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NASCAR 2020, outsider e possibili rivelazioni. Alex Bowman e Ryan Blaney all’attacco dei grandi

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Sono molti i possibili outsider per il titolo della NASCAR Cup Series 2020 alla luce delle prime quattro equilibratissime tappe svolte fino ad ora. Alex Bowman e Ryan Blaney sono senza dubbio le possibili rivelazioni di questo campionato.

I Playoffs che determineranno il vincitore della Cup Series sono ancora molto lontani, ma tra qualche settimana scatterà la corsa per accaparrarsi un posto dei sedici disponibili. Ricordiamo che il format prevede, in caso di una vittoria nella regular season, l’accesso diretto alla fase conclusiva del campionato. Un sistema che aiuta i vari outsider che possono sfruttare, all’interno di ogni round, alcune competizioni ‘jolly’, eventi in cui tutti hanno la chance di vincere grazie all’imprevedibilità del tracciato. I NASCAR Playoffs 2020 avranno all’interno del calendario quattro manifestazioni in cui tutto potrebbe essere rimescolato. Le piste in questione sono il Superspeedway di Talladega, i short-track di Bristol e Martinsville ed il Roval, il circuito non ovale ricavato all’interno del Charlotte Motor Speedway.

I primi due outsider di lusso sono i giovani Alex Bowman e Ryan Blaney. Il primo, iscritto con una Chevrolet Camaro del team Hendrick Motorsport, si è già garantito un posto nel ‘Round of 16’ grazie alla prestazione di Fontana, terzo atto del campionato. Ryan Blaney ha sfiorato per tre volte il successo, ma non è ancora riuscito nell’impresa. Il 23enne nativo dello stato dell’Ohio, in pista con una Mustang del team Penske, è uno dei nuovi volti della serie ed ha all’attivo tre successi. Blaney, sconfitto in volata alla Daytona 500 da Denny Hamlin e beffato dal compagno di team Joey Logano negli ultimi giri dell’evento di Las Vegas, ha tutte le carte in regola per approdare in un’ipotetica finale.

Tra i protagonisti di un top team che potrebbero inserirsi nella lotta al titolo citiamo anche: Clint Bowyer, Aric Armirola ed Erik Jones. I primi due, compagni di squadra nello Stewart-Haas Racing, sono corridori che hanno già avuto l’opportunità di contendersi posizioni di peso a fine stagione. Bowyer ha infatti chiuso al secondo posto l’annata 2012. Bisogna però evidenziare che ai tempi, nell’anno in cui Brad Keselowski siglò il suo primo ed unico titolo, non era in vigore l’attuale format ad eliminazione che determina il campione. Armirola, dal 2007 inscritto alla Cup Series, ha ottenuto come miglior risultato in carriera un quinto posto nel 2018 grazie all’accesso automatico al ‘Round of 8’ in seguito all’affermazione di Talladega.

Discorso differente per Erik Jones. Il giovane volto del Joe Gibbs ha portato in bacheca due successi nella sua carriera in Cup Series, ma non è mai riuscito a superare la prima eliminatoria della fase cruciale dell’anno. Jones resta in ogni caso uno dei tanti outsider vista l’ottima macchina di cui dispone. Un discorso simile potrebbe essere fatto per William Byron. Il campione 2016 della Truck Series e vincitore della Xfinity Series 2017 milita nell’Hendrick Motorsport, ma sembra non riuscire ad emergere. Nonostante l’assenza di successi, Byron ha una lunghissima carriera davanti. Primeggiare in Cup Series non è facile, l’esperienza gioca un ruolo chiave e servono i giusti anni di pratica. In ogni caso il nativo di Charlotte può vantare un undicesimo posto finale, raccolto nella scorsa annata.

Una vera rivelazione del 2019 a caccia di conferme per il 2020 è Matt DiBenedetto. Il 28enne dello Stato della Virginia ha stupito tutti nella scorsa edizione della Cup Series, infatti per due volte ha sfiorato la possibilità di vincere per la prima volta in carriera ed accedere ai Playoffs. ‘Lo stallone italiano’, soprannominato in questo modo per il simpatico travestimento da pugile sfoggiato in occasione della night race di Bristol 2019, ha partecipato per l’intero campionato con la Toyota Camry #95 del Leavine Family Racing. Dopo essere stato coinvolto in un crash alla 500 Miglia di Daytona quando era primo e mancavano 15 tornate alla fine, DiBenedetto fu il vincitore morale della già citata tappa di Bristol. La Toyota #95 si trovava al comando di uno degli eventi più spettacolari dell’anno, i 500 giri che si tengono in notturna nel ‘Colosseo’ della NASCAR: il Bristol Motor Speedway. La pista di mezzo miglio, ricavata all’interno di uno stadio di football americano, vedeva Matt al comando delle operazioni quando, un contatto con il doppiato Ryan Blaney, portò un danno sulla vettura. Un guasto che permise a Denny Hamlin di attaccare e superare il rivale a 11 tornate dalla fine. 

Quell’amara notte di Bristol cambiò radicalmente la carriera dell’americano. Con un contratto in scadenza, DiBenedetto ricevette il sostegno di tutti al fine di correre anche nella stagione successiva vista l’ottimo campionato che aveva concluso. A motori spenti,  il Leavine Family Racing chiuse il rapporto con Matt a favore di Christopher Bell, ma per  il 28enne nativo di Grass Valley si aprirono le porte del Wood Brothers Racing.

La squadra statunitense, in pista con una Ford Mustang e lo storico numero 21, ha permesso a DiBenedetto di proseguire la sua carriera in NASCAR per l’intero 2020 in seguito al ritiro di Paul Menard. Il nuovo anno sembra iniziato alla grande per l’ex volto del Leavine Family Racing visto il secondo posto conquistato nel catino di Las Vegas.

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Foto: LaPresse

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