Scherma
Scherma, Andrea Cassarà: “Per vincere le Olimpiadi non possiamo sottovalutare nessuno. Felice di essere ancora qui a 36 anni”
Andrea Cassarà è una delle icone mondiali della scherma. Nella sua sfavillante carriera ha conquistato 3 medaglie olimpiche (2 ori a squadre e un bronzo individuale), 14 medaglie mondiali (7 ori a squadre e 1 individuale) senza dimenticare le 16 medaglie agli Europei. Una bacheca unica che ha aperto al bresciano le porte della storia di questo sport.
L’atleta dei Carabinieri a 36 anni è 4° nel ranking mondiale e ha già messo nel mirino l’Olimpiade di Tokyo. Sarà la sua quinta partecipazione all’evento a cinque cerchi. Di questo e di tanto altro ha parlato Andrea Cassarà in un’intervista concessa ad OA Sport.
Andrea Cassarà, come ha vissuto questo periodo di emergenza?
“In questo periodo mi sono allenato nella mia abitazione per cercare di mantenere la forma e studiando visto che mi mancano tre esami alla laurea. Da questa settimana sto riprendendo la preparazione con il mio preparatore atletico visto che è concesso allenarsi a livello individuale, rispettando ovviamente tutti i protocolli che ci ha fornito il CONI e la nostra Federazione“.
Continuare ad allenarsi senza avere un obiettivo a breve o a medio termine può essere uno scoglio difficile da superare dal punto di vista psicologico?
“E’ sicuramente dura perchè non abbiamo un obiettivo nel breve termine. Ieri mi ha chiamato il mio commissario tecnico Andrea Cipressa dicendomi che appena ci saranno le condizioni per riprendere gli allenamenti nazionali la Federazione si adopererà subito. Il primo passo è quello di cercare di tornare a vivere, se non la quotidianità, almeno di riprendere gli allenamenti in ambito nazionale. Non la Lombardia, non l’Italia ma il mondo intero si sta adeguando a questa situazione quindi dobbiamo farlo anche noi sportivi, dobbiamo essere ligi al dovere. I ragazzi non vanno a scuola e noi non facciamo le gare, non vedo nulla di anomalo“.
La sua carriera è stata costellata da moltissimi successi tra i quali 2 ori e un bronzo alle Olimpiadi, 8 ori 2 argenti e 4 bronzi ai Mondiali: se dovesse scegliere una medaglia, a quale di queste si sente maggiormente legato?
“Ci sono vari momenti della mia carriera che sono belli. Io vado a riviverla nella globalità. Potrebbe essere il primo Europeo vinto (Mosca 2002, ndr) o il Mondiale in casa a Catania (2011, ndr) o la prima Olimpiade (Atene 2004, ndr). Ad oggi ripercorro la mia carriera con grande piacere. Penso di aver fatto tanto, a volte avrei potuto fare di più ma sono soddisfatto. Sono ancora più contento di essere ancora in attività“.
Aprendo una finestra sulle prossime Olimpiadi, sarà un percorso di avvicinamento abbastanza complesso visto il rinvio di 12 mesi?
“Spero di poter riprendere al più presto la programmazione. Anche se ancora non c’è nulla di ufficiale, probabilmente quelle poche gare che mancano si faranno a partire da gennaio. L’obiettivo è quello di fare una graduale ripresa, di evitare infortuni con il lavoro che farò a casa a Brescia e gli allenamenti nei raduni nazionali“.
Un atleta del suo spessore non può che puntare alla medaglia alle Olimpiadi di Tokyo?
“Si va per gradi. Il primo obiettivo è quello di qualificarsi. Sin qui ho avuto un’ottima stagione, probabilmente parteciperò sia a livello individuale che a squadre. E’ ovvio la gara olimpica è molto particolare. Bisognerà arrivare preparati anche se non c’è un modo per prepararle se non star bene, arrivare liberi di testa e divertirsi“.
Per quanto concerne la prova a squadra l’Italia ha una grande tradizione. Guardando il ranking tra i primi 6 del mondo ci sono 3 Italiani ma non sempre la somma delle individualità produce una squadra vincente.
“E’ proprio così. In manifestazioni olimpiche e mondiali è dal 2008 che l’Italia conquista in maniera ininterrotta una medaglia in questa competizione, tranne alle Olimpiadi di Rio De Janeiro. Stati Uniti e Francia forse a livello individuale hanno qualcosina in meno. Abbiamo tutte le carte in regola per far bene, bisognerà essere molto presenti e molto focalizzati sul momento. Non partiamo sconfitti con nessuno ma nemmeno possiamo considerarci vincitori. Purtroppo nella gara a squadre gli assalti a 5 ti lasciano meno tempo per recuperare. Siamo certamente una delle squadre favorite. Per esempio la Francia rende di più a squadra di quello che non fa nell’individuale, anche se bisogna ricordare che hanno il campione del mondo in carica (Enzo Lefort, ndr). Siamo sicuramente consci di essere forti. Serve essere affiatati e lavorare all’unisono per una gara che si svolge veramente in poche frazioni. In alcuni casi si vince 45-44, è come essere 5-4 ai rigori dopo due tempi supplementari“.
In chiusura un messaggio che si sente di mandare agli italiani in questo momento di difficoltà?
“E’ un momento molto particolare e purtroppo ci saranno ancora dei momenti duri da affrontare. Ne possiamo uscire come nazione, impegnandoci per raggiungere un obiettivo comune che è quello della ripartenza e del rispetto delle regole“.
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salvatore.serio@oasport.it
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Foto: Bizzi/Federscherma
OLIMPIONICO
16 Maggio 2020 at 14:55
FORZA ITALIA ! Dare una lezione ai dopati dell’ Est !