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Pallanuoto, Arianna Garibotti: “Il Setterosa andrà alle Olimpiadi! Prima superiamo il virus, poi pensiamo allo sport”

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Una delle giocatrici più rappresentative del Setterosa e de L’Ekipe Orizzonte Catania: a 30 anni Arianna Garibotti ha raggiunto la maturità a livello sportivo e va a caccia di altri allori. Il punto più alto della carriera non può non essere l’argento di Rio 2016, ma la nativa di Genova non vuole fermarsi e guarda avanti, ovviamente in attesa di fermare il coronavirus che al momento ha bloccato tutto il mondo dello sport. Circoletto rosso sui Giochi di Tokyo per l’azzurra, da conquistare assieme alla squadra che parteciperà al torneo preolimpico. L’abbiamo sentita in esclusiva per OA Sport.

Come stai affrontando il lockdown? Come valuti il nuovo DPCM?
“In questo periodo sto a casa e quando esco prendo tutte le precauzioni, facendo il più velocemente possibile. Bisogna seguire le regole che il Governo ci ha dato, sennò non se ne esce più da questa situazione. Noi sport di squadra dovremmo ancora aspettare molto tempo per far sì di tornare a fare ciò che amiamo. Non è assolutamente facile per un atleta abituato ad allenarsi più ore al giorno, passare tutte le giornate in casa e fare quel poco rispetto a ciò che si faceva prima. Quali piscine riapriranno con queste restrizioni? Mi metto nei panni anche dei centri sportivi: aprire per poche persone per poche ore, sarebbero solo spese senza rientri economici. Questo è il vero problema. A Catania a livello agonistico c’è solamente l’Orizzonte, capisco bene chi dirige: non è una decisione semplice. Bisognerà aspettare”.

Con il cambio di allenatore nel Setterosa tra Conti e Zizza ci sono stati cambiamenti a livello di allenamenti, tattica e approccio umano?
“Certo, ogni allenatore dà la propria impronta alla squadra. Sicuramente con Fabio siamo stati insieme tanti anni, dunque avevamo ben in mente il suo gioco. Paolo è arrivato in corsa e c’è ancora tanto da lavorare. Questo coronavirus ci sta dando un po’ di tempo in più per poter assimilare la sua idea di gioco. Dobbiamo solamente aver la possibilità di andare in piscina. In questi giorni ci sentiamo spesso con il CT, cerchiamo di prepararci sotto altri aspetti, vedendo video di partite e giocate, ma quando torneremo sarà sicuramente tutto più facile”.

Al momento ancora non si conoscono date e sede del preolimpico. In ogni caso sarà un dentro o fuori: il Setterosa può farcela?
“Certo, che siamo matti?! (Ride, ndr). Sono sicura che faremo bene e venderemo cara la pelle, assolutamente. L’Olimpiade è un’esperienza che ti porti dentro tutta la vita e io ne voglio vivere un’altra. Darò l’impossibile per andarci”. 

Reputi il match della semifinale di Rio 2016 con la Russia (cinque reti per te) la tua partita perfetta in carriera?
“Anche lì sono stati fatti errori. Non c’è mai la partita perfetta. È stata una coincidenza di tanti fattori positivi: ogni tiro entrava, abbiamo vinto rimontando, vista anche l’importanza del match. Ma non penso sia stata la migliore, la miglior partita la devo ancora giocare!”.

Qualche giorno fa abbiamo sentito su OA Sport Tania Di Mario. Ad una precisa domanda su quale giocatrice le assomigliasse a livello tecnico non si è sbilanciata, ma ha fatto il tuo nome. Anche tu ti rivedi in lei?
“Magari avere l’1% di quello che ha Tania. Sono onorata di quello che ha detto, ma soprattutto onorata di essere in una squadra come l’Orizzonte Catania. Un’atleta cresce soprattutto grazie alle esperienze che fa. Sono stata fortunata a venire a giocare qui a 18 anni, ritrovandomi in una squadra guidata dal Maestro Pierluigi Formiconi, circondata da una società formata da splendide ragazze, lo zoccolo duro del mitico Setterosa. Mi hanno insegnato tutto a livello di tecnica individuale e a vedere la pallanuoto in una maniera che nessuno mai mi aveva spiegato. Io sono stata come una spugna, cercando di imparare qualunque cosa”. 

Come giudichi la situazione riguardante i campionati? Per te c’è qualche possibilità di tornare a giocare in questa stagione?
“Penso che la salute venga prima di tutto, se non c’è salute e sicurezza è inutile continuare a parlare della ripresa. Se c’è un modo dobbiamo ovviamente trovarlo. Voglio finire il campionato, mi piacerebbe finire la Coppa. Prima di iniziare a cercare soluzioni dobbiamo stare tutti bene: c’è gente in un letto con un respiratore e non si può sinceramente parlare di pallanuoto, non è umano. Prima risolleviamo il nostro Paese, liberiamoci da questo virus che ci ha bloccati. Poi ci sarà tempo per ricominciare”. 

Come tante altre tue colleghe sei scaramantica? Quando vai a giocarti gli appuntamenti importanti rispetti qualche particolare rituale o ti affidi a qualche oggetto fortunato?
“Io non sono scaramantica. Se una persona è scaramantica non sfrutta la fortuna solamente nei momenti importanti. È una cosa che si ha dentro, la si fa inconsciamente. Sono quelle cose che ci vogliamo illudere che ci diano un po’ più di sicurezza… Per ridere, un aneddoto: prima della qualificazione olimpica dovevo ricevere un oggetto fortunato, non mi è arrivato ed invece è arrivato il virus che ha fermato tutto”.

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: LPS/Luigi Mariani

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