Ciclismo
Olimpiadi, il mistero di Frank Bizzoni: Olimpiadi di St. Louis 1904 da italiano o americano?
Non si finirà probabilmente mai di scoprire nuovi partecipanti, nuovi risultati e magari anche nuove medaglie relative all’edizione dei Giochi di Parigi 1900 e, soprattutto. St. Louis 1904. I Giochi più disastrati della storia, che portarono quasi al collasso la creatura voluta da Pierre de Coubertin, a causa soprattutto dell’inserimento della manifestazione all’interno dell‘Expo, in un caso in Francia, nell’altro negli Stati Uniti. Più che Giochi, sagre da strapaese, con mille gare che nulla avevano e hanno a che vedere con lo sport. Per fortuna le Olimpiadi sono riuscite a sopravvivere a tali strazi.
La terza edizione si svolge a Saint Louis, negli Usa, nel 1904. E’ un edizione “povera”, soprattutto a causa delle difficoltà nel raggiungere la città nel cuore degli Usa; la partecipazione è decisamente bassa. Solo dodici le Nazioni in lizza, mentre gli americani, presenti in gran numero, vincono 77 delle 95 medaglie d’oro (è la prima volta che vengono assegnate le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo per i primi tre classificati).
L’Italia non partecipa a quella rassegna, non si è in grado di sostenere le ingenti spese. Ecco però che un italiano, un lodigiano, ha la ventura di misurarsi in quell’agone a dir poco piuttosto “strano”, ma è stato riconosciuto solo pochi anni fa. Francesco Filippo Bizzoni era nato a Lodi nel 1875. Il cognome esiste nel Lodigiano, ma al di là dei documenti dell’anagrafe che provano la sua nascita, non si trovano altri riferimenti. Nel 1898 il giovane emigra in Inghilterra, dove, a Bournemouth, lavora quale cameriere. È il periodo in cui l’emigrazione italiana è indirizzata verso diversi Paesi, la situazione, spesso di miseria induce a cercare fortuna altrove. Nel 1903 Bizzoni attraversa l’Atlantico e si reca a New York. Il suo “inglese” dev’essere “passabile” e così trova lavoro quale autista e cameriere al New York Club. Da allora il suo nome diventa Frank. Ha la passione per la bicicletta, si cimenta in gare e mostra di saperci fare nello sprint. Decide di andare a Saint Louis. È probabile che qualche persona caritatevole lo abbia aiutato nel sostenere il viaggio e poi il soggiorno.
Le gare si richiamano a un autentico pionierismo che non ha riscontro con l’oggi. Queste le distanze: un quarto di miglio, un terzo, mezzo miglio e così via fino alla tirata più lunga di 25 miglia. Bizzoni partecipa alla gara più breve, supera il primo turno, ma in semifinale è battuto dall’americano Billington. Frank, finita così la sua avventura olimpica, torna a New York dove continua a gareggiare ottenendo qualche successo. Non si sa nemmeno se riesce a costruirsi una famiglia. Gli organizzatori dell’Olimpiade lo avevano iscritto quale “americano”, ritenendolo uno dei loro. Si apprende invece da un censimento dell’epoca che nel 1917, quando si arruola nella Us Army e partecipa alla prima Guerra Mondiale, è ancora cittadino italiano. Si sa che riesce a cavarsela senza danni, torna a New York, nel Bronx, dove muore nel 1926. Dopo la sua morte, fu organizzata la “Francesco Bizzoni Memorial Race”, una competizione che si svolse per un certo numero di anni: Lodi – Bournemouth – New York – Saint Louis, questo il lungo percorso di Francesco Filippo Bizzoni che volle onorare lo sport tramandato dalla mitica Olimpia.
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gianmario.bonzi@gmail.com
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Foto: LaPresse