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Odette Giuffrida, judo: “Ho deciso di non operarmi nonostante il rinvio dei Giochi. Non temo nessuna e studio le avversarie”

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A 25 anni Odette Giuffrida rappresenta la punta di diamante del judo femminile italiano ed una delle carte da medaglia più interessanti della spedizione tricolore ai Giochi Olimpici del 2021 a Tokyo. Al Nippon Budokan, la judoka romana classe 1994 andrà a caccia della medaglia d’oro olimpica nella categoria 52 kg dopo aver conquistato un fantastico argento a Rio 2016. Reduce da una prima parte di quadriennio molto sofferta a causa di un lungo recupero da un intervento alla spalla sinistra, Odette è salita di colpi a partire da ottobre 2018 trovando una costanza di rendimento impressionante che le ha consentito di risalire il ranking fino al quarto posto e di blindare anzitempo la qualificazione olimpica. L’azzurra del Gruppo Sportivo Esercito si è raccontata ad OA Sport nella seguente intervista, rilasciata negli ultimi giorni di lockdown prima della Fase 2.

Odette, la tua stagione agonistica si è interrotta ormai quasi tre mesi fa con il Grand Slam di Parigi a causa dell’emergenza sanitaria. Come hai trascorso questo periodo di quarantena lontano dalla palestra?

Parto dagli inizi: io già al primo incontro del Grand Slam di Parigi ho lesionato il sottoscapolare della spalla, poi ho cercato di terminare la gara e anche la finale in realtà mi avevano detto di non disputarla. Però quando sei lì a Bercy davanti a tutti… Parigi è Parigi, quindi ci ho provato ugualmente. Dopo quel torneo ho dovuto affrontare un periodo di stop ed ho ricominciato a fare judo tre giorni prima dell’inizio della quarantena, quindi mi avevano dato l’ok per ripartire ed invece mi sono dovuta subito rifermare. La mia quarantena sportiva è dunque partita molto prima… Noi atleti siamo un po’ abituati ad una routine intensa tra allenamenti, viaggi e gare, perciò stare tutto questo tempo a casa senza potersi allenare e senza svegliarsi al mattino pensando di dover lottare per il tuo sogno è difficile, ma lo è per tutti. Personalmente ho avuto tanti problemi di insonnia, ma in realtà gli allenatori mi hanno detto che hanno fatto una riunione con il CONI e che molti atleti stanno avendo questo tipo di problema“.

Qual è stata la tua prima reazione dopo aver ricevuto la notizia ufficiale del rinvio all’anno prossimo delle Olimpiadi?

La notizia me l’aspettavo quando stavano per decidere, quindi non è stato uno shock, però non è stato facile perché comunque eravamo quasi arrivati… Ormai la vedevamo, l’Olimpiade era a un passo ed io avrei dovuto fare ancora pochissime gare perché comunque ero messa bene nella Ranking List. Mi stavo allenando sui particolari per arrivare lì quel giorno nel migliore dei modi, stavo lavorando su ogni atleta e sulle mie avversarie”.

Hai sfruttato anche questo periodo di pausa per studiare per esempio i video dei tuoi combattimenti e quelli delle tue avversarie?

Assolutamente sì. Questo periodo lo sto sfruttando così, mi alleno per quello che posso e faccio video-analisi. Mi capita poi di vedere sui social tra gli atleti del resto del mondo che qualcuno riesce comunque ad allenarsi ma non penso ugualmente che avranno un grande vantaggio quando torneremo a gareggiare. È vero, io sto a casa ed è difficile, però mentalmente credo di diventare ogni giorno più forte e quando tornerò mostrerò la miglior versione di me stessa. Sono pronta veramente a tutto e non vedo l’ora”.

Lo scorso 14 gennaio avevi comunicato sui social di aver deciso di non operarti nuovamente alla spalla in vista dei Giochi Olimpici. Lo slittamento al 2021 delle Olimpiadi potrebbe cambiare i tuoi piani in tal senso?

“Appena è stato annunciato il rinvio dell’Olimpiade il mio telefono non smetteva di squillare… Ricevevo chiamate dal mio gruppo sportivo, dalla Federazione e dagli allenatori con tutti che mi facevano la stessa domanda perché la responsabilità di non operarmi me l’ero presa io. Sinceramente però non me la sento, perché ho passato un periodo molto difficile dopo l’ultima operazione a causa della complessità di intervenire sulla spalla. Dipende sempre da come reagisce il tuo corpo e da tante altre cose, perché poi la spalla è quella che fa più movimento in assoluto e che noi judoka sfruttiamo maggiormente. Ho deciso quindi di non fare l’operazione anche perché mi ci è voluto molto più di un anno per tornare in forma dopo l’operazione all’altra spalla. Come ho già fatto con la spalla sinistra, sto adattando il mio judo a questo problema“.

Al momento sei virtualmente terza nel ranking olimpico in attesa di capire come si concluderanno le gare di qualificazione. Ti sei posta un obiettivo particolare in termini di posizionamento in classifica in vista del sorteggio del torneo olimpico?

Sinceramente non guardavo mai la Ranking List, infatti a Rio non avevo ancora capito come funzionava… Quando mi portavano a fare le gare volevo solo vincerle, non mi interessavano le posizioni, poi piano piano mi sono interessata ed ho capito il meccanismo. Per Tokyo con i miei allenatori abbiamo deciso che l’obiettivo è quello di rimanere tra le prime tre perché, anche se siamo tutte forti e nel judo si può veramente vincere o perdere con chiunque se non ci sei di testa, le atlete top della nostra categoria sono cinque. Facendo dei calcoli, in vista degli eventuali quarti di finale (in cui si potrebbero affrontare la n.4 e la n.5), sarebbe importante restare tra le prime tre per non incontrare prima delle semifinali una delle big. Quando si tratta di Olimpiadi però non mi interessa più di tanto, potrebbero mettermi chiunque davanti. Io poi sono anche più motivata e mi diverte l’idea di sfidare le atlete più forti”.

Nella passata stagione, in cui hai comunque ottenuto dei risultati eccezionali nel World Tour tra Grand Prix e Grand Slam, sei stata sconfitta prima delle semifinali sia all’Europeo che al Mondiale dalla russa Natalia Kuziutina. Nel circuito maggiore ti ha sempre battuto, cosa soffri del suo judo?

Penso comunque di essere più forte. Con lei commetto sempre degli errori sulle prese, ma ciò che mi rompe sempre gli schemi è il fatto che non si capisce mai quello che fa. Ad esempio per me è più facile combattere con una giapponese, che comunque fa le tecniche e fa judo, mentre Kuziutina rompe le azioni ed incrocia spesso le prese. Comunque non ho problemi, ci sto lavorando”.

Ormai hai già affrontato almeno una volta tutte le big della tua categoria tranne la fortissima giapponese Uta Abe, vincitrice degli ultimi due Mondiali. Speri di sfidarla il prima possibile per conoscerla meglio oppure vorresti incontrarla nel caso direttamente a Tokyo?

Guarda, io ho deciso di combattere a Parigi due o tre settimane dopo che mi avevano detto del problema alla spalla e che mi sarei dovuta operare. A quel punto mi dissero di allenarmi e di guardarmi, solo che volevo incontrare Abe prima delle Olimpiadi e quando ho visto che lei era iscritta a Parigi ho deciso di fare il torneo nonostante non fossi al top della forma. Sono andata là proprio per combattere contro di lei, purtroppo però non si è presentata e l’hanno tolta dal sorteggio il giorno prima. Abe poi ha fatto Dusseldorf due settimane più tardi quindi non l’ho mai affrontata. Anche negli stage l’ultima volta che l’ho incontrata è stata moltissimo tempo fa, quindi avrei proprio la curiosità di sentirla. Magari con il rinvio di un anno avrò più possibilità di incontrarla, vedremo…”.

In ottica olimpica, chi temi di più tra Abe, Kelmendi, Buchard e Kuziutina?

“Non temo nessuno, nel senso che quando sto bene di testa e fisicamente non c’è un’avversaria in particolare che temo più delle altre. Sono veramente curiosa di combattere con Abe, mi diverte l’idea di poterla affrontare e di vedere com’è“.

Dopo il 2021 hai intenzione di cambiare categoria di peso oppure pensi di rimanere sempre nei 52 kg?

Non ho particolari problemi di peso. Sono un’atleta un po’ particolare nel senso che quando ero più piccola facevo i 48 e avevo un po’ questo problema, infatti mi pesavano tutti i giorni e sono rimasta un po’ traumatizzata (ride, ndr). Quindi adesso mi peso davvero poco, ad esempio di solito lo faccio due settimane prima della gara dopo aver comunque fatto un’alimentazione corretta e peso già 53/54 kg. Fisicamente poi non sono un’atleta che ha bisogno di cambiare categoria, comunque avrò tempo per pensarci e dopo l’Olimpiade mi dovrò operare un po’ ovunque… Poi si vedrà in futuro, ma adesso aspetto Tokyo”.

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erik.nicolaysen@oasport.it

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Foto: IJF

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