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Nuoto, i record del mondo: Katie Ledecky, i primati stellari nei 400 e 800 sl a Rio 2016

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In una finale olimpica di nuoto, al fischio di partenza, sui blocchetti si presentano sistematicamente sette grandissimi atleti e un campione olimpico, uno solo. Da Londra 2012, da quando la quindicenne statunitense Kathleen “Katie” Genevieve Ledecky ha fatto il suo ingresso in vasca, nelle sue gare alla partenza si presentano sette atlete fenomenali che sanno che dovranno guardarla da lontano e lei, che sa che ogni volta che scende in acqua lo fa per precedere una immaginaria linea gialla con sopra due iniziali iconiche: W.R. , World Record.

La storia di questa ragazza inizia nel 2010, quando lei è ancora tredicenne e negli 800 stile libero viene battuta dalla connazionale Kaitlin Pawlowicz. Sarà l’ultima volta che la fondista di Washington viene sconfitta nella sua gara. Di lì in poi infatti Katie inizia a macinare successi su successi, trionfando a 15 anni a Londra 2012 (sempre sugli 800) ed esplodendo definitivamente nella rassegna iridata di Barcellona 2013 con quattro ori (400, 800 e 1500 e 4×200 stile libero) e altrettanti record del mondo.

Nessuno sarà in grado di battere la nuotatrice a stelle e strisce nè sui 400 nè sugli 800 per tutto il suo magico quadriennio e Ledecky si guadagnerà ben presto il titolo di invincibile, riempiendo la sua bacheca con venti medaglie d’oro tra Olimpiadi e Campionati Mondiali.

Katie, nonostante la sua manifesta superiorità in ogni singola competizione a cui prende parte, non smetterà di allenarsi. Il suo tecnico Bruce Gemmill, che la segue dal 2012, racconterà infatti che la ragazza bionica continua ad allenarsi dalle 5 del mattino ogni giorno, provando lavori di carico e di soglia che i suoi colleghi uomini non riescono a sostenere. I suoi tempi infatti sono talmente clamorosi che molti atleti del sesso opposto non sono neanche lontanamente in grado di avvicinarsi, situazione più che anomala nel nuoto moderno.

La rassegna che più di ogni altra incorona Ledecky sono tuttavia le Olimpiadi di Rio 2016. La statunitense vince quattro ori (200, 400, 800 e 4×200 stile libero) che sarebbero potuti tranquillamente essere cinque se la FINA avesse inserito i 1500 stile libero femminili, dominando in lungo e in largo le sue gare.

Se nei 400 trionfa in 3.56.46 (record del mondo) facendo il vuoto, nei 200 ha qualche problema con la svedese Sarah Sjoestroem che riesce a domare solo nell’ultima vasca (1.53.43) e nella staffetta 4×200 si prende sulle spalle la staffetta a stelle strisce, negli 800 la diciannovenne si supera, compiendo un’impresa mostruosa.

Nella gara in cui non perde da sei anni e di cui detiene le migliori dodici prestazioni all-time, la fondista fissa il cronometro a 8.04.79 (tre secondi in meno del suo precedente primato), probabilmente uno dei tempi più incredibili del nuoto moderno, stampando l’ennesimo record del mondo (il tredicesimo) e precedendo di undici secondi la seconda classificata!

La gara è talmente surreale che le televisioni regalano ai telespettatori gli istanti di trionfo di una donna tanto superiore da avere un’intera vasca di distacco da tutte le sue avversarie. L’800 della Ledecky diventa quindi una gara simbolo, il punto più alto della carriera di un’atleta apparsa per molto tempo imbattibile fino a che, qualche anno dopo, una veneta che quanto lei è leggenda di questa disciplina, non ha deciso di riporle la mano davanti.

michele.giovagnoli@oasport.it

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Foto: Shutterstock

 

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