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Tennis, Matteo Berrettini: “Non parteciperò allo US Open solo per difendere i punti del 2019, non credo sarò agli Assoluti”

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Matteo Berrettini è pronto per rimetterci in marcia. Il contesto sarà un po’ diverso, ovvero l’Accademia di Patrick Mouratoglou a Nizza, in un mini-circuito dalle regole un po’ “bizzarre”. Ci si riferisce all’Ultimate Tennis Showdown 2020 che a partire da oggi inizierà il proprio percorso, fatto di altre cinque weekend, la cui chiosa vi sarà il 12 luglio, quando si disputeranno quarti di finale, semifinale e finale. Un regolamento che vuol avvicinare il tennis al basket, per certi versi: ci saranno quattro quarti da 10 minuti ciascuno, per un totale di 40 minuti. I giocatori serviranno per due volte alternativamente; il giocatore con più punti alla fine del quarto lo vincerà. Se il tempo finisce nel mezzo di un punto, questo va avanti. Se il quarto finisce in parità, si gioca un deciding point. Se un giocatore vince i primi tre periodi, il quarto viene giocato comunque per questioni di quoziente set. Se, invece, si finisce a due frazioni a testa vinte, allora il quinto (un supplementare de facto) si gioca con la “sudden death”, ma applicata così: il giocatore che ha vinto più punti lungo i quattro quarti sceglie di servire per primo o la metà campo che gradisce. I due protagonisti del momento servono alternativamente, e il primo giocatore che conquista due punti di fila vince il match.

Son curioso, ma non è che l’idea mi piaccia troppo. E il tennis non è uno sport da corsa. Certo, qualche cambiamento va fatto, intanto ci divertiamo e torniamo in forma“, le parole di Berrettini (fonte: ubitennis). Matteo ha raccontato della propria esperienza a Miami con la fidanzata (la tennista australiana Ajla Tomljanovic). Un periodo di lockdown nel quale ha potuto riflettere sui risultati fantastici dell’anno scorso e anche su quello che vorrà continuare a fare. Il pensiero va alla disputa dello US Open, in bilico in questi giorni per la pandemia: “Il torneo sembra determinato a fare tutto il possibile per far sentire i giocatori tranquilli. Da qui a dire che giocherò… non lo so, però la situazione è migliorata e non pensavo sarebbe accaduto. Se la situazione è questa e rimane tranquilla, e tutti i giocatori sono d’accordo per giocare, sono tranquillo anche io. Ci sono un po’ di idee in ballo, ma se si dovesse giocare il torneo credo che sarebbe tutto normale e a quel punto… mi toccherebbe difendere la semifinale. Ovvio, non sarebbe la migliore condizione per difendere una semifinale Slam perché finora ho giocato due partite ufficiali quest’anno, ma le cose stanno così e devo accettarlo: chi più chi meno tutti affrontano situazioni difficili. Sicuramente non prenderò la decisione di giocare o meno in base al risultato da difendere“. Sulla presenza agli Assoluti di Todi, Berrettini è più per il “No“.

In merito alla longevità di carriera, citando Roger Federer (fermato però in questo momento da alcuni problemi al ginocchio), il parere dell’azzurro è chiaro: “A 40 anni il mio corpo sarà distrutto (sorride)! Direi che Federer ha avuto un po’ di fortuna, per una questione proprio genetica: si muove senza consumare energie, è come se stesse danzando, poi però ha anche una gestione pazzesca di quello che fa giorno per giorno, ora dopo ora. Nessuno è capace di farlo come lui; è tutto programmato, gli sponsor, i tempi per i figli… e ne ha quattro! Gli allenamenti, i viaggi, tutto preciso e perfetto“.

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Foto LPS/Roberto Zanettin

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