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Sci di fondo, tutti gli atleti ritirati a fine stagione 2020: spiccano Astrid Jacobsen, Eirik Brandsdal, Teodor Peterson e… Stina Nilsson

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Negli sport invernali la primavera è sinonimo di addii, poiché è il momento dell’anno in cui tanti atleti annunciano la propria decisione di porre fine alla loro carriera. Andiamo dunque a ricapitolare i nomi di tutti gli uomini e di tutte le donne che, nello sci di fondo, hanno optato per concludere l’attività agonistica al termine dell’annata 2019-20.

SETTORE FEMMINILE – NILSSON E JACOBSEN
Cominciamo dal settore femminile, dove ci sono stati due ritiri di peso. Anzi, per la verità uno è clamoroso, poiché si tratta di quello di Stina Nilsson. La fortissima svedese, campionessa olimpica in carica della sprint, ha deciso di cambiare sport, imbracciando la carabina per dedicarsi al biathlon. Dunque non si tratta di un vero e proprio addio dall’attività agonistica tout-court, bensì solo allo sci di fondo, disciplina in cui la ventisettenne scandinava si è tolta enormi soddisfazioni. Si è già detto dell’oro olimpico nella sprint di PyeongChang 2018, edizione in cui ha arpionato anche la medaglia di bronzo nella 30 km. Non vanno inoltre dimenticati i due argenti iridati, sempre nella sprint, nonché i due ori mondiali nelle prove a squadre (staffetta e team sprint) conquistati a Seefeld 2019. Nilsson ha complessivamente raccolto ben 24 vittorie in gare di primo livello, il che ne fa la fondista più vincente di sempre a “convertirsi” al biathlon. Inoltre, non va dimenticato come la svedese potrebbe diventare la prima atleta della storia a laurearsi campionessa olimpica sia nello sci di fondo che nel biathlon.

L’altro addio di grido è quello di Astrid Jacobsen, di cui abbiamo già trattato a parte. La trentatreenne norvegese, campionessa del mondo della sprint nel 2007, ha deciso di dire “basta” e di dedicarsi a tempo pieno agli studi di medicina. Oltre al titolo iridato di cui sopra, ai Mondiali ha inoltre conquistato un argento e due bronzi, togliendosi anche importanti soddisfazioni nelle staffette, compreso un oro olimpico (PyeongChang 2018) e due iridati. Nel complesso ha primeggiato sette volte in competizioni di primo livello, ma senza il tremendo incidente in mountain bike del giugno 2009, quando rischiò la vita, avrebbe potuto avere una carriera ancora più ricca. Sono invece francamente marginali gli addii di due atlete nordamericane, la trentunenne canadese Emily Nishikawa e la ventinovenne americana Elizabeth Guiney. Per entrambe si conta qualche occasionale piazzamento in zona punti e nulla più.

SETTORE MASCHILE – BRANDSAL, PETERSON E TANTI ALTRI
In campo maschile non c’è un ritiro clamoroso come quello di Stina Nilsson, tuttavia parecchi atleti hanno optato per salutare la compagnia. Tra di essi, il più blasonato è indubbiamente lo svedese Teodor Peterson, specialista delle sprint, tanto da vincere la Coppa del Mondo di specialità nel 2011-12 e l’argento olimpico a Sochi 2014. Il trentaduenne svedese ormai da tempo non riusciva a replicare le ottime performance avute all’apice della sua carriera e di conseguenza ha preferito concluderla. A proposito di sprinter blasonati, ha deciso di dire basta dopo quasi un decennio sulla cresta dell’onda anche il trentatreenne norvegese Eirik Brandsdal. Il veterano scandinavo ha raccolto ben nove vittorie in gare di primo livello, ma nonostante i tanti successi parziali non è mai riuscito a centrare il bersaglio grosso. Ha lottato per la conquista della Coppa di specialità della sprint, venendo battuto per due volte in volata da un connazionale (nell’inverno 2013-14 si inchinò per soli nove punti a Ola Vigen Hattestad, mentre in quello successivo fu superato di trentasette lunghezze da Finn Hågen Krogh). Inoltre ha sempre mancato l’acuto nei grandi appuntamenti, a dispetto della partecipazione a due edizioni dei Giochi olimpici e a tre dei Mondiali. Il miglior risultato in una gara con medaglie in palio è il sesto posto nella sprint iridata di Fiemme 2013. Comunque sia, Brandsdal ha concluso una carriera di tutto rispetto.

Rimanendo in Scandinavia e parlando sempre di sprinter, si registrano due ritiri precoci. Uno, per la verità, era scontato. D’altronde il ventisettenne Sondre Turvoll Fossli, capace di vincere una gara di primo livello, ha visto la propria carriera di fatto troncata dall’attacco cardiaco patito durante la scorsa estate. Ha fortunatamente recuperato dalla tremenda disavventura, ma nelle scorse settimane ha comunicato l’ovvia rinuncia allo sport professionistico. Inoltre ha detto basta anche il classe 1995 Fredrik Riseth, atleta monodimensionale e competitivo esclusivamente nelle sprint a tecnica classica, nelle quali ha comunque raccolto diverse semifinali in prove del massimo circuito. Rendendosi conto di non avere grosse prospettive all’interno dello spietato movimento norge, ha preferito prendere altre strade. Un altro addio di rilievo è quello dello svizzero Toni Livers, giunto ormai alla soglia dei trentasette anni. L’elvetico, specialista delle prove a skating contro il tempo, vanta un successo in Coppa del Mondo, ottenuta curiosamente ex aequo con il francese Vincent Vittoz, unico caso di competizione valevole per la Sfera di Cristallo con due vincitori. Doppio ritiro negli Stati Uniti. Appendono gli sci al chiodo sia il trentaseienne Andrew Newell che il ventinovenne Erik Bjornsen. Il primo ha saputo realizzare diversi exploit nella seconda metà degli anni duemila, tra cui si annoverano tre podi in Coppa del Mondo e un quinto posto ai Mondiali di Sapporo, tutti raccolti in gare sprint. Il secondo, invece, ha un palmares decisamente meno ricco, ma quantomeno si è a sua volta fregiato di un podio in una gara di primo livello, seppur usufruendo del cosiddetto “pursuit time” nella tappa conclusiva di un evento multi stage. Infine, vanno citati per dovere di cronaca gli addii del trentaduenne austriaco Bernard Tritscher, del ventinovenne tedesco Thomas Wick e del trentatreenne finlandese Lari Lehtonen. Ognuno di loro ha arpionato qualche piazzamento nella top-ten qua e là, senza però mai davvero lasciare il segno.

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Foto: Pier Colombo

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