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Tennis, Coco Gauff si unisce al grido di protesta degli Usa: “Se state in silenzio scegliete il lato degli oppressori. Dobbiamo agire per il nostro futuro”
La brutale uccisione di George Floyd, avvenuta a Minneapolis lo scorso 25 maggio per mano di un agente della polizia, ha scatenato la contestazione delle masse statunitensi, che continuano a mobilitarsi in tutto il Paese per chiedere giustizia per quanto accaduto. In realtà, questo grido di protesta scava ben oltre il singolo episodio ed è rivolto contro il sistema poliziesco e contro ogni forma di razzismo, notoriamente un problema cronico degli States. Tra i numerosi sportivi che si sono uniti al coro di dissenso spicca il discorso di Coco Gauff, che, a dispetto della giovanissima età (classe 2004), ha dato grande dimostrazione di maturità parlando alla folla di Delray Beach.
Ecco le parole dell’astro emergente del tennis statunitense: “Il mio nome è Coco e quella che ha parlato prima di me è mia nonna. È triste che io sia qui a protestare per lo stesso motivo per cui protestava lei più di cinquant’anni fa. Sono qui per dirvi prima di tutto che dobbiamo volerci bene l’un l’altro senza distinzioni. Secondo, ho passato gli ultimi giorni a discutere con i miei amici non neri, a mostrare loro come possono aiutare il movimento. Dobbiamo agire: il mio futuro, quello di mio fratello e il vostro è nelle vostre mani. Terzo, usate la vostra voce, non importa se avete poco o tanto seguito. Come è stato detto, il silenzio delle persone buone è peggio della brutalità delle persone cattive. Non state in silenzio. Se scegliete di stare in silenzio, scegliete di stare con chi vi opprime.
Ho sentito nei giorni scorsi qualcuno dire ‘non è il mio problema’. Allora voglio dirvi questo: se ascoltate la musica afroamericana, vi piace la cultura afroamericana e avete amici neri è anche la vostra lotta. Se siete tra queste persone, ma dite che non vi importa ciò che è capitato a George Floyd, questo non ha nessun senso. Io chiedo un cambiamento ora, è triste che sia dovuta morire un’altra persona nera per far capitare questo. Dobbiamo capire che andiamo avanti così da tanti anni. Non è solo George Floyd. Avevo otto anni quando Trayvon Martin venne ucciso e perché io sono qua a sedici anni che ancora chiedo che cambi qualcosa? Mi spezza il cuore“.
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My speech at the peaceful protest in my hometown of Delray Beach, Florida.
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