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Pallanuoto
Pallanuoto, Sandro Bovo: “Campionato annullato? Scelta frettolosa. Alle Olimpiadi i piccoli dettagli faranno la differenza”
Due medaglie olimpiche, lo storico oro di Barcellona 1992 con il Settebello. Poi una lunghissima carriera da allenatore, sempre sulla panchina dell’AN Brescia, compagine che è arrivata ai massimi livelli nel campionato italiano, rivaleggiando sempre con una Pro Recco spesso e volentieri fuori portata. Alessandro Bovo è uno dei personaggi storici della pallanuoto tricolore. Lo abbiamo ascoltato in esclusiva per OA Sport.
Come hai passato questo periodo di quarantena lontano dalle piscine?
“L’ho passata a casa con la famiglia. Siamo stati bene, con tutte le mie figlie. Un bel periodo, diverso, ma siamo stati bene: quando c’è un bel clima a casa non ci si può lamentare”.
Quando pensi che si possa ricominciare a pieno ritmo con gli allenamenti?
“Siamo ripartiti adesso con gli allenamenti, molto limitati. In vasca da 50 metri con quattro atleti per corsia. Ci vorrà tempo, soprattutto qui in Lombardia. La speranza è che quanto prima si possa tornare alla normalità. Siamo in attesa, ci vorrà la capacità di adattarsi alle disposizioni”.
Pensi sia stata giusta la decisione di annullare tutte le competizioni? Anche se un po’ di amaro in bocca non può che esserci, soprattutto guardando all’EuroCup.
“L’amaro in bocca c’è. Negli altri Paesi stanno riprendendo a giocare. A livello europeo sarebbe stato impossibile andare avanti. A livello italiano non so se c’era la possibilità. La decisione da parte dei club è stata un po’ frettolosa. Si poteva buttare la palla un po’ più avanti, rinviare questa decisione. Da un punto di vista morale è evidente che con quello che è successo il resto passa in secondo piano, però prima o poi dobbiamo tornare alla normalità. La decisione è stata un po’ frettolosa, si poteva anche spostare il campionato più avanti, io sarei stato più che disponibile”.
La pallanuoto a livello di società è uno degli sport che più potrebbero subire questo momento: come vedi il futuro della tua disciplina?
“Tutti gli sport che non siano il calcio subiranno delle conseguenze. Il calcio compreso, ma ha una forza, un’industria alle spalle enorme. Le altre discipline che vivono di sponsorizzazioni, che sono spesso legate a rapporti personali di amicizia o passione, più che di un ritorno, saranno in difficoltà. Lo Stato deve agevolare in qualche modo chi investe per lo sport. È fondamentale perché lo sport ha una funzione sociale molto importante nel nostro Paese. Bisogna aiutare le società che non fanno soldi con lo sport, ma investono passione magari per far praticare i ragazzi”.
Nonostante il caos dovuto al Coronavirus l’AN Brescia si è subito attivata, con una campagna acquisti eccezionale. Come giudichi l’operato della società?
“La campagna acquisti al momento non è ancora completa. Sono usciti sei giocatori e ne sono entrati per il momento cinque. Avevamo il budget dell’anno scorso, diventato più importante visto il momento. L’operato è molto buono, la squadra che è stata fatta dal presidente in collaborazione mia e del ds Dian è una compagine che piace molto sulla carta. Il tutto però va trasferito in acqua: sulla carta è una squadra che è stata costruita bene, meglio dello scorso anno”.
Visti i vari movimenti di mercato che ci sono stati riesci a stilare una griglia di partenza verso la prossima stagione? Vi sentite più vicini al Recco?
“Il Recco rimane la squadra più forte del mondo. Non lo devo dire io, lo dicono i dati. C’è una certa diversità Savona, Ortigia, Palermo si sono rinforzate. Ci sono delle squadre che invece, purtroppo, sono in difficoltà come la Sport Management dove sono andati via tutti, o Florentia e Canottieri Napoli che stanno soffrendo. Speriamo che l’attivazione della possibilità delle società di scendere in A2 senza dover andare in Serie B sia di stimolo. Sarebbe brutto avere un campionato con due/tre squadre senza giocatori, compagini materasso. Con questa nuova riforma si può evitare, potrebbero essere invitate società dall’A2, al limite diminuirebbero le partecipanti al torneo.
Andando a guardare in campo internazionale: cosa ti aspetti dalle Olimpiadi di Tokyo del prossimo anno? Il Settebello può giocarsela alla pari con gli altri squadroni europei?
“Innanzitutto speriamo che ci siano le Olimpiadi il prossimo anno, che arrivi un vaccino e che tutto possa tornare alla normalità. Da quello che è stato dimostrato la Serbia è sempre forte, ma non più dominante come negli ultimi dieci anni. C’è un livello medio molto più alto: si può arrivare primi o quinti per un dettaglio”.
Dopo tante stagioni ad altissimo livello sulla panchina del Brescia sei entrato nell’élite degli allenatori italiani. Un pensierino alla guida della Nazionale lo fai, visto il tuo rapporto con il Settebello anche da giocatore?
“Il sogno di ogni allenatore è quello di allenare la Nazionale. Detto questo la Nazionale è guidata da Sandro Campagna che è un grandissimo allenatore, per cui il Settebello sta bene così. Qualora Sandro andasse via e ci fosse l’opportunità per me, o per tanti altri allenatori, sicuramente sarebbe un sogno”.
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gianluca.bruno@oasport.it
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Foto LM/LPS/Franco Debernardi