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Il Tour de France 2020 sarà a porte aperte. Prudhomme: “Ma niente baci e abbracci alle premiazioni, né autografi”

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Nonostante le molteplici difficoltà, l’organizzazione del Tour de France 2020 sta proseguendo, almeno sottotraccia. Il direttore della Grand Boucle, Christian Prudhomme, deve valutare ogni minima situazione dato che l’emergenza sanitaria globale non permette di sottostimare davvero nulla. A due mesi dal via ufficiale sembra che le prime linee guida siano state tracciate, come spiega lo stesso numero uno della corsa a tappe più celebre del mondo.

Innanzitutto il periodo nel quale si correrà la gara francese sarà una vera e propria prima volta. “Vivremo un Tour de France unico, dato che non è mai partito così tardi. In teoria, rispetto al solito, sarà meno caldo e probabilmente ci sarà più vento – le sue parole riportate da TuttoBiciWeb –Sappiamo che ci sarà anche meno gente sulle strade, ma l’importante è che si torni a vivere una festa. Naturalmente nel rispetto delle misure sanitarie”.

Anche se la prima tappa è ormai all’orizzonte, Prudhomme ammette che non tutto è ancora stato deciso e il tempo inizia a stringere: “La situazione cambia di giorno in giorno, per questo i dettagli li definiremo nel periodo a cavallo tra la fine del mese di luglio ed inizio agosto. Quello che possiamo dire è che sarà una gara alla quale, più che mai, parteciperanno i migliori ciclisti del mondo”.

Il coronavirus ha stravolto il mondo intero e le nostre abitudini. Di conseguenza anche lo sport si è dovuto adeguare, e così sarà anche pensando alla Grand Boucle. “Per quel che riguarda la carovana avremo un centinaio di veicoli, circa il sessanta per cento in meno rispetto agli anni precedenti. La crisi economica sta colpendo duramente diversi settori ed i tagli al marketing sono inevitabili. Cambieranno le cose ovviamente per cerimoniale e dopo corsa. Non ci saranno certamente baci o abbracci durante le cerimonie di premiazione e sappiamo che non sarà l’anno migliore per andare a caccia di autografi. Il pubblico verrà al Tour, certo, ma probabilmente saremo costretti a fare una selezione rigorosa. In montagna ad esempio daremo la precedenza a coloro che arriveranno a piedi, in bicicletta oppure con i mezzi pubblici. Ma, ripeto, la situazione cambia di giorno in giorno e oggi non sappiano quello che succederà tra due mesi”.

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Lapresse

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