Pallavolo

Volley, come la pandemia ha cambiato la Superlega. Diaspora degli stranieri, riduzione degli ingaggi e un futuro incerto

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Proprio nel momento in cui la Superlega si apprestava a vivere un periodo di splendore prolungato e l’Italia stava tornando dominante nell’Europa dei club e di conseguenza anche a livello mondiale, il coronavirus ha mandato in difficoltà il sistema economico italiano e molte società di pallavolo, senza conoscere le potenzialità di alcuni sponsor e soprattutto senza sapere quando potranno tornare ad avere entrate nella sezione incassi per vendita di biglietti, hanno dovuto guardare con grande attenzione al bilancio, evitando spese pazze che hanno fatto scappare qualche giocatore di qualità.

Al momento i club italiani, a parte qualche caso, sono riusciti a parare il colpo e non sembrano aver pagato più di tanto dazio dal punto di vista economico. Chi ci ha rimesso di più, almeno sulla carta, è Modena che ha perso buona parte dei campioni che le stavano permettendo di vivere una stagione da grande protagonista (Anderson, Zaytsev e Bednorz su tutti) soprattutto per via dell’incertezza legata ai biglietti o abbonamenti che a Modena sono una voce importantissima e pesante nel bilancio.

Tra le big Trento e Perugia sembrano aver assorbito il colpo, così come Civitanova che però ha mostrato qualche difficoltà nei mesi scorsi, mentre scendendo di livello, pur cercando di dare un’occhiata a non spendere troppo, squadre come Piacenza, Milano, Monza o Verona sembrano essere riuscite a trovare le giuste risorse economiche per costruire squadre di tutto rispetto, in grado, nella gara secca, di impensierire anche le corazzate. La crisi, al momento, sembra aver colpito con più veemenza a Sora, dove non ci sarà un domani con la squadra che rinuncerà al campionato e, fra le società che invece parteciperanno alla prossima Superlega, a Ravenna (che ha messo in liquidazione la vecchia società, creandone una nuova) e a Padova (che ha perso tanti protagonisti dei miracoli degli ultimi anni).

A preoccupare maggiormente è la prospettiva a più lungo termine. Con una economia globale destinata ad una pesante recessione nell’anno in corso, basterà il possibile rimbalzo verso l’alto del prossimo anno per fermare l’emorragia di campioni dalla Superlega? Questo è difficile saperlo: da una parte ci sono le sirene dei campionati di nazioni in cui il Covid ha picchiato meno duro in tutti gli ambiti (sanitario e finanziario) che potrebbero portare ad altre partenze eccellenti, dall’altro c’è la capacità organizzativa e tecnica del sistema Italia che può opporsi agli addii dolorosi dei super campioni. Il futuro della Superlega inizia proprio da qui.

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Foto Live Photosport Roberto Bartomeoli

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