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Basket, Umberto Gandini: “Serie A 2020-2021 a 16 squadre, Torino resta avente diritto se Cremona o Roma non si iscrivessero”
Si è tenuta poco fa la conferenza stampa (video) nella quale Umberto Gandini ha comunicato la notizia della nuova riduzione della Serie A 2020-2021 a sedici squadre, con conseguente nuovo format della Supercoppa e mantenimento in standby della Reale Mutua Torino. Di seguito i passaggi più importanti della conferenza, in cui è stato anche detto, nel finale, che la Supercoppa, oltre ad avere un nuovo format, risparmierà una settimana con qualificazione delle prime 4 dei quattro gironi alle Final Four, il tutto a date di partenza ad oggi mantenute.
“Come sapete, il 1° ottobre 2019 la LBA aveva deliberato sul format delle stagioni 20-21 e seguenti prevedendo che, in caso di vuoti di organico, non si sarebbe proceduto a ripescaggi avendo come obiettivo di ripristinare il numero pari, come da convenzione con la FIP. L’emergenza che ha portato a sospendere e poi concludere anzitempo la stagione, con una formula che non prevedeva promozioni o retrocessioni tra A e A2, poi il 7 maggio 2020 il Consiglio Federale ha demandato alle Leghe i parametri per i riposizionamenti, fissando nel 15 giugno il termine per le scelte volontarie. Era il classico provvedimento di emergenza richiesto sia da LBA che da LNP e finalizzato all’autoretrocessione. Non si è manifestato il desiderio di società di serie inferiori di posizionarsi verso l’alto”.
“Avevamo deliberato di revocare la decisione del 1° ottobre 2019 e istituire un nuovo format di campionato, che ampliava a 18 squadre la Serie A, con il 18° posto, che allora era libero, doveva essere assegnato a una squadra di A2 seguendo criteri determinati da LBA. Esisteva un ranking basato su 10 punti che la LBA aveva ricevuto dalla Federazione. Abbiamo ritenuto fosse corretto avvisare Torino che aveva largamente il primo posto. Poiché, non è un mistero, Torino è ancora facente capo alla proprietà di Stefano Sardara, si è valutato di dare tempo alla società. Quello che è successo dopo: il 15 giugno Pistoia ha ufficializzato la richiesta di riposizionamento in A2. Pesaro è riuscita a spingere il cuore oltre l’ostacolo. Ci siamo così trovati con 16 squadre aventi dirtto a partecipare e a dover dar seguito alla seconda parte della nostra delibera, per cercare una seconda squadra disposta a salire, una 18a squadra in base al ranking. L’ho guardato, ho guardato chi era seconda, ho chiamato Verona. Dapprima ha dimostrato un po’ di freddezza, poi ha dato seguito con rinnovato entusiasmo all’opportunità da valutare, ci sono stati continui contatti, fino a una richiesta di estendere il termine che noi avevamo già precedentemente fissato al 22 giugno, per la richiesta di ammissione, fino al 25, perché avevano bisogno di ulteriore tempo per centrare gli obiettivi di budget. Purtroppo, come sapete, Verona non ce l’ha fatta e ha fatto un comunicato stampa nel quale si è chiamato fuori. Ho continuato a seguire il ranking: alla luce di questo, abbiamo valutato un’altra serie di squadre, nell’ordine Napoli, Ravenna, Forlì, Trapani. Arrivati a Trapani, nella giornata di sabato, ho pensato che fosse necessario riconvocare le società, perché si trattava di una situazione che richiedeva il consenso delle espresse, e nel frattempo ho cominciato a parlare con il dottor Sardara per valutare quale fosse, nell’interesse di tutte le parti, la soluzione migliore. Alla luce di tutto ciò, l’Assemblea ha deciso di modificare parzialmente il comma 2 della delibera 15 maggio 2020“.
“Il campionato è a 16 squadre, la Supercoppa sarà a 16 squadre divise in 4 gironi da 4 squadre e successiva Final Four, e nel contempo abbiamo deciso di mantenere inalterata per la Reale Mutua Torino la possibilità di essere ammessa in caso di mancata iscrizione di una delle società aventi diritto. La decisione è stata presa all’unanimità, con sola assente la Virtus Bologna per motivi logistici. In pieno accordo con la struttura proprietaria di Torino, vorrei ringraziare, per l’entusiasmo con cui aveva aderito, ma anche con la serietà e il rispetto delle istituzioni che ha mostrato la proprietà attuale nell’assemblea di oggi. Hanno ringraziato Sardara per la lucidità con cui ha affrontato questa situazione, nonostante fosse già arrivata in Lega la fidejussione per l’iscrizione e gli adempimenti necessari, inclusi il passaggio di proprietà, erano in pieno svolgimento. Mi preme sottolineare due punti: il primo è che qui non si tratta soltanto di un mero discorso di volontà di reperimento di risorse, ma la cosa che i media non hanno valutato a sufficienza è che qui si passa da dilettantismo di A2 a professionismo di A, che ha una serie di regole non solo interne di Lega e FIP, ma anche di Stato, risalenti alla legge 91 del 1981. Solo il fatto di fare questo passaggio fa sì che il budget debba adeguarsi, ma anche gli stipendi devono essere corretti da oneri previdenziali e sociali previsti dalla normativa.
“Questo passaggio, in un momento particolare del nostro Paese, è il punto principale e porta anche a fare una riflessione su quanto sia epocale il passaggio dal dilettantismo al professionismo: non può essere lasciato solo al risultato sportivo, ma deve passare attraverso norme e organizzazione societaria per mettere in sicurezza un ambiente, quello della Serie A, che ha dimostrato secondo me di essere serio. Ci sono sedici società, più Torino che vorrebbe farne parte, che caricano tutta una serie di costi, di incertezze riguardo alla stagione 20-21, il fatto che oggi ancora non sappiamo come potremo svolgere la nostra attività. Secondo punto: a mio parere, essendo arrivato il 9 marzo, non ho vissuto confusione, caos, incertezze, ma ho trovato un ambiente che ha condiviso problemi collettivi, che ha cercato di risolvere tutte le problematiche individuali. Abbiamo una Serie A disomogenea dal punto di vista di potenzialità, investimenti e solidità per quanto riguarda le proprietà, ma sono società che stanno facendo investimenti ingenti. Ieri Dan Peterson parlava di quanto il mercato quest’anno fosse inaspettato, per poter avere le carte in regola per fare un campionato importante”.
A domanda di Vincenzo Di Schiavi (Gazzetta dello Sport) sull’opportunità di attendere fino al 15 giugno per Torino e di chiedere garanzie alle due società in bilico: “La richiesta di riposizionamento di Pistoia è stata fatta in quei giorni e portata a casa con il Consiglio Federale del 7 maggio. Noi abbiamo fatto il ranking, avevamo le due situazioni pericolose chiave di Pesaro e Pistoia. Considerando fosse inizialmente plausibile che il riposizionamento l’avrebbero chiesto due squadre, o nessuna, restare a 18 era la cosa più logica. Torino era largamente in testa nel ranking, ma aveva il peccato originale di avere una proprietà condivisa con Sassari. Pesaro ha buttato il cuore oltre l’ostacolo e ha fatto un apprezzato investimento importante. Pistoia ha avuto una situazione considerata irreversibile, ha fatto un passo estremamente dignitoso e doloroso che l’ha portata a scegliere il riposizionamento e ha mischiato le carte. Però la nostra delibera del 15 maggio mi dava autorità di integrare l’organico. Non ci aspettavamo che anche chi non era stato convocato tenesse a farci sapere che non voleva cambiare le carte in tavola. A quel punto l’interesse è stato di tenere il campionato pari. Quello che sta succedendo è quanto previsto dalle norme. Le due società citate, Cremona e Virtus Roma, stanno esercitando un loro diritto e facendo quanto è in loro potere restare in A. Per quello abbiamo considerato che, qualora una delle due non ce la facesse, Torino potrà mantenere il posto in Serie A. E’ prevista un’assemblea di Lega il 4 agosto, il Consiglio Federale il 6″.
Ad Andrea Barocci (Corriere dello Sport) su Cremona e Roma, eventualità di mancato cambio di proprietà di Torino, calendari: “Le interlocuzioni con le proprietà di Cremona e Roma sono costanti, sia in maniera diretta e indiretta. Stanno facendo passi per mettere in sicurezza secondo i termini possibili e immaginabili. Per modi diversi e percorsi diversi stanno cercando quelle risorse che permettono loro di iscriversi regolarmente. Il momento non è dei migliori. La situazione di Roma la conoscete, la famiglia Toti ha fatto tanto per vent’anni e spera di trovare da qui al 31 luglio risorse alternative, e lo stesso è arrivato da Cremona, dove è stato chiesto supporto al tessuto imprenditoriale locale. Purtroppo, non avendo la palla di cristallo, posso solo essere informato in tutti i modi possibili. Torino credo abbia interessi continui a perseguire un passaggio di proprietà, con l’intervento di soci che condividano il percorso. Mantenendo la prudenza, se abbiamo fatto quanto abbiamo fatto, è perché abbiamo ragionevoli aspettative perché il percorso di Torino possa essere ripreso. Avevamo presentato un planning a 18 squadre: ovviamente cambia il format di Supercoppa, per il calendario ci sono ancora dei punti oscuri perché non si sa se la finestra delle Nazionali verrà usata o meno, non sappiamo delle Final Eight, di settimane in via di esaurimento. Quattro giornate in meno ci permetteranno di valutare qual è la cosa migliore per noi”.
A Piero Guerrini (Tuttosport) sulle tempistiche strette nel caso in cui Torino potesse disputare la A e sull’eventualità di un campionato a 14 senza Cremona e Roma: “Abbiamo convenuto oggi che, qualora da qui al 31 luglio, penso che non sarà impossibile ottenere una deroga, un’estensione per Torino se dovesse essere la 16a squadra. L’eventualità di una mancata iscrizione di Cremona e Roma è il tema dell’assemblea di LBA del 4 agosto, ove dovesse succedere. Se le squadre non si iscrivessero, dovrebbero essere riposizionate nel primo campionato a libera iscrizione”.
A Giorgio Viberti (La Stampa) sul fatto di “demonizzare” un campionato dispari e ancora su Torino: “Da un lato c’è grandissima disponibilità di Stefano Sardara, perché lui è nella complessa situazione di avere due proprietà, la seconda a Torino è stata per così dire “sballottata”. Più della società, capisco che si erano create delle aspettative, ma non c’è stata certo una mancanza di dialogo o una sottostima di quello che stavamo facendo. Se uno non fa niente, non sbaglia mai. Ritengo che l’unanimità con cui le società mi hanno accompagnato dall’elezione fino a oggi dimostra che è stato corretto fare quel che finora abbiamo fatto. L’eventualità di giocare un campionato dispari, vorrei ricordare che prima del mio arrivo era già stata scartata con delibera per il numero pari. Noi abbiamo proseguito in questo solco. Si è creata una situazione complessa, che è però stata discussa anche con Torino. Ci auguriamo che la bontà delle scelte fatte in questo periodo venga dimostrata”.
A Flavio Vanetti (Corriere della Sera) sulla questione credito d’imposta: “E’ un tema sollevato in primis, prima di Pasqua, direttamente da me e Petrucci nell’unica riunione che abbiamo avuto con Spadafora quando si parlava di interventi urgenti e mettere in sicurezza il sistema. Era finalizzata ad avere un beneficio per poter continuare a vivere in quel sistema che è struttura portante dello sport italiano, in cui gli imprenditori locali decidono di sostenere una disciplina sportiva. Il fatto che tutti gli interventi fatti fino a oggi siano fatti non nell’ottica di un sostegno dello sport di vertice, ma a pioggia, sono interventi che non considerano che nello sport professionistico ci sono tantissime persone che vivono in questa famiglia professionistica. Il basket, che vive per l’80% di sponsorizzazioni, si trova in una situazione difficile, con le imprese che si trovano giocoforza costrette a ridurre l’impegno. Vale anche per l’A2, a maggior ragione per quelle società che avrebbero potuto andare in A, ma che avrebbero dovuto chiedere uno sforzo agli sponsor nel momento in cui era difficile immaginarlo. Abbiamo fatto tutto il possibile, come Lega e FIP, per comunicare quanto importante sarebbe un intervento del Governo. Non so dirti se sono ottimista o pessimista, sono realista. Continuo a pensare che un provvedimento di tale importanza non possa passare nel dimenticatoio”.
A Cosimo Cito (La Repubblica): “Il ranking è uno strumento che abbiamo valutato internamente che si basa su storia sportiva, budget, impianti, vertenze legali, collegamenti, presenze di altre squadre nella Regione e via dicendo. Nell’ambito di una vastissima delega abbiamo cercato di mettere in riga le società di A2 per identificare quelle più omogenee e abbiamo cercato di privilegiare coloro che stavano facendo un percorso sportivo, sempre nell’autonomia, perché non c’era il merito sportivo di nessun tipo. Ci sono state erronee interpretazioni delle norme federali, persone che hanno pensato che quello a Torino fosse stato un favore fatto a Sardara. La società però voleva salire e lo ha dimostrato”.
A Fabrizio Noto (All-Around): “I 10 punti sono stati mandati al Consiglio Federale, era una comunicazione dovuta. E’ al vaglio nel senso che è a sua disposizione. Lo valuterà il 6 agosto. Dopo 7 dinieghi, l’unico motivo per avere una 18a squadra sarebbe stato istituire un beauty contest. Il caso di Udine è emblematico. Udine non è stata ufficialmente contattata. Il fatto di trovarsi, a seguito di legittimi sondaggi, con Udine che era disponibile, fa dire benissimo, valutiamolo. Noi dobbiamo essere vigili e flessibili e avere un format che sia adattabile alle circostanze che dovremo andare ad affrontare. Ora stiamo tutti parlando di una ripresa, ma abbiamo anche le voci di chi parla di una seconda ondata. Dovremo adattarci a quello che succederà. Ma anche la FIBA ha dato un segnale che non è certo sulle finestre delle nazionali”.
A Pietro Colnago (Sky) su domanda diretta sull’aver mai pensato a una stagione senza retrocessioni: “Noi facciamo parte con la FIP di un sistema di vasi comunicanti, che prevede un sistema di promozioni e retrocessioni come in altri sport. Non siamo una lega chiusa, e per conseguenza dobbiamo inserirci nei regolamenti esistenti. Il sistema di promozioni e retrocessioni è quello che applichiamo. Con il Covid è stata neutralizzata la stagione 19-20 senza retrocessione. Non concordo sul fatto che si possa perdere appeal o altro, dobbiamo essere agili e pronti ad adattarci a quello che accadrà. Io devo guardare il prodotto nel suo insieme un campionato senza retrocessione non sembra il leitmotiv, anzi i segni delle società sono di grande vitalità. Sui giovani ci sono altri segnali importanti, come Davide Casarin in prima squadra a Venezia. Stiamo aspettando le disposizioni organizzative 20-21 per vedere se c’è qualche cambiamento. A livello giovanile sia maschile che femminile le Nazionali italiane hanno fatto bene, salvo poi trovare difficoltà al livello successivo. La Federazione credo dovrebbe stabilire gli obiettivi dei campionati, e stabilire dunque qual è quello dello sviluppo degli italiani e quale quello di trainare il sistema. La LBA per me appartiene a questo secondo caso. In tema di norme, nei prossimi mesi spero di poter adottare un sistema di licenze. Quello che ho trovato strano è che basti il titolo sportivo per passare dal dilettantismo al professionismo. Credo che invece la FIP debba pensare a un sistema di licenze, che prevede determinati criteri di tipo finanziario”.
A Fabrizio Barbieri (La Provincia di Cremona) sui diritti tv viste anche le limitazioni nei palasport: “Se ci saranno delle norme che lo permetteranno, declineremo tutto il possibile adattandolo alle esigenze dei palazzetti. Noi abbiamo i diritti in tv in scadenza domani. Nell’Assemblea del 15 maggio abbiamo varato le linee guida, dobbiamo aspettare la pubblicazione. Abbiamo chiesto agevolazioni in considerazione della situazione, e speriamo di chiudere il più presto possibile“.
A Marino Petrelli (Il Messaggero) sulle squadre e la Comtec: “Oggi la LBA non è strutturata in una maniera tale da poter sfruttare tutte quelle personalità che il mondo digital ci può consentire, abbiamo già alcuni partner con cui stiamo valutando cosa fare. Cerchiamo di rendere la Lega il più possibile autonoma e strutturata per poter diventare, negli anni, una fonte contributiva alle fortune delle società e non soltanto strumento di servizio. La Lega avrà una sua autonomia gestionale e commerciale. La creazione di un database con le società è una cosa indifferibile, la possibilità di sfruttare meglio l’inventory commerciale della Serie A in base ai regolamenti. La Comtec è un organismo indipendente: ha diramato le sue regole d’ingaggio per la stagione 20-21, in linea con quelle della stagione 19-20. La Lega si sta facendo parte attiva per quanto è di sua competenza. Per fare questo, ci si è avvalsi della Deloitte, che certificherà tutti i documenti che verranno trasmessi”.
A Claudio Pea: “Ci sarà in chiaro uno dei pacchetti dei diritti tv, la richiesta di andare in chiaro c’è. Dobbiamo promuovere la pallacanestro come attività, come sport, c’è una grandissima spettacolarità che è andata dispersa negli ultimi anni. Noi possiamo esprimere dei desiderata, e sarà l’Assemblea a deliberare quale strada intraprendere. Non c’è solo la Rai in chiaro, ma l’Ente pubblico ha il dovere di sostenere il sistema sportivo nazionale. Noi non ci precludiamo nessuna strada, parleremo con tutti gli operatori interessati, ci auguriamo di fare quanto più possibile per aumentare la struttura dei ricavi. Vogliamo arrivare ad avere uno sponsor che creda nella disciplina, che sostenga un’attività con l’utilizzo di questa sponsorizzazione nell’interattività verso il pubblico che va nei palasport. La realtà della Lega è di professionisti e consulenti, ma se i risultati fino ad ora sono stati questi forse non era possibile fare di meglio ad ora. Sto cercando di dotare la Lega di una struttura non necessariamente interna per poter ottenere dal mercato commerciale un ritorno per il basket”.
A Matteo De Santis (La Stampa): “Non ho ancora avuto il piacere di vedere tutti i presidenti, so che alcune decisioni non potranno piacere a tutti, ma l’interesse rimane esclusivamente quello della Serie A che deve essere tutelata. Forse ho fatto errori per inesperienza o ignoranza della materia, nel caso specifico però non ritengo di aver sbagliato specie per le associazioni di categoria. Abbiamo un contratto collettivo da anni immemori, che merita di essere rivisto. All’interno di questo abbiamo prima discusso, bene, sulla stagione 19-20. Rimango convinto che sia folle non prevedere cosa succeda se si ripete quel che abbiamo visto. Se riusciamo ad avere delle linee comuni come quelle indicate sui BAT sarà un bene”.
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Credit: Ciamillo