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F1, la FIA accorcia ulteriormente i tempi di sviluppo delle monoposto 2020. Ferrari nei guai?

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Mancano ormai solamente due settimane alla fine della lunghissima attesa e il Mondiale 2020 di Formula 1 potrà prendere il via. Con il GP dell’Austria inizierà una stagione concentratissima che metterà a dura prova meccanici e piloti, permettendo dall’altro lato agli appassionati di recuperare in pieno dall’astinenza di questi mesi.

Continuano tuttavia i lavori “dietro le quinte” del mondo della F1. In questi giorni si è riunito infatti il Consiglio Mondiale che ha approvato una nuova serie di cambiamenti al regolamento tecnico di questa stagione che prevede dei tempi di sviluppo ridotti sulle parti omologabili e la definitiva decisione riguardo l’utilizzo dei due token a disposizione entro il 22 luglio. L’impressione è che ancora una volta i provvedimenti adottati stiano andando contro al naturale processo di sviluppo che dovrebbe essere proprio della massima categoria dell’automobilismo, limitando le libertà concesse ai team e, di conseguenza, il loro potere di modificare i valori in campo durante la stagione.

Come riporta il sito it.motorsport.com erano già state stabilite due date significative per omologare le singole parti della macchina. La prima, definita “R1-2020” non è cambiata: con l’entrata in pista nelle prove libere del GP d’Austria del 3 luglio scatta il “freezing” di telaio, sistemi di sicurezza, trasmissione, pedali, sistema di alimentazione, impianto idraulico, cerchi, termo coperte, pinze dei freni e sistema Brake by wire, scambiatori di calore, la radio di bordo, il sistema per bere del pilota e le attrezzature per fare i pit stop. La modifica riguarda, invece, la seconda scadenza chiamata “Mid-2020”, che viene anticipata al 15 settembre, mentre era inizialmente prevista per il 15 ottobre. L’Articolo 22.1.2.b del Regolamento Tecnico F1 è stato rivisto.

Ciò che emerge dunque da questa decisione è una necessità da parte dei team di anticipare la programmazione e la progettazione di molti componenti della vettura di almeno un mese. Una notizia che di certo non può far piacere a Ferrari, squadra che avrebbe necessità di più tempo possibile per migliorare le performance della SF1000 dopo che i primi test in Spagna non avevano lasciato riscontri confortanti.

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michele.brugnara@oasport.it

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