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MotoGP, calendario compresso in Europa: tante piste non favorevoli a Dovizioso e la Ducati

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Il Mondiale MotoGP 2020 sarà piuttosto un Europeo MotoGP? No, non siamo impazziti. Semplicemente la bozza di calendario sulla quale stanno lavorando Dorna e FIM ha già ampiamente confermato come la maggior parte dei Gran Premi previsti saranno di scena tutti nel Vecchio Continente. Sono già stati cancellati, per esempio, il Gran Premio del Giappone di Motegi o quello d’Australia di Phillip Island, mentre anche le altre prove orientali sono tutte sub-judice, perché non potranno disputarsi a porte chiuse. Un grosso punto di domanda, sul quale Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, e tutto il suo entourage, stanno lavorando. Per andare sul sicuro stanno provando a collocare numerose corse in Europa, con doppiette possibili in Spagna e Austria, e forse anche a Misano. Fuori dal nostro continente si potrebbero vedere davvero poche corse, con Malesia e Thailandia in bilico, senza dimenticare Stati Uniti e Argentina.

Non è facile sapere chi si potrebbe giovare da un Mondiale particolarmente “europeo”. Sicuramente Andrea Dovizioso e la Ducati confidavano nella trasferta di Sepang, dove podi e vittorie sono arrivati con buona regolarità, mentre in alcune tappe europee il suo andamento a livello storico non è stato spesso scintillante. Andiamo, quindi, ad analizzare lo storico del nativo di Forlimpopoli sulle piste dove, quasi sicuramente, si correrà in questo Mondiale MotoGP 2020.

Si partirà, come appare ormai certo, da Jerez de la Frontera. Da quando è in Ducati, sulla pista andalusa il romagnolo non è mai salito sul podio. Un anno fa centrò la quarta posizione (suo miglior risultato) mentre nel 2018 fu messo ko nella famosa carambola con Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa. Anche nel 2016 non completò la gara, mentre nel 2017 concluse quinto. Per sfortuna di “Desmo Dovi” a Jerez si correrà addirittura in due occasioni per cui, anche per le caratteristiche della sua Ducati, dovrà davvero stringere i denti per un avvio di stagione che si annuncia in salita.

La seconda tappa dovrebbe svolgersi a Brno, con il Gran Premio della Repubblica Ceca. In questo caso il ruolino di marcia va leggermente meglio, dato che il pilota forlivese ha centrato un successo nel 2018, assieme ad un secondo posto un anno fa. In precedenza, tuttavia, non andò oltre ad un filotto di sesti posti, senza dimenticare il ritiro del 2016. Il mese di agosto dovrebbe vedere azione anche in Austria, forse addirittura in due occasioni. Ad ogni modo il Red Bull Ring è probabilmente il tracciato preferito per la moto bolognese. Dovizioso, infatti, ha vinto due volte nelle ultime tre annate (nel mezzo un terzo posto quando vinse il suo ex compagno di scuderia Jorge Lorenzo) aggiungendo anche una piazza d’onore nel 2016 alle spalle di Andrea Iannone.

Secondo la bozza di calendario che è stata svelata in questi giorni, non mancherà la tappa del Gran Premio di Catalogna. Sulla pista del Montmelò Dovizioso arriva da due ritiri consecutivi, mentre nel 2017 era riuscito a centrare il successo, facendo il bis del Mugello. Sul tracciato catalano, tuttavia, i precedenti non sono incoraggianti. Settimo nel 2016, ancora un ritiro nel 2015, quindi ottavo nel 2014. Il mese di settembre dovrebbe vedere azione sui circuiti di Misano, Aragon e Le Mans. Sulla pista di casa per il romagnolo il successo del 2018 non riesce a mutare un trend ben poco incoraggiante. Sesto nel 2019 e 2016, ottavo nel 2015, mentre riuscì a salire sul gradino più basso del podio nel 2017.

A Le Mans, invece, il ducatista ha alternato buone cose ad altre meno positive. Secondo un anno fa, ritirato nel 2018, quindi quarto nel 2017, ritirato nel 2016 e terzo nel 2015. Un vero e proprio sali-scendi al quale manca al prima vittoria sul circuito della Sarthe. Anche ad Aragon i precedenti non sono propriamente scintillanti. A parte due secondi posti, infatti, Andrea Dovizioso non ha mai vinto al MotorLand, dove ha anche all’attivo un settimo, un quinto ed un undicesimo posto.

Nel complesso, quindi, non si può parlare di una “Campagna Europea” particolarmente drammatica ma nemmeno con un andamento storico che possa fare davvero sperare nel titolo. Certo, nell’era di Marc Marquez non è certo semplice conquistare una vittoria, ma in piste come Jerez, Le Mans o Phillip Island (che per fortuna di Dovizioso non ci sarà nel 2020) il gap con i migliori è sempre troppo evidente. Questo tribolatissimo anno spariglierà le carte in tavola? Lo scopriremo da qui a fine novembre, con il romagnolo che farà di tutto per conquistare il suo primo titolo nella classe regina, dopo tre piazze d’onore consecutive.

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Hazrin CRIC / Shutterstock.com

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