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Tiro a volo, Erica Sessa: “Le Olimpiadi sono il mio sogno. Jessica Rossi un riferimento, da senior devo alzare l’asticella”

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Una storia di famiglia che nasce in quel di Cava de’ Tirreni, alimentata dal sacro fuoco della passione. Il viaggio di Erica Sessa (Gruppo Sportivo Fiamme Oro) nel mondo del tiro a volo è questo e molto altro. Ora che è approdata nell’universo dei seniores – dopo una brillante carriera da juniores – non vede l’ora di mettersi in mostra, anche se ha già capito che la strada sarà piena di allenamenti, sacrifici ed esperienze da fare per arrivare al vertice. Di seguito l’intervista alla tiratrice campana.

Ora che il lockdown è terminato, ci puoi fare un bilancio delle tue attività durante questo strano periodo?
“Come per tutti gli sportivi, anche per me il periodo è stato difficile: di solito fra allenamenti e gare siamo abituati a una routine diversa, che ci porta a stare lontani da casa; in questo caso invece è stato tutto il contrario. Ho lavorato sull’aspetto fisico nell’ambiente domestico, fra attrezzi da palestra e esercizi a corpo libero, accompagnandolo all’imbracciate col fucile per non perdere il contatto con l’arma, mentre nel resto del tempo mi sono dedicata alla lettura, alla cucina e soprattutto alla famiglia, cosa che mi ha dato molta serenità: vedere crescere mia nipote tutti i giorni è stato bello e inusuale”.

Facciamo un passo indietro nella tua vita sportiva: hai ventuno anni e sei pronta a entrare nel mondo dei “big” della disciplina, ma come sei arrivata a praticare il tiro a volo?
“La passione me l’ha trasmessa mio papà, che era un cacciatore. Terminata quella parentesi della sua vita voleva continuare a sparare e allora, sotto consiglio di alcuni amici, si indirizzò verso un campo di tiro di fossa universale, poi diventata fossa olimpica,  nei dintorni di Cava de’ Tirreni, che è la città dove sono nata e vivo.
Prima iniziò mia sorella ad accompagnarlo all’impianto, poi ci andai anche io: mi fece provare a sparare, anche se all’inizio non mi piacque tantissimo. Mi spaventai, ma successivamente, un piattello dopo l’altro, mi appassionai a questa disciplina in un crescendo che mi ha portata dove sono oggi. Tutta questa storia che vi sto raccontando la devo però a mio nonno che, pur non avendo avuto la fortuna di conoscere, è stato il primo vero iniziatore al tiro della nostra famiglia”.

Veniamo invece al tuo percorso nella nazionale juniores dove, nel 2018, hai vissuto un anno di grazia in corrispondenza dei Mondiali juniores di tiro svoltisi a Changwon vincendo la medaglia d’oro individuale e quella nel Mixed Team: che ricordi hai di quell’evento?
“Tutto è cominciato qualche mese prima con la convocazione per l’Europeo di categoria (Leobersdorf, ndr): non me l’aspettavo. Quella è stata la prima molla che mi ha consentito, gara dopo gara e mattoncino dopo mattoncino, di fissare nella mia testa l’obiettivo iridato. Salire sul gradino più alto del podio nel corso dell’appuntamento continentale mi ha dato inoltre un’ulteriore spinta per puntare al Mondiale: che era il mio desiderio più grande, essendo anche l’ultimo anno da juniores. Delle gare ricordo un mix di emozioni: la paura di sbagliare si trasformò in adrenalina e voglia di vincere. E’ stata questa combinazione a spingermi sempre più in alto”.

Hai parlato dell’ultimo anno da juniores che ha fatto da preludio all’arrivo fra le Ladies: tu hai già avuto la chance di testarti in Coppa del Mondo fra “i grandi” (42esimo posto proprio a Changwon), ma da italiana il fatto di porti al fianco a due potenze assolute come Jessica Rossi e Silvana Stanco che sensazioni ti suscita?
“Ovviamente Jessica è il punto di riferimento sia dei tiratori sia delle tiratrici della nostra nazionale juniores di trap: io personalmente la seguo da sempre, così come Silvana. La cosa che penso sempre è che anche loro si sono trovate al nostro posto crescendo gara dopo gara, esperienza dopo esperienza e vittoria dopo vittoria arrivando a essere due tiratrici fortissime a livello mondiale. Mi allenerò facendo tantissimi sacrifici e poi chi vivrà vedrà: di sicuro ce la metterò tutta, non abbattendomi anche quando le cose andranno male. Tutto servirà a farmi crescere. Impegno, allenamento e determinazione devono essere i miei punti di forza”.

Prima abbiamo fatto un breve accenno al Mixed Team di trap – del quale sei campionessa iridata juniores insieme a Lorenzo Ferrari –  contest che da qualche tempo è ormai stato inserito nel programma olimpico e che debutterà ufficialmente sulla ribalta a Cinque Cerchi ai Giochi di Tokyo 2021: con chi ti piacerebbe sparare un giorno in quel contesto di gara?
“Innanzitutto vorrei dire che arrivare a partecipare alle Olimpiadi sarebbe il mio sogno. In questo format di gara specifico, oltre all’oro iridato di categoria, ho vinto anche due tappe di Coppa del Mondo juniores (Sydney e Suhl 2018, ndr) insieme a Teo Petroni, tiratore con il quale mi trovo molto bene e con cui ho stabilito due volte il record planetario giovanile: viviamo la competizione in simbiosi, sostenendoci a vicenda sia nei momenti belli sia nei momenti meno positivi dove arrivano gli errori, con lui mi vedo benissimo nei Mixed Team”.

Ultima domanda: un giovane o una giovane tiratrice a volo italiano quando arriva in nazionale seniores avverte di più la pressione di essere approdato in un ambiente molto competitivo, di cui deve portarne avanti la tradizione, o percepisce di più gli stimoli di essere far parte di un movimento di eccellenza assoluta della disciplina?
“Sono più gli stimoli, anche perchè nella vita non potremo sempre essere degli juniores. Arriva un momento in cui siamo chiamati a crescere, a fare esperienza per salire di livello. Quello delle categorie giovanili è un bagaglio che ci è servito, ma che dobbiamo mettere da parte perché fra i seniores lo standard richiesto è molto più alto”.

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michele.cassano@oasport.it

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Foto: ISSF

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