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Valentino Rossi e il primo contratto da 30 milioni di lire con Aprilia. Gli aneddoti nella biografia di Ivano Beggio

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Valentino Rossi ha vinto il suo primo Gran Premio nel 1996 quando si impose in Repubblica Ceca nella 125, l’anno successivo divenne Campione del Mondo della piccola cilindrata. Poi passò alla 250 conquistando il campionato nel 1999 e poi portò a casa ben sette titoli iridati nella classe regina (500 prima, MotoGP poi). Questa è storia conosciuta da tutti, è l’inizio della leggenda del Dottore ma ci sono tanti aneddoti attorno all’esplosione del motociclista più forte dell’era contemporanea e alcuni sono stati svelati nella biografia postuma “La mia Aprilia” di Ivano Beggio, uomo simbolo dell’Aprilia con cui Rossi vinse i suoi trofei nelle piccole cilindrate.

Il libro uscirà nei prossimi giorni in Italia ma Marca ha già fornito alcune anticipazioni del capitolo “Il ciclone Valentino”. “Rossi è stato portato in ufficio da Pernat e venne presentato come un giovane promettente ma, in realtà, lo consideravamo soprattutto come il figlio di Graziano. Chi avrebbe mai immaginato che il ragazzo con il quale abbiamo stipulato un contratto da 30 milioni di lire (Biaggi prendeva forse due miliardi) sarebbe diventato il protagonista assoluto?“. Per i lettori più giovani ricordiamo che 30 milioni di euro sono poco più di 15.000 euro, nel 1996 erano una cifra estremamente interessante per un comune lavoratore ma relativamente bassa per un motociclista (anche se minorenne) come dimostrano i 2 miliardi guadagnati di Max Biaggi.

Beggio prosegue: “Nel 1997 sono arrivate 11 vittorie con Valentino e lo spettacolo delle sue esultanze come la bambola di Claudia Schiffer al Mugello e quando si è vestito da Robin Hood a Donington. La semplicità e lo stile casual di questo nuovo Campione del Mondo ci hanno fatto dimenticare tutte le tensioni con Biaggi. Valentino piaceva a tutti, dai bambini ai nonni, contribuendo a rendere il motociclismo ancora più popolare. Nel 1999 sapevamo che avrebbe vinto con un mano in 250. Quando lo vedo correre oggi i miei pensieri ritornano a quel periodo estremamente felice, conservo sempre un bel ricordo del centauro di Tavullia. Se in Italia il motociclismo è così seguito è in gran parte merito suo. Quando si ritirerà dovremo stare attenti a non avere lo stesso effetto che ha avuto il ritiro di Alberto Tomba per lo sci alpino“.

 

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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