Artistica
Marco Lodadio: “Brevetterò un mio movimento, a Tokyo con un esercizio più difficile. Nel 2015 ero saturo, poi ho ritrovato l’amore per la ginnastica”
Marco Lodadio è tornato ad allenarsi da un mesetto a Civitavecchia dopo la sosta forzata dovuta alla pandemia. Il laziale, argento agli anelli ai Mondiali e agli Europei 2019, ha dovuto fare i conti con il rinvio delle Olimpiadi a causa dell’emergenza sanitaria e in questo periodo difficile ha cercato comunque di mantenersi in forma, rimandando di un anno il suo assalto alla medaglia a cinque cerchi. Il 28enne, arruolato per l’Aeronautica Militare, ha ritrovato grinta e coraggio, col suo consueto carisma e con la sua simpatia si è raccontato in una lunga intervista video ad OA Sport, in collaborazione con Sport2u.
VIDEO INTERVISTA MARCO LODADIO:
Come ti senti e come hai superato questa quarantena?
“In questo periodo siamo stati tutti quanti un po’ in difficoltà, è stato sconvolgente rimanere a casa. Io mi sono dato da fare per restare in forma anche se è stato difficile. Abbiamo comunque ripreso e la ripartenza è stata un piacere per tutti quanti e speriamo che tutto proceda per il verso giusto”.
Come è stato tornare in palestra dopo un periodo così lungo?
“Rientrare in palestra, dopo la notizia del posticipo delle Olimpiadi, è stato anomalo. Ricominciare è stato come iniziare un nuovo periodo che speriamo arrivi a Tokyo. Adesso stiamo facendo attività fisica perché sono usciti dolori, fastidi, problemini che andranno risolti col prosieguo dell’attività“.
Come hai preso la notizia del rinvio delle Olimpiadi? Pensi che il posticipo ti abbia danneggiato?
“Inizialmente l’ho presa così, nel senso che quando sei un treno in corsa e arriva la frenata brusca c’è un attimo di disorientamento e non capisci come gestire la cosa. Comunque è un dato di fatto, puoi arrabbiarti col mondo intero ma è un problema che esiste per tutti. Io ne ho preso atto e ho progettato un aumento del mio livello tecnico, penso che sia la cosa migliore da fare adesso. Quando rientri in palestra, sai che i Giochi sono stati rinviati e non ci sono gare devi trovare le giuste motivazioni.
Io per fortuna sono sempre stato in grado di pormi sempre un obiettivo, uno step successivo. Non mi sono mai accontentato di quello che ho raggiunto. L’ho fatto in passato quando non conoscevo il mio livello, mentre oggi è proprio la voglia di migliorarmi che mi spinge: è la cosa migliore che uno sportivo che può fare ovvero essere un agonista e non accontentarsi del livello raggiunto perché può esserci sempre uno step ulteriore“.
La tua crescita è stata passo dopo passo: hai incominciato dalla World Challenge Cup, poi hai vinto un bronzo ai Mondiali, un argento agli Europei, l’oro agli European Games e poi l’argento ai Mondiali. Ora saresti andato alle Olimpiadi per fare il colpaccio…
“Dobbiamo partire dalla preistoria. In qualche modo io ero un atleta con un elevato potenziale inespresso dovuto a diversi fattori, tra cui la mia non consapevolezza riguardo a questo potenziale. Ci sono stati dei fattori che hanno portato a questo atteggiamento mentale, ad esempio qualche anno fa la direzione tecnica aveva in considerazione grandi senatori e quello aveva un po’ fermato i più giovani, in quel periodo c’era un po’ di mancata fiducia nei giovani e tanti se ne sono persi. Ora il problema sembra essere risolto. Io a 22 anni ero nel giro della Nazionale ma non capivo come andare oltre, la ginnastica era diventata uno stress ed era dispendiosa perché per potermi permettere gli allenamenti dovevo lavorare tutti i giorni per potermi permettere quello che era un hobby. A 22 anni ti rendo conto che qualcosa nella tua vita deve cambiare, o diventi un lavoratore oppure devi trovare una svolta.
Io non sopportavo più questa situazione: facevo tutto quello per quale motivo? Quale ritorno avevo a livello personale? Era una passione che si stava spegnendo. Durante un test prima di un Mondiale ho avuto il mio blocco totale: ho fatto una diagonale al corpo libero e mi sono inchiodate le gambe. Mi si è creato un blocco psicologico per la mia insoddisfazione personale. Io ho anche smesso l’attività per cinque mesi dopo il Mondiale di Glasgow 2015 (quello in cui l’Italia non si qualificò alle Olimpiadi 2016, ndr.) ma poi ho capito che mi mancava fare ginnastica. Dovevo dimostrare a me stesso che potevo diventare un Marco migliore e dimostrare che le persone che non avevano creduto in me potevano essersi sbagliate. Ho fatto una scommessa con me stesso, ho deciso di lavorare meno, di guadagnare meno per investire su me stesso. Per uno sportivo dilettante non è facile, io ora faccio per fortuna parte dell’Aeronautica Militare ed è un sostegno non indifferente.
Quando sono arrivato ai Mondiali di Doha 2018 era impensabile fare una medaglia, ma il mio fattore di crescita era iniziato nel 2016: c’è voluto un lasso di tempo in cui sono riuscito a passare da un livello agli anelli neanche tra i migliori a livello nazionale fino a una medaglia iridata. È arrivata in un momento in cui non ero nemmeno convinto di poter arrivare a quel livello. Nella mia vita ho capito le mie ambizioni, ho fatto delle mie scommesse. La prossima è la medaglia olimpica? Ce l’ho da parecchio quella scommessa.
Sono riuscito a trovare in me stesso le motivazioni, i vari obiettivi e i vari modi per oltrepassare l’asticella che mi interessava. Ero arrivato a un punto in cui la ginnastica non mi interessava proprio più, ero saturo. Mi rendevo conto che il mio obiettivo era più lontano, non vedevo più gli altri perché ero convinto che a un certo punto non avrebbero potuto più fare a meno di me. È stato un discorso che sembra egocentrico ma che è stato motivazionale per me”.
Andrai alle Olimpiadi per conquistare una medaglia. Come ti stai preparando? Quali sono i tuoi principali avversari?
“L’Olimpiade è un sogno per un atleta, quello che da bambino vedi come l’idolo e quindi sogni ed è bello riportare questo sogno da grande: non mi sarei aspettato di realizzarlo. Ora da atleta che gioca con i più forti mi sento in dovere di dovere fare il colpaccio, sto valutando le opzioni per aumentare il valore dell’esercizio, studio quello che fanno gli altri e sono sempre molto attento un po’ come procedono gli avversari. Ad oggi il livello internazionale è altissimo, siamo arrivati a un livello stellare e al momento non ci sono errori, nei migliori otto vediamo i soliti nomi che negli ultimi anni hanno ricoperto le alte sfere del podio. Petrounias, Zanetti, Abliazin, Colak: tutti quanti questi atleti sono delle leggende, se devo dire quelli che sono i più forti direi gli otto che sono stati in finale negli ultimi anni: è sempre stata una guerra. Il più imprevedibile? Io”.
Ti sei sognato il villaggio olimpico? Come sarà il tuo esercizio?
“Non posso dirti quante volte mi sono sognato l’esercizio. Lo ho provato l’ultima volta in Serie A. 6.4 di partenza con un incremento di un decimo, sarebbe dal Baladin andando alla croce verticale al posto che all’orizzontale unita. Azarian rondine, lancio appoggio in rondine, Yamawaki, Jonasson, croce, lancio appoggio orizzontale unita, Azarian croce, slancio appoggio in verticale e uscita in doppio raccolto con doppio avvitamento che ora sto cercando di aumentare, sto lavorando sull’uscita in teso ma è una cosina un po’ più lontana perché l’ho identificata dopo il lockdown ed è ancora immatura come cosa. Diventerebbe un 6.5 con la nuova uscita“.
Stai preparando un elemento inventato da te e che porterà il tuo nome? Ci puoi dire qualcosa?
“Il Lodadio? È un elemento che è la ciliegina sulla torta. Dovrebbe valere una F o una E che si andrebbe a sostituire a una F che eseguo già, bisogna capire se conviene a livello fisico. Non lo posso ancora dire di cosa si tratta perché magari me lo rubano. Sono sempre dell’idea del brevetto…“.
Proprio per quanto riguarda i brevetti. Durante il lockdown hai realizzato degli “anelli da giardino”: hai pensato di brevettare il sistema?
“In realtà l’ho fatta come una cosa che serviva a me, mi sono mantenuto fisicamente grazie a quell’attrezzo. Ho visto anche che ha fatto clamore, ma non ho pensato di farci un marketing sopra“.
L’Italia non si è qualificata alle Olimpiadi con l’intera squadra per appena mezzo punto agli ultimi Mondiali. Si potrebbe però essere ripescati se la Russia dovesse essere squalificata…
“Dispiacere non essere ai Giochi con l’intera squadra? No, è stata una disgrazia! Quando non ce l’abbiamo fatta mi è crollato il mondo addosso. I ragazzi hanno dato cuore e anima. Abbiamo un po’ di amaro in bocca che rimarrà sempre perché la qualificazione olimpica era il coronamento di un sogno collettivo e quella collettività che avevamo creato si meritava di partecipare ai Giochi. Della Russia non so, non so come procede la cosa ma non ho ben capito ma non sono nemmeno convinto al 100% che se la Russia venisse squalificata allora l’Italia rientrerebbe. È una situazione anomala che non c’è mai stata prima e sicuramente ci saranno riunioni e consigli per capire come fare, potrebbero anche dire che ci vanno undici squadre e l’Italia non ci rientra”.
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stefano.villa@oasport.it
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Foto: Simone Ferraro/FGI