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F1, il record di vittorie nel Mondiale. Lewis Hamilton ad un passo da Michael Schumacher

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Grazie all’affermazione del 2019, Lewis Hamilton si è issato a quota sei Mondiali vinti in carriera, portandosi così a una sola lunghezza da Michael Schumacher, recordman assoluto in termini di titoli iridati in Formula 1. Ai nastri di partenza della stagione 2020, il britannico scatta con i favori del pronostico per la conquista del successo finale, eventualità che gli permetterebbe di appaiare il pilota tedesco. Al riguardo, è interessante notare come il primato di vittorie nel Mondiale sia stato detenuto solamente da tre uomini nel corso dei settant’anni di storia del Circus.

Il record originale viene stabilito da Alberto Ascari, primo pilota capace di vincere più di una corona iridata. Il lombardo si laurea campione nel 1952 e nel 1953. Il suo “regno”, però, dura pochissimo. Infatti Juan Manuel Fangio lo eguaglia già nel 1954, superandolo definitivamente nel 1955, anno in cui l’argentino conquista il suo terzo Mondiale e l’italiano purtroppo perde la vita in un incidente. Certo, se Ascari non fosse morto, la storia della Formula 1 avrebbe potuto essere molto diversa, soprattutto nella seconda metà degli anni ’50. Purtroppo, non sapremo mai come sarebbe andata e soprattutto “di se e di ma son piene le fosse”, come scriveva Alessandro Manzoni. Dunque i fatti ci dicono che El Chueco, dopo il terzo titolo, ne inanella altri due, arrivando a quota cinque. Questo primato diventa mitico, poiché si tramuta nel “Sacro Graal” della Formula 1. Infatti, per decenni non solo nessuno è in grado di batterlo, ma si fatica persino ad avvicinarlo.

Jack Brabham accarezza il sogno di riuscirci, ma la sconfitta patita dal compagno di squadra Denis Hulme nel 1967 gli toglie l’eventuale quarto titolo e gli tarpa le ali nella rincorsa al record (che comunque non avrebbe raggiunto). Jackie Stewart si issa a sua volta a tre Iridi, ma a quel punto dice basta, esausto per la snervante vita del pilota e non più disposto a mettere in gioco la sua vita. Dopodiché, quando Emerson Fittipaldi inizia a battere una serie di primati di precocità, vincendo il suo secondo titolo ancora ventisettenne, c’è chi pensa che in prospettiva il brasiliano potrebbe ambire a infastidire l’argentino. Invece “Emmo” decide di mettere in piedi un proprio team, che però non riuscirà mai a sfondare, spingendo il paulista ad abbandonare la Formula 1 a soli trentaquattro anni, dopo una serie di stagioni deludenti. Niki Lauda avrebbe avuto tutte le qualità necessarie per mettere in discussione il record di Fangio, ma il rogo del Nürburgring che gli costa il titolo del 1976, la scelta di lasciare la Ferrari per la meno competitiva Brabham a fine 1977 e la pausa di due anni (1980-1981) tolgono troppe “cartucce” al suo caricatore, con il quale riesce comunque a centrare tre Mondiali.

Bisogna aspettare il 1993 prima di trovare un pilota capace di issarsi a quota quattro iridi. Ci riesce Alain Prost, che però si ferma a un passo dal raggiungere El Chueco. Il “Professore”, conscio di avere imboccato la parabola discendente, preferisce ritirarsi da Campione in carica, rinunciando a un anno di contratto con la Williams e all’opportunità di conquistare il quinto Mondiale. Ormai siamo nel 1994 e tutti sono convinti che Ayrton Senna possa eguagliare, se non addirittura battere, Fangio prima del 2000. Il destino vuole diversamente, poiché il brasiliano muore tragicamente a Imola. Poco più di un anno dopo anche El Maestro, ormai ottantaquattrenne, abbandona questo mondo. Il suo primato però resiste sino all’inizio del XXI secolo.

Solo nel 2002, quarantacinque anni dopo il quinto iride dell’argentino, Michael Schumacher riesce a eguagliare il record, detronizzando poi Fangio nel 2003, stagione in cui il tedesco arpiona il suo sesto Mondiale. Da allora sono passate 17 primavere e il Kaiser non ha mai mollato lo scettro, che però ora viene messo seriamente in discussione da Lewis Hamilton. Riuscirà il britannico ad affiancarsi al teutonico a quota sette? Al riguardo si nota un dato interessante. Chi ha pareggiato il conto con il più vincente di sempre, lo ha poi superato nella stagione immediatamente successiva (prima Fangio con Ascari e poi Schumacher con Fangio). Se il trentacinquenne inglese dovesse essere in grado di conquistare il settimo Iride, la storia si ripeterà nuovamente e Lewis inanellerà subito dopo l’ottava corona, prendendosi così il trono solo per sé?

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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