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Atletica, Tania Vicenzino: “Sogno l’Olimpiade, che sia su pista di tartan o ghiaccio. L’avventura nel bob è cominciata per caso”

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Tania Vicenzino è una delle atlete di punta dell’intero movimento azzurro. In carriera la saltatrice in lungo dell’Esercito è stata capace di conquistare ben 8 titoli nazionali all’aperto consecutivi, oltre ad una lunga serie di riconoscimenti anche a livello internazionale. Negli ultimi anni, però, nel suo cuore è entrato anche un altro sport: il bob. Un amore nato per caso, ma che l’atleta nativa di Palmanova sta portando avanti con grande passione e dedizione. Il sogno è quello di riuscire a prendere parte alle Olimpiadi siano esse invernali o estive. Di questo e di molto altro ha parlato Tania Vicenzino in un’intervista concessa ad OA Sport.

Tania Vicenzino, come hai vissuto il periodo di quarantena e come stai vivendo la ripresa degli allenamenti?

Ho passato l’intera quarantena tra le mura di casa, con le rigide regole della mia regione, il Friuli Venezia Giulia.​ Accendere la TV in quei mesi e vedere l’allarme crescere, il virus dilagare, sentire numeri su numeri ogni giorno, ha avuto un grosso impatto su di me. Fortunatamente sia io che la cerchia dei miei affetti abbiamo passato in maniera indenne questo periodo e sinceramente mi sento fortunata. È stato un periodo un po’ contraddittorio per me, da un lato non vedevo l’ora che tutto finisse e che si tornasse a una sorta di normalità, dall’altro ho potuto godermi lo stare a casa, potermi fermare un attimo e dedicarmi a quelle piccole cose che la mia vita frenetica non mi ha mai concesso di fare. Come tanti altri atleti mi sono ritrovata a dovermi allenare in maniera ‘arrangiata’ dal momento che non avevo a disposizione i consueti mezzi, quindi tanto pilates, tanti esercizi posturali o di forza a carico naturale o con bottiglie e zavorre riadattate a pesi, quando è stato possibile ho lavorato in giardino o nel vialetto di accesso alla mia casa, fino al 4 maggio: giorno che ha decretato la riapertura del campo di atletica. Essendo nell’elenco di atleti di interesse FIDAL e avendo trovato un accordo con il comune di Palmanova e la Libertas Friul, la società con la quale sono cresciuta, io atleta dell’Esercito ho potuto riprendere l’attività sul campo, nel rispetto comunque delle regole e delle disposizioni dei decreti ministeriali. È stato un rientro in punta di piedi, rientrando da un infortunio accorso durante i Campionati Mondiali di bob che mi ha causato qualche piccolo disturbo, ma devo dire che è stato emozionante calpestare di nuovo il tartan con i piedi! Ora come ora, ho ripreso gli allenamenti in toto e sono pronta a ripartire per nuove sfide!“.

Per quanto riguarda l’atletica, sei stata sulla cresta dell’onda per molti anni nel salto in lungo, qual è il tuo ricordo più bello e quello al quale sei maggiormente legata?

Sono tanti i momenti che ricordo con piacere e grande emozione, dalla Vittoria ai Giochi del Mediterraneo a Pescara 2009, al primo titolo assoluto e totalmente a sorpresa nel 2007 a Padova, l’emozione della partecipazione al primo Mondiale lo scorso ottobre a Doha. Ma se c’è una gara e un momento che ricordo ancora coi brividi è stata la qualifica per la finale all’europeo indoor di Glasgow 2019. Arrivavo da una preparazione particolare dove mi sono divisa tra allenamenti di salto e discese col bob, arrivavo da un titolo italiano con primato personale indoor di 6.60m acciuffato con grande “cattiveria” . In molti pensavano che non avessi più nulla da dire, che a 32 anni avessi già espresso tutto, e invece no. Al secondo salto nella gara di qualifica a Glasgow ho siglato il nuovo personale a 6.68m aggiudicandomi di diritto l’accesso in finale. È stata una grande gioia e per me un grande riscatto personale, finalmente avevo potuto raccogliere quanto seminato in tanti anni di duro lavoro, sacrifici, passione per questo sport e di qualche rospo ingoiato. Se si pensa che poi sono addirittura arrivata sesta in finale, indescrivibile la mia felicità!“.

Ben 8 titoli nazionali all’aperto, tra l’altro consecutivi, la 7ma misura della storia azzurra nel salto in lungo, come giudichi la tua carriera?

“Sono sicuramente soddisfatta di quanto è stato fatto, del percorso che ho portato avanti e dei risultati conseguiti. Ho vinto complessivamente 12 titoli italiani assoluti, partecipato a 3 Campionati europei e fatto una finale, un Campionato mondiale, 3 Giochi del mediterraneo, un Campionato mondiale militare e un’Universiade, ma nel mio curriculum manca ancora una spinta, quella più importante e il sogno di ogni atleta“.

Cosa ti ha spinto a lanciarti nell’avventura del bob che credo possa darti nuovi importanti stimoli?

L’avventura nel bob è cominciata in maniera casuale. Conoscevo indirettamente il mondo del ghiaccio, perché il mio ex allenatore Roberto Finardi è stato preparatore atletico della nazionale italiana qualche anno fa e di quella francese all’inizio del millennio e ho avuto modo di condividere qualche allenamento con i bobbisti circa 5 anni fa. Ma la proposta è arrivata a fine estate del 2018, dal DT Sacco e Simone Bertazzo, con l’opportunità di provare la nuova disciplina olimpica del monobob femminile. Per me è stato un fulmine a ciel sereno, ma che mi ha entusiasmato, in un momento un cui mi sembrava di cominciare a vedere le cose un pochino grigie e avevo bisogno di un nuovo stimolo. Così grazie anche alla concessione che mi è stata fatta dal Centro Sportivo dell’Esercito ho potuto provare questa nuova esperienza e mi è piaciuta da subito. Certo, cominciare a 32 anni non è semplice, perché non si è più così spensierati e freschi e il ruolo di pilota necessita grande concentrazione, istinto, autocontrollo e sapere che devi imparare tante cose nuove, tanti concetti, imparare a​ sentire la pista, le pressioni, le curve, in breve tempo, a volte mi dà un gran filo da torcere. Ma io sono così, una testona, e non mi arrendo”.

Quali punti in comune trovi tra il bob e il salto in lungo?

Per quanto siano discipline totalmente diverse,​ i mezzi di allenamento e la preparazione atletica è molto simile e per fortuna così ho potuto portare avanti entrambe le discipline ed essere fisicamente performante in tutti e due i casi. Trovo che si differenziano invece per due aspetti principali: il primo è il luogo in cui svolgi gli allenamenti, che se per un saltatore è la pedana, di solito al caldo e all’asciutto, per il bobbista a volte è dove capita, che sia un pistino, un pezzo di asfalto in mezzo alla neve, o una salita a 2000m, e magari anche a -20°. Insomma il bobbista é un atleta con la A maiuscola, che si deve adattare per forza alla situazione e trarre il meglio che può. Il secondo è il concetto di atleta individuale o squadra: nel salto in lungo ci sei solo tu e la pedana, tutto quello che fai nel bene e nel male ricade su di te ed è tua responsabilità, nel bob invece, in particolare nel bob a 2, entra il concetto appunto di squadra, ci deve essere affiatamento, complicità e sia il pilota che il frenatore hanno responsabilità condivise, per spingere il più forte possibile e arrivare in fondo alla pista su 4 pattini nel minor tempo possibile. Questa è una cosa che da atleta matura mi mette ancora un po’ di ansia, perché ho sempre pensato solo ed esclusivamente a me e ora, da pilota, so che ho qualcuno dietro me e sento parecchio la cosa“.

A questo punto tra i tuoi sogni più che Tokyo 2021 potrebbe esserci Pechino 2022?

Nei miei sogni c’è il Sogno, l’Olimpiade; e che sia su una pista di tartan o in un budello di ghiaccio io farò tutto quello che mi è possibile per viverlo“.

Tra sei anni il grandioso evento a cinque cerchi in casa. Hai fatto qualche pensierino alle Olimpiadi di Milano-Cortina?

L’Olimpiade Milano-Cortina è un grossa opportunità e un grande vanto per il nostro Paese. Mancano sei anni, e per me vorrà dire che ci sarà un 4 come prima cifra della mia età. Sinceramente la vedo un po’ difficile per me come atleta, ma mai dire mai. Solo il tempo me lo dirà!“.

Un messaggio che ti senti di mandare a tutti gli italiani che vengono fuori da un momento di grande difficoltà.

Ci siamo ritrovati in un momento storico brutale e difficilissimo. Non solo è stata minata la salute della popolazione, ma anche le certezze, la sicurezza e la quotidianità di ogni singolo individuo. Penso che ognuno di noi, a suo modo, abbia perso qualcosa in questo momento buio e disarmante. Mi sento di ringraziare tutti quelli che hanno dato un contributo in questa particolare situazione; prima di tutto la grande Istituzione, l’Esercito Italiano, di cui orgogliosamente faccio parte; inoltre il personale medico, gli infermieri, gli OSS tutti i giorni in prima linea, la Protezione Civile e le Forze dell’Ordine, dispiegate sul territorio; ogni singolo cittadino, che anche solo attenendosi alle regole del rimanere a casa ha aiutato la comunità ad andare oltre questo periodo. Sembrerebbe esserci una tregua, ma dicono che riprenderà, spero che, nel caso succeda, ci troverà più consapevoli e preparati ma fondamentale sarà non mollare! Dai Italia, andrà tutto bene!“.

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salvatore.serio@oasport.it

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Foto: Colombo/Fidal

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