dove fa da portabandiera durante la cerimonia inaugurale, sono però una delusione (conclude nona) e prende la decisione di appendere la slitta al chiodo, a soli 29 anni.

Anche la sua rivale Susi Erdmann sceglie di abbandonare lo slittino dopo i Giochi giapponesi, ma continuando la sua carriera nel bob. Gerda invece si dedica alla carriera di allenatrice, ma il “richiamo della foresta” (o del ghiaccio, in questo caso) è forte, anche perché la tedesca sta ottenendo risultati di rilievo nel nuovo ambito. Così, l’azzurra decide di fare il grande passo. Nel 2001, a 32 anni, effettua il comeback agonistico, dedicandosi a sua volta al bob. La sua prima frenatrice è nientemeno che Antonella Bellutti, due volte campionessa olimpica nel ciclismo su pista. Insomma, l’Italia del bob si presenta a Salt Lake City 2002 con una coppia di atlete che hanno già al collo tre ori olimpici, seppur in altre discipline! Negli Stati Uniti le due concludono settime, ma se per l’ex pistard l’esperienza negli sport invernali si chiude in America, Weißensteiner guarda alle Olimpiadi di casa di Torino 2006. Così, cambia compagna d’avventura, mettendosi a fare tandem con la lombarda Jennifer Isacco, proveniente dall’atletica leggera, dove ha gareggiato come velocista. Le due, il 22 novembre 2002 scrivono un’altra pagina di storia degli sport invernali, vincendo la gara di Coppa del Mondo di Calgary. È il primo successo di un equipaggio azzurro nel bob femminile in una competizione del massimo circuito. Sarà anche l’unico di un’attività comunque trascorsa ad alto livello, poiché negli inverni successivi arrivano altri cinque podi. L’obiettivo però è la gara olimpica di casa di Cesana San Sicario, che entrambe le azzurre sanno già essere l’ultima della loro carriera.

Dopo la prima run sono quinte, mentre nella seconda manche fanno segnare il terzo tempo, guadagnando però su quasi tutte le avversarie che le precedono. Così, a metà del guado, la classifica è cortissima. Al comando c’è Germania con 8 centesimi di vantaggio su Germania II e 9 sugli Stati Uniti. Quarto è il Canada, a 21 centesimi, l’Italia è quinta a 0”24 e la Gran Bretagna sesta a 0”34. La terza discesa è quella che fa da spartiacque. Le tedesche Sandra Kiriasis e Anja Scheiderheinze fanno il vuoto, ma il secondo tempo è proprio di Weißensteiner/Isacco, che grazie a questa performance scavalcano sia le teutoniche Erdmann/Herschmann che le canadesi Upperton/Moyse. Queste ultime, nella run decisiva, si rendono però protagoniste di una splendida performance, tanto da infliggere ben 44 centesimi a Germania-2, scesa dopo di loro. Insomma, bisogna obbligatoriamente fare meglio di Susi Erdmann, perché l’Italia ha 35 centesimi di margine sulle nordamericane. L’ultima manche è da brivido, Gerda commette un brutto errore e il vantaggio sulle canadesi evapora progressivamente. Sul traguardo, però, vengono difesi cinque preziosissimi centesimi che valgono la medaglia di bronzo.

Si chiude così la carriera di Gerda Weißensteiner, la quale è stata:

  • La prima (e unica) italiana a vincere l’oro iridato nello slittino femminile
  • La prima italiana a imporsi su ogni fronte (Giochi olimpici, Campionati mondiali, Classifica generale di Coppa del Mondo), attualmente eguagliata solo da Arianna Fontana
  • La prima (e unica) pilota italiana a vincere una gara di Coppa del Mondo di bob
  • La seconda (e ultima) donna ad aver vinto una medaglia olimpica sia nello slittino che nel bob
  • L’unica donna italiana ad aver partecipato a sei edizioni dei Giochi olimpici invernali

Dunque, quando si citano le atlete che hanno scritto la storia degli sport invernali italiani, non bisogna mai dimenticarsi della slittinista/bobbista di Collepietra, che ha saputo porre svariate pietre miliari, alcune delle quali non ancora raggiunte da nessun altra connazionale.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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