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Tennis, Guido Pella contro il fondo di solidarietà: “Nessun giocatore muore di fame, le priorità sono altre”

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È ormai scontro totale all’interno del mondo tennis sulla questione degli aiuti economici ai giocatori di seconda fascia per risollevarli dall’emergenza coronavirus. Dall’Argentina si è iscritto al dibattito anche Guido Pella, numero 35 del ranking ATP, che si è posto sulla stessa linea di Dominic Thiem, dicendosi contrario al fondo di solidarietà e affermando che al giorno d’oggi le vere priorità sono altre.

Il ventinovenne di Bahia Blanca, intervenuto al programma radiofonico Basta de Todo, ha dichiarato: Nessun giocatore di tennis muore di fame. Preferisco dare dei soldi per aiutare le persone nella mia città che stanno male e non hanno nulla da mangiare. Questo è più urgente del tennis. Ci sono giocatori tra i primi 200 come Jack Sock che hanno vinto oltre 10 milioni in carriera. Questa questione deve essere studiata. Non è lo stesso per Federer, Nadal e Djokovic che aiutano con 30.000$ quando in carriera ne hanno guadagnati 100 milioni. Mi piace che ci sia supporto per i tennisti in modo da mantenere un buon livello nel circuito, ma non sono d’accordo con l’obbligo di dover aiutare senza che la realtà di ogni giocatore venga presa in considerazione”.

Completamente opposto il parere di Marco Trungelliti, numero 231 del ranking ATP, che attraverso alcune dichiarazioni a La Nacion ha attaccato l’organo di governo del tennis mondiale: Questo sistema è molto debole e lascia in stato di abbandono diversi tennisti, allenatori e preparatori atletici. Il mondo del tennis prevede che ogni qual volta un tennista crolla inizia ad avere problemi economici. Ad esempio, il numero 120 del mondo ha difficoltà a far quadrare i conti. Ho parlato con tanti colleghi e in questo momento c’è tanta rabbia”. Poi l’attacco a Thiem: Ci sono tennisti che non osservano nulla, sembra che per loro noi non contiamo come esseri umani. Alla fine ognuno fa ciò che vuole con i soldi, ma dire che il mondo del tennis e i tennisti non meritano aiuti quando ci sono tanti tra noi che faticano come animali per arrivare a questo punto, è brutto”.

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