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Over the Top: Sylvester Stallone campione di braccio di ferro. Un film cult degli anni ’80

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Sylvester Stallone ha avuto un successo planetario grazie a due personaggi che hanno scritto la storia del cinema mondiale: Rocky e Rambo, due icone indiscutibili che hanno segnato il tempo, protagonisti di due saghe che hanno raccolto il favore di milioni di spettatori e che sono entrate nell’immaginario collettivo. Sei film per il celeberrimo pugile (a cui si aggiungono i due capitoli di Creed, l’ultimo nel 2018) e cinque per il veterano della guerra del Vietnam (l’ultimo uscito nel 2019). La carriera dell’ineguagliabile attore statunitense non si può soltanto riassumere in queste due figure ma è anche tanto altro tra cui un vero e proprio cult degli anni ’80 e ’90: l’indimenticabile Over The Top, uscito nelle sale nel 1987 e che ciclicamente torna in televisione per la gioia di tutti gli appassionati del genere.

Sylvester Stallone interpreta Lincoln Hawk, un camionista che a malincuore ha lasciato il giovane figlio Mike e la moglie Christina perché era odiato dal ricco suocero. La donna non ha mai smesso di amarlo e, in punto di morte, gli chiede di portare da lei il giovane adolescente. L’incontro padre e figlio è burrascoso, insieme iniziano una lunga traversata per andare in ospedale ma purtroppo vi giungono quando Christina è già morta. Mike, infuriato col papà perché non gli ha permesso di vedere la mamma per un’ultima vita, torna a vivere dal nonno. Lincoln cercherà di riprendersi il figlio sfondando il cancello della villa con il suo camion (scena epica) e viene arrestato. La denuncia verrà ritirata dopo aver promesso al suocero di lasciare la California.

A questo punto inizia l’Over The Top più caldo e “maschio”. Sylvester Stallone rivende il camion e si iscrive al Mondiale di braccio di ferro dove sono in palio un ricco montepremi e un lussuoso camion: se dovesse riuscire a vincere potrebbe rifarsi una vita, tra l’altro scommette i suoi ultimi 7000 dollari sul suo successo (è dato 20 a 1). Nel frattempo Mike rovista tra gli effetti personali della mamma e scopre che il papà gli aveva scritto innumerevoli lettere d’affetto, è così convinto della buona fede del genitore e scappa di casa per raggiungerlo a Las Vegas. Lincoln rinuncia all’ennesima offerta del suocero (500mila dollari per sparire dalla loro vita) e inizia la lunga competizione. L’epocale finale contro l’imbattuto “Bull” Hurley è cruenta, la battaglia è titanica ma ovviamente è Sylvester Stallone a laurearsi Campione del Mondo davanti al figlioletto. Ricco assegno, nuovo camion e nuova vita insieme nella società di trasporti “Hawk&Figlio”.

Dopo aver portato la boxe sugli schermi, Sly riuscì a fare innamorare il grande pubblico anche del braccio di ferro: una disciplina dal grande fascino, espressione della forza pura e bruta, inserendola in un contesto gradevole che piacque anche al pubblico femminile e che diede un taglio umano a un uomo d’acciaio. La critica non lo accolse benissimo ma come sempre è il pubblico a fare la differenza…

 

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Shutterstock

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