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Golf: Ian Poulter e Mark Hubbard, RBC Heritage 2020 da leader dopo il primo giro. Bene Hovland, male molti big

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Il sole di Hilton Head, in South California, accoglie i facenti parte del field dell’RBC Heritage 2020 all’Harbour Town, secondo torneo della ripresa del PGA Tour dopo la lunga pausa determinata dalla pandemia di coronavirus. Ed è una vecchia volpe dei campi a prendersi la leadership, sebbene in coabitazione: l’inglese Ian Poulter, infatti, completa il primo giro in 64 colpi, 7 sotto il par, con due birdie alla 17 e alla 18 e, in generale, senza mai incappare in bogey. Il veterano di Ryder Cup è accompagnato dall’americano Mark Hubbard, trentunenne di Denver il cui miglior risultato dell’anno è stato il secondo posto allo Houston Open. Per lui cinque birdie e un eagle (alla 2).

Prima di procedere con il resoconto dei primi dieci, vale la pena sottolineare la prestazione di Bernhard Langer. Il tedesco, 62 anni (63 ad agosto), è infatti riuscito a mettere insieme una gran bella prestazione in -2, rimediando con una grande seconda metà di giro (quattro birdie) a un inizio un po’ traballante. Il tempo passa, la classe e la forza no: parliamo, del resto, del dominatore del tour europeo negli Anni ’80 e primi ’90, del vincitore di due Masters con altri Major soltanto sfiorati.

Ritornando alla classifica dei big, a -6 ci sono gli americani Ryan Palmer, Brice Garnett e Webb Simpson, il sudafricano Dylan Frittelli, il colombiano Sebastian Muñoz e il norvegese Viktor Hovland, che per il momento riscatta la non esaltante scorsa settimana. Decimi a -5 gli altri statunitensi Matthew NeSmith, Tony Finau e Jordan Spieth, l’inglese Matthew Fitzpatrick, il sudafricano Erik van Rooyen e il canadese Mackenzie Hughes. Diversi i nomi di spicco nel gruppo dei sedicesimi, tra cui il numero 3 del mondo Brooks Koepka, Rickie Fowler, Bryson DeChambeau e il sudafricano Ernie Els, anche lui con un passato importante e in grado di mettere insieme la maggior parte del suo attuale -4 nelle prime nove buche.

Giornata difficile per parecchi big: 68° posto, a -1, per lo spagnolo Sergio Garcia, l’americano Patrick Reed e l’inglese Justin Rose (appaiati a un’altra vecchia gloria, il figiano Vijay Singh), mentre è 85° pari con il par l’altro iberico Jon Rahm, il numero 2 del mondo, così come l’australiano Jason Day. Ancora peggio va al leader dell’OWGR, Rory McIlroy, 101° a +1, e a grosso rischio ci sono anche il sudcoreano Sungjae Im (120° a +2), il giapponese Hideki Matsuyama e l’irlandese Shane Lowry (134° posto a +3), il nordirlandese Graeme McDowell (143° a +4).

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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