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Nuoto, la partita a poker di Gregorio Paltrinieri. All-in a 14 mesi da Tokyo 2021: un azzardo calcolato per vincere ancora

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Azzardo, rischio, salto nel buio. La decisione di cambiare allenatore di Gregorio Paltrinieri ha suscitato dapprima incredulità perché pensare ad un Greg senza Stefano Morini al suo fianco per chi vive giornalmente il mondo del nuoto era pressoché impossibile fino a due giorni fa e poi hanno iniziato ad affiorare i dubbi sulla scelta di rompere uno dei sodalizi più vincenti, se non il più vincente, del nuoto italiano.

Quando si parla di Gregorio Paltrinieri, però, i dubbi andrebbero messi da parte perché si tratta di un atleta che oltre ad essere vincente è dotato di una intelligenza sopraffina e di una forza di volontà inusuale: meticoloso, pignolo, attento a tutto ciò che gli accade intorno, Paltrinieri difficilmente ha “subito” le volontà di chi lo ha allenato, partecipando attivamente a progetti e programmazione e proprio per questo, dopo nove anni di sodalizio con Stefano Morini, ha maturato l’idea di operare un cambio radicale nella sua vita sportiva. Chi se non un atleta e nuotatore che prepara gare sulle lunghe distanze può valutare la sua capacità di recepire le sollecitazioni di chi lo deve preparare? Chi, meglio di questa tipologia di nuotatore, può capire quando non riesce più a fare leva sulle motivazioni? 

La decisione maturata lunedì ha radici lontane, probabilmente ha iniziato ad insinuarsi nella mente di Greg dopo Rio ma soprattutto dopo Budapest, con il secondo trionfo mondiale in tasca e con la voglia sempre maggiore di aggiungere l’impegno nelle acque libere che non ha mai convinto fino in fondo un uomo di piscina come Stefano Morini, legato a convinzioni solidissime e, alla luce dei fatti, vincenti. Se qualcosa si è potuto intuire dalla conferenza stampa di Paltrinieri, la frizione (mai sfociata in litigio) è nata proprio qui, sulla programmazione della sfida parallela acque libere-piscina. L’atleta non condivideva più i metodi del tecnico, che comunque nell’ultimo anno, lo hanno portato, dopo una stagione di sconfitte, a risalire sul gradino più alto del podio a Gwangju e a Glasgow e a conquistare la qualificazione ai Giochi nelle acque libere. 

Paltrinieri, però, non si accontenta e si è concentrato più sul bicchiere mezzo vuoto che su quello mezzo pieno. Non entra in acqua nel fondo per recitare il ruolo di comprimario e Antonelli, in questo senso, gli dà maggiori garanzie, mentre in piscina ha acquisito una tale consapevolezza ed esperienza che potrà mettere becco anche nella fase di preparazione, pur lasciando ampia libertà al suo nuovo allenatore. E anche in piscina forse gli è rimasta più impressa la sconfitta nei 1500 che il trionfo negli 800 ai Mondiali in Corea. Lui punta al massimo e sa bene che solo se riuscirà a dare il 100 per cento in allenamento avrà la possibilità di mettere a segno una tripletta da leggenda. La tecnologia, le nuove metodologie di lavoro, le novità non possono che dare nuove motivazioni al campione olimpico che, se non ci saranno sorprese, avrà almeno ancora due cicli olimpici davanti ma fa bene ad andare all.in su Tokyo 2021 che affronterà a 27 anni nel pieno delle sue potenzialità fisiche, mentre a Parigi arriverà alla soglia dei 30 e forse un po’ troppo tardi per pensare al tris.

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