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Tutti i film sulla ginnastica artistica: da Stick It alle pellicole su Simone Biles, Nadia Comaneci e Gabby Douglas

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Gli appassionati di ginnastica artistica sono a digiuno dalle gare dallo scorso 13 marzo e non si sa ancora quando si riuscirà a tornare in pedana dopo la lunga sosta dovuta alla pandemia. Si spera di riuscire a disputare alcuni eventi in autunno, magari recuperando gli Europei e alcune manifestazioni in Italia come la Serie A e i Campionati Assoluti. Come spezzare questa astinenza? Guardando filmati di vecchie gare oppure gustandosi qualche film sulla ginnastica artistica, diamo uno sguardo alla filmografia più interessante.

Il più celebre è ovviamente Stick It, diventato icona del genere quando nel 2006 sbancò i botteghini di mezzo Mondo e rivelò la regia di Jessica Bendinger. Missy Peregrym, idolo di tante adolescenti, interpreta Haley Graham, un’ex ginnasta a stelle strisce. Gli Stati Uniti hanno abbandonato la finale mondiale e sono stati squalificati. Haley ne risente psicologicamente e inizia a compiere atti di vandalismo. Per lei si stanno aprendo le porte del carcere, ma il padre decide di salvarla finanziando l’Accademia Ginnastica Vickerman e iscrivendoci la figlia. La riconoscono e l’accoglienza è tutt’altro che calorosa, ma proprio qui inizia a risalire la china: con l’aiuto della palestra si rimette in forma, torna a respirare, a mordere la vita e si presenta al campionato nazionale con la sua squadra. Qui saranno le ginnaste a dare i punteggi al posto dei giudici…

C’è una pellicola che ha fatto epoca: Nadia – The movie, del lontano 1984. La protagonista è la Divina Nadia Comaneci. La reginetta delle Olimpiadi di Montreal 1976 quando, a soli quattordici anni, se ne tornò dal Canada con tre ori, un argento, un bronzo e soprattutto con la sicurezza di essere entrata per sempre nella storia: la prima ginnasta ad aver ottenuto un 10 perfetto. Il film riprende a grandi linee la storia della campionessa rumena, da quando a sei anni venne notata dal guru Bela Karolyi nel cortile di una scuole di Onesti fino alle Olimpiadi di Mosca 1980 quando si riconfermò leggenda conquistando altri due ori. Poi una vita difficile accanto al figlio del dittatore Ceausescu prima di scappare negli Stati Uniti e trovare l’amore vero con l’ex ginnasta Bart Conner.

In Patria Nadia è ancora oggi considerata come un mito, un esempio di riscatto dalla società, icona morale oltre che sportiva. Tanto che La piccola campionessa (Reach for the sky, 1990) è proprio stato costruito sul sogno di una bimba rumena di andare ad allenarsi nel celeberrimo National training center di Deva, lo stesso in cui la Comaneci mosse i suoi primi passi verso la gloria. Simone Biles è la ginnasta più forte di tutti i tempi, sta dominando il palcoscenico moderno con delle evoluzioni impossibili e su di lei è stato prodotto il film Courage of Soar. Anche Gabby Douglas, Campionessa Olimpica a Londra 2012, è stata protagonista di un film sulla sua vita speciale.

Si sa, partecipare ai Giochi Olimpici è il sogno di tutti i bambini, qualsiasi sport essi pratichino. Un desiderio che implica sacrifici, dolori, lacrime con la speranza poi che tutto venga ripagato dal luccichio dell’Arena a cinque cerchi. In molti casi sono necessari anche dei trasferimenti per perfezionarsi e poter aumentare le proprie ambizioni. È successo alla ragazzina di Per un posto sul podio (Little girls in pretty boxer, 1997) anche se la madre preferirebbe vederle fare una vita normale, senza levatacce alle cinque di mattina e allenamenti estenuanti.

Due film, invece, sono accomunati dal cosiddetto ghost, l’effetto scatenante dell’intera vicenda. Due incidenti sconvolgono la vita dei protagonisti de Il sogno di Robin (Dream to believe, 1986) e de La forza del campione (Peaceful Warrior, 2006). Nel primo ci vuole l’incontro col bellissimo Keanu Reeves (agli esordi hollywoodiani) per ridare fiducia a Robin e convincerla a sorprendere tutti partecipando al campionato scolastico nazionale; nel secondo è necessario l’arrivo di un guru/”sciamano” per far scacciare la depressione al nostro ginnasta universitario e spingerlo al ritorno agli allenamenti.

Il tema del ritorno alle gara è sempre sostanzioso, con anche tanti esempi nella realtà (basti pensare alle grandissime Nastia Liukin e Shawn Johnson). Ecco così che in American Anthem (1986) Steve abbandona il suo sport salvo riprenderlo con l’amata Julie in preparazione per i Trials mentre in The gymnast (2006) Jane riscopre l’amore per la ginnastica grazie a una coreografa che le propone sospensioni con lenzuola stile circo.

Spesso, però, si riflette anche e si affrontano argomenti scottanti, soprattutto per il pubblico adolescente. L’anoressia, la paura di ingrassare, diete, la difficoltà di convivere col proprio fisico, la ricerca di un’alimentazione corretta sono i punti cardinali della pietra miliare Per un corpo perfetto (Perfect body, 1997).

In Russia la ginnastica è una religione e si sono prodotti tanti film in merito, ovviamente poco conosciuti al pubblico nostrano (e non solo) vista la poca esportazione di film commerciali russi. Tra tutti il più apprezzato è Kukolka, sebbene la storia sia parecchio triste: una ginnasta deve dire addio al suo sport per un problema alla schiena. Ritorna a casa, frequenta una scuola normale ma abitualmente si rinchiude in camera per riguardare le sue vecchie performance e rindossare l’amato body rosso. Chiudiamo segnalando una vera chicca (praticamente introvabile) per gli intenditori: l’ungherese White Palms (2006), davvero imperdibile.

 

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: USA Gym

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