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L’Italia è grande: Jessica Rossi, l’infallibile. L’oro da fenomeno nel trap a Londra 2012

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Royal Artillery Barracks, sabato 4 agosto, Olimpiadi di Londra 2012. In pedana nel trap femminile per l’Italia c’è la giovanissima Jessica Rossi. Ha da poco compiuto vent’anni eppure sta mostrando la sicurezza e la disinvoltura di una veterana, nonostante sia al suo primo appuntamento coi Giochi Olimpici.

Sui cieli inglesi splende il sole e questo rende il campo di tiro perfetto per completare le eliminatorie di una gara che vivrà nel pomeriggio il suo atto conclusivo.

Un piattello dopo l’altro, l’azzurra non sbaglia un colpo: 75/75 per lei c’è l’en plein che la sistema, per il regolamento dell’epoca, in prima posizione quando è il momento di assegnare le medaglie.

Oltre all’emiliana di Crevalcore, al rush conclusivo vi sono la spagnola Fatima Galvez (70/75), la sammarinese Alessandra Perilli (71/75), la transalpina Delphine Reau (72/75), la slovacca Zuzana Stefecekova (73/75) e l’australiana Suzanne Balogh (72/75).

Si comincia: “Let’s Get Ready To Rumble”.

La tensione si percepisce, sia che si trovi nell’impianto londinese sia che si trovi davanti alla tv di una qualsiasi casa italiana, eppure Jessica non trema, praticamente mai.

Mentre le sue avversarie hanno di tanto in tanto dei blackout, legati all’imprecisione o a un momento di pausa mentale, lei vive il suo stato di grazia con leggerezza. “Pungi come un’ape, vola come una farfalla”, le avrebbe detto Muhammad Ali, ed è così che fa. Domina letteralmente quella pedana: prima che con la tecnica, quei piattelli lì rompe con la sua forza psicologica.

La polvere rosa che esce dai piattelli assume i contorni di una dichiarazione d’indipendenza, di forma, di sostanza: è la più forte e neppure l’errore sulla 92esima chiamata può fermare questo fiume in piena.

Si va dritti fino all’oro: 99/100, record olimpico, record mondiale. Il pubblico è in visibilio. Qualcuno si dispiace per quell’unico bersaglio non colpito, ma questo è il momento in cui l’imperfezione diventa accettazione, umanità, stimolo.

Per un attimo si torna alla gara con lo shot off per l’argento e il bronzo, che vanno appannaggio rispettivamente della slovacca Stefecekova (93/100, +3) e della francese Reau (93/100, +2).

Qualche minuto dopo arriva il momento della celebrazione, ma soprattutto della dedica di chi non dimentica da dove è partita. Jessica Rossi regala idealmente la medaglia più preziosa all’Emilia-Romagna, che qualche mese prima era stata colpita da un sisma: la conclusione più bella e degna di una grande giornata.

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michele.cassano@oasport.it

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Foto: LaPresse

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