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Basket, Virtus Roma: cosa si sa, cosa si saprà. Tra passato, presente e futuro della società capitolina
Le sorti della Virtus Roma hanno avuto una svolta precisa lo scorso 17 maggio, nel pomeriggio. Si è trattato del momento in cui il patron Claudio Toti ha dichiarato il proprio disimpegno dalla pallacanestro, dopo esser entrato in società nel 2000, averne assunto la presidenza nel 2001 e averla ceduta al figlio Alessandro nel 2019.
Da allora, voci di ogni genere si sono rincorse sul club capitolino, soprattutto in termini di cordate disposte a rilevare la proprietà di una Coppa dei Campioni (oggi Eurolega), due Coppe Korac, una Coppa Intercontinentale, uno scudetto e una Supercoppa Italiana. Quello che è certo è che la Virtus, a differenza del 2015, non ha voluto l’autoretrocessione, ma naviga su due strade: o passa di mano, o semplicemente non gioca la Serie A e del suo destino diventa difficile darne una proiezione.
Da più parti rimbalza il fatto che sarebbe quella odierna una data molto importante, che potrebbe vedere novità di rilievo in merito alla storia futura del club che, lo scorso anno, era tornato in Serie A dopo quattro anni di A2 in cui aveva rischiato per due volte (una, nel 2016, più dell’altra, nel 2018) la discesa in B, che avrebbe potuto provocare esiti devastanti per numerose ragioni. Gli indizi portano verso qualcosa che si divide (e unisce) tra Roma e l’Abruzzo. Attorno alla trattativa per passare la Virtus da una mano all’altra c’è, in generale, il silenzio, perché pochissimo filtra dai Toti. Mai il costruttore, o la sua famiglia, hanno voluto il clamore mediatico, preferendo una certa dose di riservatezza.
Numerose sono state le estati difficili della storia della Virtus in epoca Toti. Nel 2012 il rischio di non iscrizione è stato altissimo, con l’incartamento arrivato nel pomeriggio stesso dell’ultima data utile per prendere parte alla Serie A. Quella squadra, con Gigi Datome ad autoridursi lo stipendio, sarebbe passata alla storia come una delle più amate di sempre a Roma, con il raggiungimento della finale scudetto e un’unione con il pubblico che da tempo non si vedeva. Le difficoltà ci sarebbero ancora state nel 2015, con la storia nota dell’autoretrocessione a seguito dell’impossibilità di continuare a sostenere i costi della A, ma anche nel 2016. A luglio il Consiglio Federale rigettò l’iscrizione all’A2 della Virtus, poiché c’era stato un difetto di comunicazione sulla prima rata FIP; su tale difetto si mosse l’impianto difensivo della società, che in agosto, al CONI, ottenne la riammissione nel campionato cadetto e si trovò poi a disputare una stagione oltre le aspettative di allora.
Dopo una stagione che ha visto di nuovo riempirsi il PalaEur come non accadeva dagli anni migliori (7591 all’arrivo di Milano, quasi 8000 con la Virtus Bologna, ma in generale anche diversi buoni dati di pubblico), alla Virtus attuale sono rimasti in mano due contratti: quelli di Tommaso Baldasso, che in teoria ha altri due anni disponibili a Roma dopo averne trascorsi già quattro, e Roberto Rullo, ma anche Piero Bucchi rimane in attesa dell’evoluzione della situazione. Una storia, quella di Bucchi, legata a doppio filo alla squadra capitolina: allenata per due stagioni e mezza dal 2002 a inizio 2005, l’ha quasi portata in finale scudetto nel 2003 e, tornato nel 2018, l’ha prima condotta alla salvezza e poi, riconquistato l’impianto dell’Eur, anche alla promozione ottenuta in quel di Legnano.
Cos’accadrà nella trattativa tra Toti e i possibili compratori non è ancora dato saperlo. Certo è che al basket e alla città di Roma farebbe bene una soluzione positiva, che dia un futuro alla società che più di tutte, nel novero dei principali sport a Roma, ha saputo portare in alto il nome della capitale d’Italia oltreconfine. Tutto rimane nei dintorni dell’accettazione delle richieste economiche (la cifra di cui si è parlato nelle scorse settimane è quella del milione di euro, mai confermata o smentita, con annessa polemica con il Corriere dello Sport sui termini dei debiti erariali ulteriori, per i quali però c’è una tipologia differente di discorso).
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federico.rossini@oasport.it
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Credit: Ciamillo