Formula 1
F1, Liberty Media e Fia vogliono incertezza, ma la Mercedes difende il suo status di leader
Sono giorni particolarmente convulsi e nello stesso tempo importanti in F1. Nelle ultime ore è arrivata la notizia del calendario ufficiale delle prime otto gare del Mondiale 2020. Si partirà il 5 luglio in Austria e si correrà sempre nel Vecchio Continente per via delle oggettive difficoltà negli spostamenti in territorio asiatico. Successivamente si vedrà se ciò sarà possibile o se, in alternativa, si deciderà di introdurre altri appuntamenti sempre in Europa.
Ciò detto, Liberty Media e la Fia sono a lavoro per capire se e quanto sia possibile modificare il regolamento tecnico e sportivo vista la situazione molto particolare. E’ evidente che l’approvazione del Budget Cap, il congelamento delle vetture e i tagli sugli sviluppi negli ambiti aerodinamico e motoristico siano stati escogitati per un discorso tipicamente economico. In quest’annata, poi, le ore concesse in galleria del vento e al simulatore saranno contingentate, mentre nel prossimo anno varrà il cosiddetto “Balance of Performance aerodinamico“. Ci si riferisce alle ore a disposizione dei team per lavorare in galleria del vento, che non saranno le stesse per tutte le scuderie, ma si seguirà un criterio crescente a partire da chi ha vinto il titolo costruttori del 2020. Tradotto: si definirà un monte ore standard l’anno prossimo, la squadra campione del mondo potrà utilizzare il 90% del totale e tale valore aumenterà del 2.5% per ogni posizione della classifica generale dei costruttori. Pertanto, la squadra che nel 2020 terminerà in ultima posizione potrà beneficiare di un monte ore del 112.5%. Vi sarà un aumento dell’incremento citato nel 2022: il team che conquisterà l’iride disporrà solo del 70% delle ore totali e il margine di crescita salirà al 5% tra le squadre.
Stiamo parlando quindi di un sistema (già in uso nel campionato WEC per fare un esempio) che ha uno scopo chiaro: portare a un livellamento per quanto concerne le prestazioni delle vetture che prenderanno parte al campionato. In questo senso, l’impostazione dei gestori americani, volta a promuovere lo spettacolo, è abbastanza chiara. L’anno venturo e ancor più nel 2022, con le monoposto “rivoluzionate” tecnicamente, si vorrà avere un quadro della situazione nel quale non solo i team con le più alte disponibilità economiche potranno lottare per le posizione di vertice. Il “BoP” si lega a questa filosofia. Di fatto il Circus è stato spesso caratterizzato dai grandi domini. Negli ultimi 20 anni si pensi alla Ferrari con Michael Schumacher, successivamente alla Red Bull con Sebastian Vettel e poi nell’era dei motori ibridi all’egemonia della Mercedes. L’intenzione, dunque, è quella di assicurare una lotta più avvincente e un “racconto con un finale meno prevedibile”.
Per lo stesso motivo si era presa in considerazione l’idea di cambiare il format del sabato nel secondo round consecutivo in Austria. La proposta era quella di una sprint race (gara sprint) al posto delle qualifiche, con griglia di partenza stabilita dalla classifica mondiale, ma invertita. Questo voleva dire che il primo nella graduatoria generale sarebbe scattato dal fondo e così via, per regalare più incertezza. I riscontri di questa prova sarebbero andati poi a delineare l’ordine di partenza della gara domenicale.
Una soluzione però fortemente osteggiata dalla Mercedes e in seconda battuta dalla Racing Point, molto legata economicamente (non solo) alla scuderia di Brackley. La motivazione è chiara: la conservazione del proprio status di leader. Le Frecce d’Argento, assolute dominatrici di questa era dei motori ibridi, non vogliono di certo cedere a cambiamenti che possano in qualche modo mettere in pericolo la propria egemonia. Per questo, la sprint race è stata ritenuta “inaccettabile” e, non essendoci l’unanimità nella votazione di questa modifica, niente cambierà.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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