Rugby
Rugby Italia, O’Shea: “La Fox? L’Inghilterra rischiò di scoprirci prima della partita”
E’ stata una delle pagine più incredibili della storia del rugby moderno e una delle occasioni più ghiotte per l’Italia di portare a casa uno scalpo importantissimo. Parliamo di Inghilterra-Italia, match valido per il Guinness Sei Nazioni 2017, a Twickenham, Londra. Gli azzurri arrivarono da sfavoriti d’obbligo, da vittime sacrificali, ma per oltre un’ora Parisse e compagni sorpresero il mondo, misero sotto un’Inghilterra che oggettivamente non capiva come fermare l’Italia. Solo nel finale gli azzurri cedettero di schianto e uscirono sconfitti per 36-15. Ma quel match restò e resterà nella storia.
Merito di quella che venne definita la “Fox”, cioè una tattica utilizzata da Conor O’Shea per mandare in confusione i giocatori inglesi, bloccarli nei punti d’incontro e dominarli. Di cosa parliamo? Semplice, O’Shea e il suo staff avevano trovato una falla nelle regole del gioco e la sfruttarono per mettere degli azzurri tra il mediano di mischia e la trequarti, in una posizione che di norma viene considerata in fuorigioco. Ma l’Italia non contestava la ruck, evitando che – dunque – questa si formasse e, a quel punto, regolamento alla mano potevano muoversi liberamente per il campo.
Emblematico fu proprio capitan Parisse nei primi minuti del match. Alla prima ruck il capitano azzurro balzò dal lato inglese della ruck, agitandosi in maniera palese ed evidente, a enfatizzare la sua presunta posizione in fuorigioco. E quando l’arbitro non fischiò fallo il castello inglese crollò. Giocatori, tecnici e tifosi non capivano cosa stesse accadendo, non si spiegavano come gli azzurri potessero trovarsi in fuorigioco netto senza venir sanzionati. Una situazione caotica che durò l’intero primo tempo che, così, venne dominato dall’Italia. Solo al 69′, quando l’Inghilterra era avanti solo 17-15, la meta di Nowell spezzò l’equilibrio. Ma, come detto, la Fox riscrisse comunque la storia, con World Rugby che pochi mesi dopo dovette cambiare le regole per evitare che una situazione del genere ricapitasse.
L’altro giorno, durante la trasmissione Eddie Jones Coaching Podcast, Conor O’Shea ed Eddie Jones, i due ct in panchina quel giorno, sono tornati sull’argomento e l’ex allenatore azzurro ha raccontato un simpatico aneddoto. La Fox, infatti, rischiò di fallire prima del fischio d’inizio, quando proprio O’Shea raccontò cosa voleva fare il giorno dopo a una persona. Senza sapere che vicino a lui c’era proprio un giocatore dell’Inghilterra. La persona era Ugo Monye, ex nazionale inglese e commentatore tv, mentre al suo fianco c’era Danny Care, numero 9 degli inglesi.
“Telefonai a Ugo Monye il giorno prima della partita. Sapevo che la gente non avrebbe capito subito la questione regolamentare, che non facevamo niente di illegale e che si trattava solo di una falla, così lo chiamai per avvertirlo di cosa avremmo fatto” racconta O’Shea. Ed effettivamente davanti alla tv, ma anche a Twickenham, anche i giornalisti si trovarono a lungo spiazzati dalla tattica azzurra. Il problema, come ha confessato O’Shea, è che a fianco di Monye durante la telefonata c’era appunto Danny Care, che avrebbe potuto sentire tutto. Per fortuna ciò non avvenne e Monye non gli disse nulla e, così, il giorno dopo la Fox entrò nella storia.
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Foto: Ettore Griffoni – LPS