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Basket: NBA, attesa per domani l’approvazione del ritorno in campo per la stagione 2019-2020 con 22 squadre

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Ormai sembra tutto pronto per l’annuncio della ripresa della NBA. Domani, se non ci saranno clamorosi sconvolgimenti dell’ultimissima ora, dovrebbe essere approvato dal Board of Governors il piano per la ripartenza della stagione 2019-2020, ferma dal 12 marzo a causa della pandemia di coronavirus. La data chiave è quella del 31 luglio.

A riportare i dettagli di quanto accadrà al ritorno sono in particolare Adrian Wojnarowski di ESPN, Shams Charania di The Athletic e Keith Smith di Yahoo Sports. La stagione ripartirà da Orlando, e lo farà con 22 squadre: le 16 già in zona playoff più le sei squadre che, nelle due conference (Eastern e Western), si trovano a sei vittorie dalla zona qualificazione: a Ovest New Orleans Hornets, Portland Trail Blazers, Phoenix Suns, Sacramento Kings, San Antonio Spurs) e a Est i soli Washington Wizards.

Ci saranno otto partite di regular season per tutte queste formazioni, dopodiché ci saranno due opzioni: la prima è quella di un autentico play-in per l’ottavo posto utile per i playoff, la seconda quella dei playoff stessi diretti. Le due opzioni si distinguono perché, nel primo caso, se la differenza tra ottava e nona dovesse essere inferiore alle 4 partite vinte, allora ci sarà una partita secca per determinare la nona testa di serie, e un doppio confronto per l’ottava. Si stanno tuttora studiando alcuni sistemi per dare una parvenza di fattore campo alle squadre meglio classificate nei playoff. Gara7 delle Finals è teoricamente programmata per il 12 ottobre, con la free agency e l’off season che inizieranno subito dopo.

Si dovrebbero disputare più partite al giorno, almeno in regular season, su due distinti campi a Disney World, in quel di Orlando, la sede prescelta per rimettere piede in campo. Potrebbero essere autorizzati sugli spalti i familiari dei giocatori. Altri dettagli del protocollo sanitario NBA sono ancora in via di discussione, mentre le squadre si ricominceranno ad allenare a luglio per poi continuare la fase del training camp direttamente a Orlando.

Se ci dovesse essere un positivo al coronavirus, questo sarebbe rimosso all’istante dal roster e messo in quarantena, oltre che trattato individualmente. Gli altri membri della squadra continuerebbero a essere testati. Non ci sarà staff negli spogliatoi dei giocatori.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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