Formula 1
F1, Ferrari poco considerata dalle avversarie: e se la SF1000 sorprendesse?
È sempre più vicino il primo momento della verità per i team di Formula 1, che a partire da venerdì 3 luglio dovranno gettare la maschera e dimostrare in pista il reale potenziale delle rispettive vetture. Nel fine settimana del 3-5 luglio è previsto infatti il Gran Premio d’Austria, primo round stagionale di un Mondiale di Formula 1 2020 rivoluzionato dalle conseguenze della pandemia. A Zeltweg andrà in scena il primo vero confronto diretto tra i tre top team in lizza per il titolo iridato, dato che i risultati dei test invernali di Barcellona vanno sempre presi con le pinze come insegnano le ultime annate.
Sulla carta però Mercedes sembra aver conservato il vantaggio tecnico nei confronti dei suoi competitor principali, con una Red Bull in grande spolvero che potrebbe aver scalzato la Ferrari nel ruolo di seconda forza del campionato. I test pre-stagionali hanno emesso questi verdetti provvisori, che sarebbero comunque stati tutti da dimostrare anche in gara, ma la pandemia ha rimandato di quasi quattro mesi l’inizio del Mondiale 2020 e quindi non è assolutamente scontato che i valori emersi durante le prove catalane vengano confermati nelle prime due tappe iridate in Austria. A preoccupare i tifosi del Cavallino sono invece le dichiarazioni rilasciate in questi mesi dal team principal Mattia Binotto e dal super consulente della Red Bull, Helmut Marko, che in sostanza non hanno ritenuto la Rossa in grado di lottare per la vittoria fin da subito. Rispetto alla SF1000 che avrebbe dovuto esordire in Australia, la scuderia di Maranello sembra essere riuscita a migliorare alcune aree della vettura per una possibile crescita di due-tre decimi al giro in vista del doppio appuntamento stiriano.
Le simulazioni al banco hanno infatti evidenziato dei dati positivi derivanti dalla power-unit e dalla trasmissione, anche se è lecito pensare che anche Mercedes e Red Bull possano aver migliorato il pacchetto tecnico delle rispettive macchine rispetto ai test di Barcellona. Nonostante la scarsa competitività messa in mostra specialmente sul giro secco a febbraio in quel di Montmelò, la Rossa ha comunque fatto intravedere un passo gara molto interessante sulla lunga distanza anche grazie ad una gestione delle gomme ottimale. Il DNA della SF1000 è quasi diametralmente opposto a quello della SF90 (2019), perciò non va scartata l’ipotesi di vedere la nuova Ferrari meno competitiva sui tracciati da medio-basso carico aerodinamico (per esempio Zeltweg) con l’obiettivo di contrastare la Mercedes e la Red Bull su piste più tortuose e prive di grandi allunghi (Budapest). Sarà dunque possibile fare un primo bilancio sul valore effettivo della nuova Ferrari solo al termine del weekend dell’Hungaroring, terza gara stagionale.
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erik.nicolaysen@oasport.it
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