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Giro delle Fiandre 2020, Tom Boonen: “Questa è la stagione giusta per provare una gara più breve”

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Tom Boonen, uno dei più grandi interpreti delle classiche del nord nel nuovo millennio, ha parlato dell’accorciamento del percorso del Giro delle Fiandre 2020, e del taglio del muro di Grammont, ai microfoni di Het Laatste Nieuws. Queste le sue parole: “Mi dispiace molto che il Muur sia stato tolto dal percorso, ma questa può essere l’occasione giusta per provare a vedere cosa succede con un tracciato più breve. Io sono un tradizionalista, vorrei che tutto rimanesse com’è. Una gara di 220 chilometri, anziché 240, però, potrebbe essere più spettacolare. Ad esempio, i pretendenti al successo finale sarebbero sicuramente di più“.

Viene da chiedersi, però, in che modo un Fiandre più breve può essere più spettacolare. Il ciclismo nell’ultimo decennio ha cercato di ridurre drasticamente i chilometraggi delle tappe dei grandi giri, ma questo non si è tramutato in gare più movimentate. Ciò che strega del ciclismo non è sempre stato l’uomo che sfida i suoi limiti? Le imprese di Coppi alla Milano-Sanremo del ’46 o alla Cuneo-Pinerolo del Giro ’49, ad esempio. Oppure quelle di Bartali nella Cannes-Briançon e nella Briançon-Aix-les-Bains del Tour ’48. E tornando alla storia recente, e allo stesso Giro delle Fiandre, come non citare la cavalcata di Philippe Gilbert nell’edizione 2017 della grande classica fiamminga.

Davvero corse più semplici e brevi, dove i valori si appiattiscono, possono rendere il ciclismo più spettacolare e dare ai fan delle due ruote quello che cercano? Non è forse proprio il contrario ciò di cui abbiamo bisogno? Non sarebbe meglio vedere un po’ più spesso numeri come quello sopraccitato di Gilbert o ancora quello di Chris Froome nella terzultima frazione del Giro d’Italia 2018?

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luca.saugo@oasport.it

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Twitter: @LucaSaugo

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Foto: Pier Colombo

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