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Basket: si ritira Vince Carter a 43 anni. Per lui 22 stagioni di NBA e di schiacciate

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Vince Carter stavolta dice basta per davvero. A 43 anni, dopo aver passato 22 stagioni sui parquet della NBA, dopo aver stabilito un record diventando il primo giocatore in assoluto a giocare in quattro decadi diverse (1990, 2000, 2010 e 2020), è dal suo podcast “Winging It with Vince Carter” che Air Canada, o Vinsanity, a seconda delle versioni, chiude con la pallacanestro.

E lo fa dopo aver lasciato un segno tangibile in questo sport: fu chiamato con la quinta scelta assoluta al draft 1998 (lo stesso di Antawn Jamison, Dirk Nowitzki e Paul Pierce). In quel draft che vide alla chiamata numero 1 Michael Olowokandi, in teoria l’erede di Hakeem “The Dream” Olajuwon, in pratica un giocatore che quella pressione non l’ha mai retta, Carter fu scelto dai Golden State Warriors, che però lo girarono ai Toronto Raptors proprio in cambio di Jamison. E lì, in Canada, iniziò a farsi valere al fianco di suo cugino di terzo grado, un tipo di nome Tracy McGrady che, tra le caratteristiche, aveva quella di risolvere le partite con 13 punti in 35 secondi (per informazioni, chiedere ai San Antonio Spurs).

La NBA, quell’anno, partì in ritardo per il primo, grande lockout, che ridusse la stagione e cancellò l’All Star Game. Carter cominciò subito a far capire chi fosse con 18.3 punti di media e una tendenza a dar spettacolo che raggiunse l’apice in due momenti a distanza di pochi mesi: All Star Game 2000, con una gara delle schiacciate che si trasformò nel suo show personale, e Olimpiadi di Sydney, dove il centro francese Frederic Weis si vide volare sopra la testa 198 centimetri di esplosività. E lui, Weis, di centimetri ne misura 215, per rendere le proporzioni. Quella schiacciata passò alla storia come la “Dunk de la Mort“.

Nel 2001, con lui, i Raptors arrivarono fino alle semifinali di Conference, perdendo alla settima gara contro i Philadelphia 76ers di Allen Iverson. Dopo alcuni anni contraddistinti da parecchi infortuni, passò ai New Jersey Nets, non più in grado di raggiungere le Finals come nel biennio magico 2002-2003, ma pur sempre una delle squadre più difficili a Est. Dopo le cinque stagioni nella franchigia che oggi si trova a Brooklyn, arrivò il momento di andare agli Orlando Magic, nella stagione successiva a quella delle ultime Finals giocate dalla franchigia. Dopo quelle due stagioni, e un’altra a Phoenix, stesso destino con i Dallas Mavericks immediatamente successivi all’anello del 2011, prima di chiudere tra Memphis Grizzlies, Sacramento Kings e Atlanta Hawks.

Rookie of the Year nel 1999, otto volte All Star, una volta nel secondo miglior quintetto della lega e una nel terzo, Vince Carter non è stato, e non è, una figura secondaria di un’intera generazione di pallacanestro. Con 25.728 punti è il 19° miglior marcatore nella storia della NBA. E, come dice lui, “it’s been a great ride”.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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