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Rugby
Rugby, Sei Nazioni: a novembre probabile un torneo con le nazioni europee
Come sarà l’autunno ovale? La domanda rimbalza ormai da mesi, da quando l’emergenza Covid-19 ha sconvolto i calendari sportivi e ha messo in forte dubbio i test match di novembre. Cosa succederà se le nazionali dell’Emisfero Sud confermeranno la volontà di non venire in Europa in autunno, disputando in quelle settimane la loro Rugby Championship. Tante le ipotesi in campo, come ha spiegato anche Bill Sweeney, capo del rugby inglese.
“La prima cosa da dire è che ogni variazione nel format del Sei Nazioni dev’essere esclusivamente temporanea, dettata dall’emergenza, ma non sarà un cambiamento definitivo” le sue parole, che poi chiarisce. “Il Sei Nazioni è un torneo speciale, forse il più bello al mondo, con una struttura, una tradizione e un fascino unici. Bisogna però considerare l’attuale situazione e forse una versione alternativa per quest’anno potrebbe essere ancor più attrattiva, ma proprio per il fatto che sarebbe qualcosa di unico, irripetibile”.
Ma quali sono le ipotesi sul tavolo? La prima, già annunciata da tempo, è quella di disputare un Sei Nazioni che si svolgerebbe su 10 giornate, invece delle tradizionali 5, con partite di andata e ritorno. Metà torneo si disputerebbe in autunno, al posto dei test match, mentre l’altra metà troverebbe la sua naturale tempistica tra febbraio e marzo 2021. “Nessuno potrebbe parlare di un vantaggio per aver giocato più o meno partite in casa, sarebbe più equilibrato. Ma, ribadisco, non la vedo come una soluzione a lungo termine” dice Sweeney.
La seconda ipotesi è quella di disputare due Sei Nazioni. Uno, come sempre, a febbraio/marzo 2021, mentre a ottobre/novembre 2020 si disputerebbe un torneo che assegnerebbe il titolo rimasto in sospeso quest’anno. Infine, un’ultima opzione è quella di un torneo che non coinvolga solo le sei nazionali tradizionali, ma anche squadre a inviti. In primis la famosa Georgia che da anni bussa alle porte del torneo. Forse l’ipotesi meno affascinante, ma quella che – forse – potrebbe spegnere certe voci riguardo alla sostituzione dell’Italia nel torneo.
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Foto: Massimiliano Carnabuci- LPS