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Rugby, Sei Nazioni: un torneo senza Francia e Italia? Arriva la smentita che non smentisce

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Lo sport è stato sconvolto, come tutto il mondo, dall’emergenza Coronavirus e il rugby sta disperatamente cercando di capire quando riprendere e, soprattutto, come. Nei giorni scorsi World Rugby ha ufficializzato la cancellazione dei tour estivi nell’Emisfero Sud, ma a tenere banco in queste ore è il futuro prossimo del Sei Nazioni. Con quattro sfide da recuperare di quest’anno e la paura che, senza un vaccino, il rugby internazionale faticherà ad avere i soliti ritmi per tutto il 2020.

Così l’altro giorno sulle pagine del The Rugby Paper era arrivata un’ipotesi molto particolare. Con le frontiere ancora chiuse, con il rischio di nuovi focolai in Europa, infatti, le trasferte rischiano di diventare un problema. Ecco, dunque, che si sarebbe fatta avanti la possibilità di disputare in autunno una versione ridotta del Sei Nazioni. Se fino a poco tempo fa le alternative erano quelle di recuperare le sfide di quest’anno in autunno o, addirittura, di disputare un doppio torneo, con match di andata e ritorno tra ottobre-novembre e febbraio-marzo, ora l’idea – secondo il giornale britannico – sarebbe quella di disputare un torneo solo con le Home Unions. Cioè Inghilterra, Irlanda, Galles e Scozia. Escludendo Francia e Italia.

Un’ipotesi una tantum, ovviamente, non la volontà di cancellare il Sei Nazioni e tornare all’originario Quattro Nazioni, ma un’ipotesi che comunque è esplosa come una bomba nel mondo del rugby. E il board del Sei Nazioni è intervenuto nella serata di ieri con un comunicato stampa che definisce le ipotesi di The Rugby Paper come “inaccurate speculazioni”. Una smentita, dunque? Sì, ma anche no, perché nel comunicato non vi è scritto da nessuna parte che il Quattro Nazioni non sia sul tavolo, ma si parla, appunto, solo di inaccurate speculazioni. Da capire quanto realmente queste siano inaccurate o meno.

Il Sei Nazioni intende chiarire la propria posizione in relazione a inaccurate speculazioni giornalistiche circa la disputa di un “4 Nazioni” a novembre, con l’esclusione di Francia e Italia – scrive appunto il board del Sei Nazioni –. Il Sei Nazioni, insieme alla Federazioni membri, è pienamente impegnato a garantire la conclusione del Guinness Sei Nazioni 2020 e spera di disputare gli incontri posticipati nel corso dell’anno. Nell’esplorare opzioni di riprogrammazione, la nostra priorità è la salute e la sicurezza dei giocatori, degli staff e ovviamente dei tifosi e ogni gara riprogrammata sarà soggetta alle disposizioni governative vigenti e alle restrizioni di spostamento tra Paesi. Sei Nazioni rimane in stretto contatto con tutte le autorità competenti per assicurare che queste partite possano disputarsi in un ambiente sicuro”.

Sei Nazioni e le sue federazioni continuano a lavorare strettamente con World Rugby, le federazioni dell’Emisfero Sud e tutti gli altri stakeholders rugbisti su un piano per i test autunnali e i tour estivi, recentemente impattati dalla contingenza – prosegue il comunicato –. La situazione corrente è fluida e in costante cambiamento, con l’evoluzione della pandemia che presenta stadi differenti nei singoli paesi. Saranno necessarie ancora alcune settimane perché la situazione si definisca maggiormente e sia per noi possibile presentare opzioni definitive nelle quali tornare all’attività”.

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Foto: Massimiliano Carnabuci – LPS

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