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Nuoto a ostacoli, uno sport dimenticato. Il ricordo delle Olimpiadi di Parigi 1900

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Storia di un tempo che fu, storia di un tempo in cui si voleva ristabilire un qualcosa di antico. Il barone Pierre de Coubertin fece una proposta che cambiò il mondo dello sport: rispolverare la tradizione e organizzare i Giochi. La prima sede dell’era moderna fu ad Atene nel 1897 e l’interesse non mancò.

De Coubertin dunque, attratto dalla possibilità di far coincidere le Olimpiadi con l’Expo in programma a Parigi nel 1900, volle dar seguito a questo progetto. Nella capitale francese furono introdotte due importanti novità: l’ammissione delle donne alle gare e l’esclusione degli atleti dilettanti (il contrario di quanto non fu deciso ad Atene nel 1897). Le nazioni partecipanti raddoppiarono (da 14 a 28), le discipline passarono da 9 a 20 e gli atleti in gara da circa 250 a quasi 1500. Gli atleti francesi la fecero da padroni, non senza qualche polemica, aggiudicandosi 26 medaglie d’oro e 101 totali, contro le 19 (e 47) degli Stati Uniti. A Parigi tante novità significative: il primo titolo olimpico della storia per l’Italia, con Giangiorgio Trissino nell’equitazione, seguito poi dallo sciabolatore Antonio Conte; la prima medaglia d’oro per un atleta asiatico, l’indiano Norman Pritchard, che vinse nei 200 e 200 ostacoli; la prima campionessa olimpica, ovvero la tennista inglese Charlotte Cooper.

Da questo punto di vista le Olimpiadi francesi rappresentarono un netto step in avanti rispetto ad Atene. Sotto altri aspetti, però, c’era molto da lavorare: “discipline” come il tiro al piccione o il tiro alla fune, gare palesemente truccate e altre disertate per motivi religiosi (si gareggiava solo di domenica), lasciavano ancorati i Giochi in una fase ancora di pre-modernità. In questo senso, tra le gare più strane della storia vi era anche il nuoto a ostacoli.

Ebbene sì, nel programma olimpico, vi era questa particolare specialità su una distanza di 200 metri nelle acque della Senna. Il regolamento prescriveva che i 12 concorrenti dovessero affrontare ostacoli artificiali, prima di completare il tutto. Si passava prima sotto una sbarra, poi si doveva letteralmente valicare una barca posta perpendicolarmente al percorso, salendovi da un lato e tuffandosi dall’altro, infine superare sott’acqua un’altra imbarcazione. Ad aggiudicarsi la prova fu un australiano, il 20enne Frederick Lane, che da bambino aveva rischiato (ironia della sorte) di affogare ed era stato salvato dal fratello. L’aussie impiegò 13 secondi in più del tempo che gli era stato necessario per conquistare i 200 stile libero senza ostacoli. Erano altri tempi…

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Wikipedia

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