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US Open 2020, il 70% dei giocatori nella top-100 contrari alla partecipazione

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Il 15 giugno ci sarà il giudizio definitivo. C’è fermento nel mondo del tennis in merito alle decisioni da prendere sulla ripresa dell’attività agonistica nei circuiti ATP e WTA. Le attività, al momento, sono sospese fino al 31 luglio e si sta discutendo anche in maniera accese sul da farsi.

Nei giorni passati vi è stato un incontro a cui hanno preso parte in videoconferenza la maggior parte dei giocatori di singolare (non vi erano Rafael Nadal e Roger Federer, ma era presente Novak Djokovic) e doppio e i contrasti non sono mancati. A questo meeting erano presenti anche Stacey Allaster, ex presidente WTA e ora rappresentante USTA, Steve Simon, CEO WTA e Andrea Gaudenzi, presidente dell’ATP.

Il tema del contendere, soprattutto, è lo US Open (31 agosto-13 settembre). Secondo l’USTA (Federazione tennistica americana), il torneo si terrà senza pubblico sicuramente e prima del via saranno in programma controlli preventivi per evitare di avere casi positivi. Inoltre, vi sono altre proposte: staff ridotti per i giocatori con il torneo che fornirà loro massaggiatori, fisioterapista e ulteriori professionisti di cui potrebbero avere bisogno durante la loro permanenza negli Stati Uniti. Per tutti i giocatori sarà disponibile una sede di alloggio centralizzata per limitare al massimo gli spostamenti. Vi saranno continui controlli della temperatura corporea, l’accesso agli spogliatoi vi sarà solo nel giorno della partita e non durante gli allenamenti e aspetto importante potrebbe essere che i match saranno al meglio dei 3 set. In questo contesto “rivoluzionato” ci sarebbe anche una riduzione del montepremi.

Condizioni che piacciono poco ai giocatori. Secondo diverse fonti, il 70% degli attuali top-100 sarebbe contrario. In questi giorni, non sono mancate le critiche del n.1 del mondo Djokovic, dell’australiano Nick Kyrgios e anche del n.2 del ranking Nadal poco convinti dalle soluzioni proposte. Appare chiaro che la disputa del Major negli States sia complessa e sembra che la maggioranza dei tennisti voglia dare priorità alle attività sulla terra rossa nei tornei di Madrid, Roma e Roland Garros dal 14 settembre in avanti. Il fronte dei giocatori è diviso, comunque, se si tiene conto anche del fatto che ATP e WTA vorrebbero mettere a disposizione dei voli charter da Parigi e da Londra, direzione New York, coprendo tutte le spese di viaggio dei tennisti e dei tecnici. Stesso discorso vale anche per gli alloggi. Provvedimenti, questi, che fanno gola agli atleti più arretrati in classifica, che vedrebbero chiaramente ridotte le loro spese.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Lev radin / shutterstock.com

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