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Bonus scommesse online: sempre più legali in tutta Europa

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L’Europa ama scommettere, e lo dimostra un trend di fatturati costantemente in aumento. Negli ultimi anni infatti, moltissimi casinò si sono riversati sul Web, consentendo a milioni di appassionati di accedere a forme di scommessa sempre più innovative. Ad esempio, visitando uno dei siti presenti su questa pagina dedicata alla raccolta e recensione di diversi bonus scommesse online, si potrà intuire quale sia il percorso intrapreso da questo settore. In questo modo gli operatori hanno coniugato due aspetti che caratterizzano i giocatori delle varie nazioni: l’emozione di quella che è la sfida personale, unita alla competizione sportiva a cui assistono. Il settore come detto non conosce crisi, quindi nel tempo si è resa necessaria una regolamentazione più precisa. In questo articolo faremo una panoramica sulla situazione legislativa europea in ambito betting.

Il betting in Europa: Finlandia e Grecia

Tutta la legislazione e le recenti normative dei vari Stati europei in materia di betting, mirano nella stessa direzione, ovvero tutelare il consumatore. L’unico modo per ottenere questo risultato, è quello di mettere al bando gli operatori illegali. La Finlandia – dove vengono praticati anche un gran numero di sport invernali, con un conseguente interesse di numerosi enti di scommesse – demandava a più enti, troppo differenti tra loro, il controllo del settore: Polizia, Parlamento, Ministero delle Finanze ed altri. Una simile deframmentazione portava inesorabilmente ad un caos difficilmente gestibile. Allo stato attuale delle cose, il Governo finlandese sta intervenendo proprio per riunire tutte le competenze sotto un unico organo di vigilanza.

Anche in Grecia la situazione è in piena evoluzione, e la normativa è stata completamente rinnovata. In questo caso, gli interventi sono stati messi in campo sia per gli operatori fisici delle scommesse, che per i bookmaker online. Ad oggi, il costo di una licenza regolare per i casinò, ammonta a 2 milioni di euro. L’importo sale a 3 milioni di euro per la loro controparte online. Agli operatori viene richiesto inoltre un capitale minimo di 200.000 euro. In questo modo si cerca di tenere lontani dal mercato quei portali a rischio di insolvenza. Ad ogni modo, nessuno vieta di detenere entrambe le licenze.

I casi di Inghilterra e Norvegia

Proseguiamo questa panoramica sulla legislazione europea in ambito betting con l’Inghilterra. Nonostante la sua recente uscita dall’Europa stessa, le normative inglesi del settore sono molto precise. Purtroppo in questo caso il Paese deve fare i conti anche con l’aspetto negativo del gioco, ovvero quello patologico. Il mercato inglese è da sempre uno dei più floridi, e in questo caso alla popolazione viene richiesta solamente una presa di coscienza maggiore verso le scommesse sportive.

La Norvegia invece, giustamente si prepara ad una guerra verso gli operatori illegali. L’ente preposto alla vigilanza, ovvero il Lottstift, chiede da molto tempo l’intervento del governo in tal senso, per dare un giro di vite contro chi non rispetta le normative. I motivi della richiesta in questo caso sono due. Il primo, il più nobile, è quello di proteggere il consumatore da eventuali truffe. Il secondo invece, è quello di mantenere il mercato libero da una concorrenza sleale.

Legislazione italiana sulle scommesse

In molte situazioni il nostro Paese non si distingue per un sistema legislativo efficace e di facile interpretazione. Ma non è questo il caso, perché le normative attuali italiane in merito al betting, sono piuttosto precise. Innanzitutto è stato stabilito che sia solamente l’AAMS, Monopoli di Stato, a vigilare sul settore. Grazie a ciò, per il consumatore identificare un portale affidabile, è davvero molto semplice. Visitando infatti un qualsiasi sito di gioco, si potrà appurare come direttamente in home page, questo riporti il logo AAMS, che ne certifica il rispetto delle normative.

Ad onor del vero, un po’ di confusione è stata fatta anche nel nostro Paese. Nonostante come detto le leggi italiane sul gioco d’azzardo siano sempre state molto rigide infatti, il recente Decreto Dignità aveva creato un po’ di malumori nel settore. Si prevedeva infatti l’abolizione totale di ogni forma di pubblicità di giochi e scommesse in generale. Ma la normativa è stata ulteriormente oggetto di ritocchi, che hanno meglio determinato i limiti operativi per le sponsorizzazioni.

Foto: Lapresse

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