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Alessia Nobilio, golf femminile: “Ho firmato per andare a UCLA a novembre. Olimpiadi Giovanili bellissima emozione, quelle vere l’obiettivo”

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Un nutrito gruppo di ottime giocatrici sta scalando, da alcuni anni, le classifiche del golf femminile a livello amateur. Di queste, la più importante è senza dubbio Alessia Nobilio. Numero 3 del ranking amateur nel momento in cui si sono fermate tutte le competizioni, la milanese si è resa protagonista di un ottimo percorso, che l’ha portata fino a giocare la Junior Ryder Cup a Parigi nel 2018, oltre all’argento alle Olimpiadi Giovanili. La sua prossima meta è americana: ha deciso di frequentare, dopo il liceo, i quattro anni a UCLA, una delle più rinomate università americane per quanto riguarda lo sport con diversi nomi di spicco anche del golf che ne sono usciti. Abbiamo raggiunto Alessia Nobilio per un’intervista in cui ci ha raccontato le sensazioni dei suoi primi anni sui campi, le prospettive negli States e anche qualche nota sul suo percorso scolastico.

Quali sarebbero stati i tuoi programmi senza lo stop dovuto al virus?

“Purtroppo sono saltate alcune gare anche molto importanti. Dovevo giocare l’Augusta National Women’s Amateur tra fine marzo e inizio aprile. Quella è la gara che mi ha segnato di più, ci tenevo davvero tanto. Sarebbe stato il secondo anno per me. È la gara più importante dell’anno. Mi è dispiaciuto molto sapere che è stato addirittura cancellato e rinviato all’anno prossimo. Poi le altre gare internazionali che ho fatto negli anni precedenti (gli Internazionali di Francia, per dirne una), poi i Campionati italiani che dovevano esserci verso fine maggio. Purtroppo molte gare sono andate perdute”.

Come potrebbe andare del tutto perduta questa stagione, perché ci sono problemi soprattutto con i trasferimenti internazionali.

“Esattamente. Al momento di riaperture non se ne parla, quindi chissà quando potremo riprendere. Quest’anno purtroppo sono riuscita a fare solo due gare, quella in Portogallo e in Spagna, poi hanno fermato tutto”.

Di cui una l’avevi vinta.

“E infatti ero molto contenta, e pronta ad affrontare il resto della stagione, visto anche lo sprint iniziale. Poi purtroppo siamo stati costretti a fermarci ed adattarci a questa situazione”.

Quest’anno poi avevi raggiunto posizioni particolarmente significative nelle classifiche, come il terzo posto nel ranking amateur.

“Quelle alla fine sono state mantenute, perché c’è stato il blocco generale. Giocando magari avrei potuto guadagnarne o perderne, non lo so, ma mi è mancato e mi manca molto competere in questi quasi due mesi e mezzo”.

Fra l’altro il gruppo italiano è molto presente nelle vette delle classifiche dell’Ordine di Merito (ufficialmente chiamato WAGR): ci sono Benedetta Moresco sesta, Caterina Don decima ed Emilie Paltrinieri tredicesima.

“Sì, siamo moltissime, addirittura tre nelle prime dieci. Questo testimonia il grande lavoro della Federazione, che ci segue con grande costanza, passione e dedizione. Credo che anche il nostro spirito di squadra ci contraddistingua, perché siamo tutte molto amiche e abbiamo passato tanto tempo insieme negli ultimi anni. Creare dei rapporti fa sì che andare all’estero sia più piacevole, che si abbia la voglia di continuare a dare il massimo”.

Di recente hai mandato la lettera di intenti a UCLA.

“Esatto. Ho firmato per UCLA a novembre. Teoricamente dovevo partire a fine agosto, ma da quanto ho saputo la partenza è stata rinviata, anche se non ho date certe al momento. Frequenterò l’università di Los Angeles assieme ad Emilie Paltrinieri, che è là già da un anno ormai”.

Peraltro, con il fatto che negli States se non hanno bloccato tutto ci sono andati molto vicini, come ci si regolerà per arrivare in tempo e poter affrontare le lezioni?

“Al momento io non ho notizie certe sulle date di partenza, o sulle modalità di svolgimento delle lezioni. Tutto perché dipende dall’evoluzione della situazione pandemica. Come mi ha riferito la mia coach, siamo in attesa di certezze. È brutto perché ha sconvolto anche i miei piani. Ero convinta di poter partire il 25 agosto come programmato, e invece non so quando questo sarà possibile. E comunque sappiamo benissimo che già di suo stare in un ambiente nuovo non è facile, soprattutto quando si parla di andare dall’altra parte del mondo. A maggior ragione in questa condizione, magari con le restrizioni che dovremo adottare, sarà ancora più complesso riuscire ad ambientarsi in una situazione tanto diversa da quella in cui sono cresciuta”.

Come hai cominciato con il golf?

“Ero molto piccola, avevo 5 anni. Ho cominciato grazie a mio papà, che giocava come hobby. Ho iniziato a frequentare il corso per i giovani all’Ambrosiana, assieme a uno dei miei attuali maestri, Roberto Recchione, e da lì ho subito scoperto la mia passione. Ho sempre dedicato tutta la mia vita a questo sport, perché è sempre stato la cosa più importante, quella a cui ho sempre dedicato più tempo e attenzione. Ho capito fin da piccolina che era la mia strada, e ho continuato a percorrerla e coltivarla fino ad oggi”.

Come sei riuscita, in tutto questo tempo, a gestire il rapporto tra scuola e sport? Non dev’essere stato facile.

“Assolutamente no. Sicuramente i sacrifici ci sono stati, a partire dalla scelta della scuola, perché ne ho dovuta scegliere una privata ad indirizzo sportivo che mi giustificasse le assenze per sport e che mi desse quella settimana che mi serviva per recuperare il programma che avevo perso durante le gare, con i professori molto comprensivi. E comunque è un liceo scientifico-sportivo, non banale, però grazie ad alcuni sacrifici e all’aiuto dei miei genitori sono riuscita a conciliare le due cose, però non è sicuramente stato semplice. I risultati però sono stati buoni, anche nella scuola”.

Facendo un passo in avanti, all’ultimo biennio: le Olimpiadi Giovanili.

Quella è stata la gara più importante che ho fatto fino ad oggi. Disputarle è sempre stato il mio sogno, poi la medaglia d’argento è un’emozione indescrivibile. Prima dell’ultimo giro ero a pari merito in testa, poi ho avuto un momento di defaillance che non mi ha permesso di vincere, ma un argento è una cosa che resta per sempre. Quindi per ora è l’emozione più grande nella mia piccola carriera”.

Ad ogni modo te la sei presa al playoff, e non è cosa da poco veder sfuggire il treno della vittoria e poi riprendersi per guadagnare il secondo posto.

“Infatti quel momento è stato, nell’immediato, abbastanza ‘tragico’, quando ho realizzato il fatto di dover disputare il playoff con altre due ragazze per soli due posti. Una sarebbe finita comunque al quarto posto. Poi ho ritrovato la carica, la forza in me, ho fatto birdie alla prima buca di spareggio e ho vinto l’argento“.

Poi in Argentina, che è luogo in cui di golf se ne mastica, forse non come altri, ma i campioni ci sono stati.

“Sì, ha avuto dei giocatori fortissimi nella storia. Devo essere sincera, ci ho messo un po’ ad adattarmi. Il contesto era di per sé abbastanza difficile. Vivevamo in questi grandi palazzi assieme a migliaia di persone, avevamo i nostri spazi, è stato abbastanza difficile gestirla all’inizio. Abbiamo passato quasi un mese lì”.

Poi in quell’anno c’è stato anche il World Junior Championship.

“Abbiamo vinto i Mondiali Under 18 a squadre, io sono arrivata seconda nell’individuale. Anche quella è stata una vittoria molto importante per l’Italia, perché è comunque un Mondiale e sono molto contenta di come ho rappresentato la mia nazione. Poi anche lì abbiamo vinto al playoff, quindi è stata molto tesa. Contro gli USA”.

Ciliegina sulla torta: Junior Ryder Cup.

“A Parigi. Anche lì c’era Emilie Paltrinieri, quindi è stato bello poter condividere un’esperienza del genere con un’altra ragazza italiana. Ho giocato anche il foursome con lei, nel primo giorno. E anche quella è stata un’esperienza fantastica, perché abbiamo avuto la possibilità di seguire i professionisti nei giorni di gara, di conoscere Francesco Molinari che è sempre stato uno dei miei giocatori preferiti, così come Tiger Woods, che si è presentato, e quello è un momento che ricorderò per sempre”.

Da tremare come una foglia.

“Esatto! (ride) Il mio idolo di sempre mi ha stretto la mano, è stato un momento che sarà per sempre con me. Esperienza bellissima”.

Poi Chicco Molinari sappiamo bene cos’ha combinato quel weekend. Cinque punti su cinque, con lui (e Tommy Fleetwood) non passava più nessuno. E avevano cominciato a fare i cori…

“Sì, è stata una cosa incredibile perché ero in mezzo a tutto il pubblico che seguiva il loro match. Una cosa indescrivibile”.

Parlavi di Augusta: ci sei stata anche l’anno scorso, però è stata una delle cose un po’ meno felici.

“Quella è stata proprio poco felice. Ero riuscita a recuperare, dopo un brutto primo giro, nel secondo giorno, poi ci siamo ritrovate in undici per dieci posti nel playoff, e io alla seconda buca di spareggio sono stata esclusa e non ho potuto giocare l’ultimo giorno, che era un obiettivo per me molto importante. Però rimango comunque con l’averlo potuto giocare almeno una volta, nella prova campo, anche perché i primi due giorni abbiamo giocato su un percorso differente. Anche lì organizzazione e field erano di altissimo livello. C’erano le migliori 72 giocatrici al mondo, quindi un’ottima esperienza per potersi confrontare con loro”.

Chi volesse vedere il tuo profilo sul sito del WAGR noterebbe questo: nelle ultime 104 settimane hai ottenuto 19 top ten e 5 vittorie. Il che significa che hai avuto un’ottima costanza.

“È stata la mia caratteristica. Sono arrivata molte volte seconda. Forse perché riesco sempre a ritrovare in me anche nei momenti più bui la forza di non mollare, di andare avanti, e comunque di vedere sempre come andrà a finire. Il golf sappiamo che è uno sport strano, dove tutto è possibile. La cosa fondamentale è credere sempre in se stessi, e fortunatamente questa cosa l’ho ritrovata in me negli ultimi anni, partecipando a tutte queste gare internazionali”.

Quanto sono state di ispirazione le ragazze del passato, da Diana Luna alle due Giulie, Molinaro e Sergas, andate alle Olimpiadi nel 2016?

“Le ho sempre seguite, sono grandissime giocatrici. Purtroppo non abbiamo la possibilità di vederle in tv, e non ho neppure avuto l’opportunità di conoscerle di persona, però ne ho sempre seguito i risultati. Poi sono sempre stata fortunata, perché con le ragazze della Nazionale, un po’ più grandi, dalle quali si può sempre imparare, perché hanno avuto più esperienze di noi, come Virginia Carta, con cui ho un bellissimo rapporto tuttora. Lei ha vinto numerose gare internazionali. Per me è sempre stata un grande esempio sia come persona che come atleta”.

Che tipo di giocatrice sei e quali sono le tue caratteristiche e i difetti che vorresti limare?

“Sicuramente vorrei limare l’approccio e il gioco corto. Sono una giocatrice prevalentemente meccanica, quindi quello che ho sempre cercato di trovare in me è un po’ più di feeling, anche in alcune situazioni, soprattutto quelle un po’ più particolari. Il mio punto di forza è il putt, e sono anche abbastanza precisa dal tee, quindi queste due sono le mie caratteristiche principali”.

Non sono molti ad ammettere la propria bravura con il putt. Di solito è il contrario.

“Lo so! (ride) Ultimamente, guardando anche le statistiche, devo affermare che il putt è stata la cosa migliore. Devo dare loro ragione”.

È talmente delicata, come fase, che è difficile farlo bene.

“In passato infatti non era così per niente. Poi, con l’aiuto di Roberto Zappa, che è un grande esperto del putt, che mi ha aiutata moltissimo, adesso è diventato il mio punto forte”.

Sei fortunata perché vivi in un momento in cui il golf è tornato alle Olimpiadi con tutti gli onori, e quindi in futuro ti ritroverai a giocarti un posto, se non sarà a Parigi 2024, a Los Angeles 2028.

“Penso che sia il sogno di tutti gli atleti partecipare. Quello è l’obiettivo a lungo termine”.

Magari adesso vai all’università a Los Angeles e poi giochi le Olimpiadi lì.

“Magari! Sarebbe davvero un sogno”.

Che persona sei fuori dal campo? Quali hobby hai?

“Sono una grande appassionata di musica, l’ascolto in ogni momento della mia vita. Mi piace molto fare attività fisica. Nei rapporti con gli altri mi definirei timida all’inizio, ma estroversa poi. Ho dei buoni rapporti con tutti”.

Diciamo che all’inizio “annusi” le persone, prima di fidarti.

“Non riesco a essere tanto estroversa, soprattutto quando sono all’interno di un gruppo nuovo. Poi, dopo, è tutto più tranquillo. Mi ritengo una ragazza abbastanza solare”.

Adesso ti ritrovi a dover fare la maturità nella situazione forse più sconcertante di sempre, molto problematica.

“Poi i rapporti sociali sono ridotti al minimo, i programmi estivi sono andati perduti. Bisognerà ritrovarli, in breve tempo”.

Per te quanto è stata complicato il passaggio dalle lezioni normali a quelle online?

È stato molto complesso. Soprattutto il punto dei rapporti umani che sono andati perduti, anche nel poter vedere una persona. Con le telecamere spente a volte non è nemmeno possibile capire cosa stia pensando una persona realmente, quindi è di sicuro un metodo alternativo, diverso. Però la mia scuola si è organizzata molto bene con le lezioni online, quindi siamo riusciti ad andare avanti nel modo corretto e prepararci per la maturità. Per quel che riguarda il golf è stato completamente diverso. Le lezioni non sono paragonabili. Magari non si riescono a vedere determinate cose che, invece, dal vivo si sarebbe in grado. Ho cercato di portarle avanti nel miglior modo possibile, magari mandando qualche video a dei coach oppure organizzando lezioni online. Mi sono attrezzata, come credo un po’ tutti, con la rete e i vari strumenti che si potevano trovare online. Sto cercando di fare il più possibile, però è stato stravolto un po’ tutto”.

Tornando al golf, il tuo vero obiettivo futuro ce l’hai già, ed è l’università.

“Se non ci sarà qualche campionato in Italia, prima della partenza, penso che ritornerò a competere proprio negli States”.

Quali sono i golfisti che ti hanno ispirata di più?

Tiger Woods è sempre stato il mio punto di riferimento, per il suo atteggiamento in campo, per il suo carattere estremamente determinato e anche per la sua costanza. Poi mi è sempre piaciuto anche Rickie Fowler, per il suo feeling e istinto che gli ho sempre invidiato, ed è la cosa che ho riportato in me”.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Federazione Italiana Golf

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