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Ciclismo
Giro d’Italia 2020: le 5 incognite del gareggiare in ottobre. Tra freddo e nodo contagi
E’ ormai ufficiale che il Giro d’Italia 2020 si terrà a ottobre. Tutto sommato meglio così piuttosto che un rinvio al 2021, ma la nuova collocazione della Corsa Rosa si porta dietro delle incognite. Prima tra tutte la paura del ritorno del virus. Alcuni esperti non nascondono, infatti, che ci sia il rischio che la pandemia riprenda forza proprio in autunno. E nel caso succedesse come ci si comporterà in merito? Si annullerà la manifestazione? Si proverà a correre a porte chiuse? E se un corridore dovesse risultare positivo al virus che si fa?
Il clima e la lunghezza delle giornate di ottobre, inoltre, sono ben diversi da quelli di maggio. Partenze e arrivi di tappa andranno anticipati, onde evitare che ai corridori capiti di gareggiare col buio. Il freddo di inizio autunno, oltretutto, è certamente sopportabile, ma non è il caldo di maggio e giocoforza influenzerà la gara. Questi due elementi, inoltre, ci danno da pensare sulle effettive possibilità che si riescano a scalare i colli presenti nel percorso che superano i 2000 metri, e soprattutto, quelli che misurano oltre 2500 metri (Stelvio e Agnello).
In caso di neve ad alta quota, il tracciato andrà ovviamente rivisto ed è meglio avere pronti dei Piani B già da ora. Dopodiché, infine, ci sono i punti di domanda legati ai corridori. Gli atleti arriveranno al Giro con appena due mesi di gare nelle gambe, riusciranno tutti a trovare la miglior condizione in un lasso di tempo così breve, oppure qualcuno ne pagherà le conseguenze? E la Corsa Rosa, oltretutto, riuscirà ad attrarre qualche grosso nome che esce bene dal Tour, o la posizione del grande giro nostrano, terribilmente ravvicinata a quella della Grande Boucle, farà desistere tutti i migliori che si daranno battaglia al di là delle Alpi?
Ad oggi, ad essere onesti, è un po’ tutto un’incognita. La Corsa Rosa in una posizione di calendario totalmente inusuale, in cui ha traslocato per via di uno degli eventi che più hanno condizionato la specie umana nella storia recente, è indubbiamente un esperimento particolare, forse avventato, ma anche affascinante. Il ciclismo è stato rappresentazione del mondo che riparte dopo ambedue le Guerre Mondiali. La speranza, ovviamente, è che questo stravagante Giro autunnale non venga condizionato troppo dalle incognite di cui sopra e sia anch’esso un’istantanea di un nuovo inizio.
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luca.saugo@oasport.it
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Foto: Lapresse