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Volley, Cristian Savani annuncia il ritiro. L’ex capitano della Nazionale: “La medaglia olimpica è il sogno di ogni bambino”

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Cristian Savani ha annunciato il suo ritiro dall’attività agonistica e ha appeso definitivamente le scarpette al chiodo dopo vent’anni di carriera ai massimi livelli. Il 38enne saluta il mondo della pallavolo dopo aver vinto la medaglia di bronzo alle Olimpiadi 2012, lo aveva fatto da capitano della nostra Nazionale e mettendosi in mostra per la sua grandissima personalità. Lo schiacciatore ha comunicato la sua decisione attraverso un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport: “Mi fermo qui, ho deciso di ritirarmi. Un po’ a causa di qualche problema fisico, un po’ perché di testa sento il bisogno di altri stimoli“.

Il bomber si era rimesso in gioco quest’anno a Dubai: “Il campionato è stato subito sospeso a inizio marzo. Ma noi (si riferisce alla moglie Mihaela e alla figlia Mia) torneremo in Italia, a Sirmione, a fine luglio. Mia figlia frequenta la prima elementare e solo una volta finito l’anno scolastico potremo trasferirci“. Cristian Savani è legatissimo alla medaglia olimpica: “Le Olimpiadi sono il sogno di ogni bambino che inizia a fare sport. In più, io di quell’Italia ero il capitano. Poi vincendo quella medaglia siamo riusciti a portare sul podio la maglia di Bovolenta, un caro amico“. Il focus sulla sua carriera è molto chiaro: “Sono molto contento di quello che ho fatto. Sono partito dal nulla e quello che ho vinto me lo sono guadagnato. Ci sono giocatori molto più talentuosi di me che hanno vinto meno. Se un atleta non ha la testa giusta non riuscirà a raggiungere traguardi importanti“.

Gli inizi a Montichiari nel 2001 poi i passaggi a Trento, Roma, Perugia, Civitanova con cui ha vinto lo scudetto nel 2011 e poi una lunga avventura all’estero tra Cina, Qatar, Turchia prima di ritornare in Italia nel 2017 con le esperienze ta Latina, Verona e Siena. L’ex capitano vorrebbe restare nel mondo della pallavolo nel prossimo futuro: “Ho ricevuto proposte anche per ruoli dirigenziali, ma non c’era nulla di serio. Sono incuriosito dal lavoro di procuratore, vedremo“.

Cristian Savani ricorda alcuni campioni del passato come Nummerdor, De Giorgi, Vujevic, Sartoretti ma il suo preferito era “Andrea Giani. A 18 anni, durante l’estate, feci un collegiale con la Nazionale. Ho diviso la camera con il Giangio. Per me è un esempio, la persona che stimo di più, quella a cui mi sono sempre ispirato“. Sugli allenatori, invece: “A Zanini sono grato perché a Montichiari ha puntato su di me. Prandi è stato come un padre, m’ha aiutato ad acquisire consapevolezza. Con Di Pinto ho fatto il salto di qualità. A Berruto mi lega una stima reciproca, mi ha fatto capitano della Nazionale. E poi Giuliani: caratterialmente siamo diversi e per il suo modo aggressivo di porsi non ci eravamo subito presi, poi ho colto il meglio del suo modo di allenare e abbiamo vinto lo scudetto“. In chiusura una riflessione sul taglio degli stipendi: “Nel 2009 a Perugia ho vissuto la stessa cosa quando la Lega decise il taglio del 25% degli stipendi senza confrontarsi: è sbagliato che gli unici a rimetterci siano i giocatori“.

 

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Lapresse

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