Ciclismo
Giro d’Italia 2020: la grande occasione degli outsider. Chi potrebbe dare l’assalto alla top10 o a qualcosa di più
La startlist del Giro d’Italia 2020 si prospetta inferiore, a livello di nomi, a quelle delle ultimissime edizioni della Corsa Rosa. Richard Carapaz, Vincenzo Nibali e Simon Yates sono i tre favoriti, in attesa di sapere se qualche reduce del Tour si presenterà nel Bel Paese a ottobre. Oltre a loro, però, c’è una lunga fila di outsider pronti a stupire. Impossibile non citare per primo l’enfant prodige Remco Evenepoel. L’ex calciatore è un talento generazionale e da lui è lecito aspettarsi di tutto. Le cronometro, inoltre, gli strizzano l’occhio e chissà che non voglia provare già da ora a vincere un Grand Tour.
Il Giro 2020 rappresenta anche una grande occasione per il danese dell’Astana Jakob Fuglsang. Il vincitore dell’ultima Liegi è storicamente un ottimo uomo da brevi corse a tappe, ma in una manifestazione di tre settimane vanta giusto un settimo posto al Tour 2013. L’occasione per migliorare quel piazzamento potrebbe finalmente essere arrivata. E’ notizia degli ultimi giorni, invece, che Marc Soler guiderà la Movistar alla Corsa Rosa. Il giovane spagnolo nel 2018 ha vinto la Parigi-Nizza e nel 2019 è arrivato in top-10 alla Vuelta. E’ alla prima esperienza da capitano in un grande giro, per cui non è facile prevedere dove arriverà.
Un nome da tenere sempre a mente, tra le seconde linee, è quello di Rafal Majka. Il polacco non è un corridore appariscente, ma possiede una grande costanza di rendimento che al Giro gli ha permesso sovente di piazzarsi nelle posizioni nobili della classifica. In casa Bora, inoltre, ci sarà anche quel Patrick Konrad che ha già agguantato la top-10 al Giro nel 2019. Prima della pandemia, oltretutto, pareva certa anche la presenza del tedesco Maximillian Schachmann. Ad oggi non sembra più così probabile vederlo sulle strade dello Stivale, dato che la Corsa Rosa si svolgerà in contemporanea con le classiche delle Ardenne, suo naturale terreno d’elezione. Certamente, però, in caso di partecipazione il vincitore dell’ultima Parigi-Nizza sarebbe uno dei nomi da seguire con maggior interesse, anche per capire se può diventare un uomo da gare di tre settimane.
Tra i nomi che già in passato hanno fatto molto bene nei grandi giri, invece, troviamo Ilnur Zakarin, che al Giro fu addirittura quinto nel 2017, Wilco Kelderman, atleta dai mezzi notevoli, ma spesso rallentato da un carattere un po’ remissivo, George Bennett, ottavo due anni fa alla Corsa Rosa, Damiano Caruso, corridore che non fa parlare molto di sé, ma che si piazza bene con costanza, e il fondista norvegese Carl Fredrik Hagen, in top-10 l’anno scorso alla Vuelta alla sua prima partecipazione assoluta in un grande giro.
Potrebbe essere l’occasione del riscatto per due come Carlos Alberto Betancur e TJ Van Garderen che nelle ultime stagioni hanno deluso parecchio. In casa EF proverà a fare classifica anche Hugh Carthy, un atleta che fin qui, in carriera, non è riuscito a convincere fino in fondo a causa di una certa discontinuità in salita e di doti a crono non all’altezza. Tra le file della Movistar, invece, stuzzica il nome di Juan Diego Alba, terzo con vittoria nella frazione del doppio Mortirolo all’ultimo Giro d’Italia U23.
Quick-Step e Astana possono contare su due seconde punte giovani come James Knox per i primi, il quale l’anno scorso ha a lungo occupato un posto in top-10 alla Vuelta, e Oscar Rodriguez, vincitore sulla Camperona nell’edizione 2018 del grande giro spagnolo. In casa Italia, ovviamente, tutti si attendono il salto di qualità di Giulio Ciccone, ma occhio a Diego Ulissi. Il toscano non ha mai fatto classifica in un grande giro, ma le qualità a crono e sulle salite lunghe, si pensi alla vittoria di Montecopiolo ad esempio, non gli mancano. Giunto a 30 anni sta vivendo il periodo migliore della sua carriera e chissà che l’assenza di un vero leader all’interno del suo sodalizio non lo porti a cercare di testarsi sui ventun giorni. La UAE, inoltre, potrebbe schierare anche Davide Formolo, un corridore che ha già mostrato a più riprese di essere materiale da top-10.
Infine un’altra suggestione interessante porta il nome di Rohan Dennis. Il campione del Mondo a cronometro l’anno scorso fece secondo al Tour de Suisse e già nel 2018 lottò a lungo per la top-10 al Giro d’Italia. Chissà che su un percorso più dolce, come quello di questa stagione, non riesca a rimanere nelle posizioni nobili della graduatoria fino alla frazione conclusiva.
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luca.saugo@oasport.it
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Foto: Lapresse