Baseball

Aldo Koutsoyanopulos, baseball: “Molto bello avere qualcuno come Mike Piazza in Nazionale. Con i sette inning cambia come giochi”

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Tra gli uomini nuovi del baseball italiano, uno dei più rilevanti e certamente di maggior attenzione è quello di Aldo Koutsoyanopulos. Parliamo di un autentico cittadino del mondo: madre triestina, padre greco, ha dentro un particolare orgoglio californiano, ma è l’Italia a essere nel suo cuore. E lo è anche nella maglia azzurra che è arrivato a indossare, quella con cui sarà, nelle prossime annate, tra i protagonisti del nuovo corso di Mike Piazza. Il terza base di Parma, nell’intervista che è possibile vedere qui sotto e della quale sono riportati alcuni frammenti, ha toccato una quantità pressoché infinita di argomenti, mostrandosi in tutte le sfaccettature possibili e immaginabili.

Su origini e baseball: “Gioco lo stile di baseball americano, ho imparato lì. I miei genitori non sapevano nulla di baseball, ho iniziato e mia sorella Giulia mi ha seguito con il softball. Ho visto che in Italia non è molto diverso, c’è sempre la stessa cultura: tutti giocano duro“.

Sulla pausa da coronavirus: “Sono arrivato a marzo, tre giorni prima della fase 1 della quarantena. Sono rimasto qui, a venti metri dal campo, ma non potevo andare, non potevo fare nulla di sportivo. A casa mi sono praticamente portato la palestra del campo. Facevo palestra, tiravo sul muro. Non potevo fare tanto. Anche quello era tanto in quella situazione“.

Sull’arrivo a Parma: “All’inizio ero pronto a giocare a Redipuglia, vicino Trieste, in A2. Due giorni dopo ho parlato con Gibo Gerali, e nella stessa giornata con Fabrizio De Robbio, che mi hanno spiegato che c’era l’opportunità di giocare l’A1 a Parma. Poi ho parlato con Marco Fochi, ci siamo confrontati e ho scelto senza indugio“.

Su Mike Piazza: “Non devo neanche parlare di lui da giocatore. Ci siamo conosciuti a Parma, qualche volta ha lanciato la prima palla della partita. Ci siamo parlati un po’, non tanto. E’ molto bello avere qualcuno come lui“.

Sui sette inning: “Un po’ strano. Se dobbiamo giocarci, dobbiamo giocarci. Cambia come giochi, è un po’ diverso. Devi cercare di andare a riempire le basi per segnare molto più rapidamente“.

Sul World Baseball Classic: “Certo che vorrei. E’ una delle cose che voglio fare, non si può dire di no. Voglio andarci e mettermi la maglia con la scritta Italia davanti. Sarei molto orgoglioso“.

Sulla MLB: “Ho visto che stavano litigando su soldi e partite. Sono contento che stanno ricominciando, sono felice di vedere partite di MLB, anche se sono 60 partite sarebbe bello perché ognuna, ogni inning, ogni lancio diventa più importante“.

Sugli obiettivi: “Vorrei giocare in MLB, ma ora devo metterne di più vicini, come quello di giocare per l’Italia in qualsiasi torneo, Classic o Europei. Un altro obiettivo vicino è vincere il campionato con Parma“.

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Foto: FIBS / EzR NADOC

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