Formula 1
F1, Sebastian Vettel alla Mercedes con Lewis Hamilton? Potrebbe essere una pessima idea per tutti
Per la Formula 1 si avvicina sempre di più l’attesissimo avvio della stagione 2020, che avverrà tra un mese in Austria. Cionondimeno il ritardo causato dalla pandemia del Covid-19 non ha fermato il lavoro dei team in ottica 2021, almeno sul fronte del mercato piloti. È risaputo che Sebastian Vettel lascerà la Ferrari alla fine dell’anno, ma il suo futuro è ancora nebuloso. Si fa un gran parlare di un suo possibile trasferimento alla Mercedes, dove potrebbe affiancarsi a Lewis Hamilton per dare vita alla coppia più titolata di sempre. Tuttavia viene da chiedersi se un eventuale approdo del tedesco a Brackley sia una buona idea, sia per il pilota che per il team. Andiamo a vedere perché.
Hamilton e Vettel sono i due fuoriclasse che hanno segnato gli anni ’10 del XXI secolo, durante i quali il britannico ha conquistato cinque titoli e il teutonico quattro. Mai, nella storia del Circus, un decennio era stato caratterizzato da un duopolio così marcato. Eppure raramente Lewis e Seb si sono confrontati ad armi pari, in quanto l’uno o l’altro hanno spesso avuto per le mani a turno una vettura dominante. Il duello è stato equilibrato solo nel 2017 e 2018. In entrambi i casi è stato Hamilton a primeggiare, ma se nel 2017 sono stati gli episodi a fare la differenza, nel 2018 la contesa si è risolta in favore dell’inglese a causa degli errori del tedesco. In particolare è inequivocabile che quanto accaduto a Hockenheim il 22 luglio 2018 sia stato un punto di svolta nella carriera di Vettel. L’uscita di pista quando era al comando del GP di Germania ha dato il via a un crollo verticale nel rendimento del teutonico, che da quel momento non è più stato lo stesso, arrivando addirittura a perdere la leadership interna alla Ferrari nel corso del 2019. Alla luce di tutto ciò, converrebbe a Seb mettersi sotto lo stesso tetto di Lewis?
Indubbiamente se l’affare Vettel-Mercedes si concretizzasse, sarebbe affascinante vedere per la prima volta il trentacinquenne inglese e il trentatreenne dell’Assia sulla stessa monoposto. Cionondimeno, per il tedesco sarebbe un grande azzardo. D’accordo, si confronterebbe con il suo più grande rivale con la medesima vettura, ma in primo luogo si troverebbe in un team ormai plasmato a immagine e somiglianza del suo principale avversario, che gareggia per le frecce d’argento dal 2013. Già questo potrebbe essere un elemento destabilizzante per l’equilibro di Seb, decisamente fragile ormai da quasi due anni. Insomma, vista la china presa dalla sua carriera, andare allo scontro frontale con Lewis rischia di tramutarsi in una missione kamikaze. Il Vettel post-Hockenheim 2018 non sembra in grado di reggere il confronto con Hamilton, neppure a parità di vettura. Troppi gli errori commessi nell’ultimo anno e mezzo di GP per pensare di poter sovrastare il britannico, a meno che il tedesco non sia in grado di resettarsi completamente e ripartire mentalmente da zero. Fatto però tutt’altro che semplice, soprattutto se il compagno di squadra dovesse rivelarsi superiore. In quel caso, ci sarebbe la possibilità di un nuovo cortocircuito psicologico, che potrebbe essere persino letale per la carriera di Seb. Dunque, il gioco varrebbe la candela? Sarebbe un all in con uno stack inferiore a quello dell’avversario.
In più, al di là di ciò che potrebbe essere bene per il teutonico, siamo sicuri che un suo ingaggio convenga alla Mercedes? Certo, mettere in piedi una coppia Hamilton-Vettel sarebbe formidabile dal punto di vista dell’immagine e, forse, anche sul piano dei risultati. Tuttavia, le Frecce d’Argento non hanno certo bisogno di costruire questo tandem per dominare, visto che lo fanno già da più di un lustro! Inoltre l’eventuale arrivo del tedesco sarebbe un autentico terremoto nell’ottica dell’armonia interna al team tanto cara a Toto Wolff. Non bisogna dimenticare come, tra i fattori che nel 2019 hanno spinto a sacrificare un pilota promettente e formato in casa quale Esteban Ocon, vi fosse anche la possibilità che il suo carattere non sempre docile potesse risultare un elemento destabilizzante per la serenità della squadra. L’ottima relazione tra Hamilton e Bottas ha infatti aiutato parecchio il finlandese a venire confermato. D’altronde in Mercedes si vorrebbe evitare di rivedere gli scontri fratricidi del 2016. Invece, inserire nel team un pilota come Vettel, il cui principale obiettivo sarebbe battere il compagno di squadra, rischia di generare una competizione interna tutt’altro che salutare.
Infine, a Brackley bisogna anche dare uno sguardo al futuro. Ragionando in ottica 2021 la coppia Hamilton-Vettel, per quanto vincente e titolata, avrebbe un’età media di 35 anni. Sotto questo aspetto il tandem ferrarista Leclerc-Sainz sarebbe di quasi 10 primavere più giovane e il medesimo discorso varrebbe anche per la formazione Red Bull, poiché verosimilmente al fianco di Verstappen ci sarà uno tra Albon e Gasly. In Mercedes è quindi obbligatorio preparare il dopo-Hamilton e, in tal senso, dopo aver lasciato libero Ocon non ci si può permettere di perdere per strada anche George Russell. Attualmente il ventiduenne britannico è “parcheggiato” alla Williams, ma la sua promozione alla casa madre dovrebbe avvenire, al più tardi, nel 2022. Ritardarla ulteriormente sarebbe deleterio. In quest’ottica, mettere Seb sotto contratto rischia di sbarrare la strada a Russell, a meno che il tedesco non accetti un accordo di una sola stagione. Con quali prospettive però? Quella di essere rapidamente sostituto dal giovanissimo inglese se le cose dovessero andare male? Non certo la miglior stella sotto cui far nascere una collaborazione…
In conclusione, l’impressione è che un potenziale approdo di Vettel alla Mercedes, per quanto affascinante sia altamente rischioso, per non dire controproducente. In primis per il pilota, al quale probabilmente non conviene andare allo scontro frontale con Hamilton. In secondo luogo per il team. Il clima da “definitiva resa dei conti” tra il britannico e il teutonico sarebbe elettrizzante per gli appassionati, ma potenzialmente distruttivo per gli equilibri interni della squadra, sia nell’immediato che nel medio termine.
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paone_francesco[at]yahoo.it
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Foto: La Presse