Calcio a 5
Calcio a 5, la favola targata Real San Giuseppe: dalla Serie D alla A. Il presidente Massa: “Ho la passione di un tifoso”
Antonio Massa (31 anni) rappresenta il nuovo che avanza nel calcio a 5 italiano. Il presidente del Real San Giuseppe, squadra appena promossa in Serie A, ha compiuto in questi anni un vero miracolo sportivo, portando i colori della propria città dalla Serie D alla massima divisione nazionale in appena sei anni. Ora arriva il bello: l’esordio tra i grandi l’anno prossimo con un roster che si presenta sin da subito estremamente competitivo. Di seguito le parole che ci ha concesso nel corso di un’intervista ricca di spunti di riflessioni e che ha toccato vari temi, quali la gestione dell’emergenza sanitaria, le ambizioni nel prossimo campionato e le operazioni di mercato effettuate sinora.
In sei anni il Real San Giuseppe è passato dalla Serie D alla Serie A: una favola diventata realtà in tempi brevi. Cosa si prova a guardarsi dietro e pensare al percorso fatto?
“Bella domanda. Onestamente ancora non riesco a rendermene conto. Per me è stata una cavalcata vincente, emozionante. Io sono, oltre che presidente della squadra, anche il primo tifoso. Di conseguenza mi è venuto tutto più normale, perché un tifoso vuole che la propria squadra vinca ed il mio ‘doppio ruolo’ mi ha senza dubbio aiutato. Siamo stati bravi, siamo stati fortunati e non ci fermeremo qui”.
La società come ha vissuto la quarantena? Come sono state accolte le disposizioni della Divisione? La situazione è stata gestita bene o si poteva fare meglio?
“Si può fare sempre meglio. A differenza di altre squadre, noi abbiamo deciso di tenere qui tutti gli stranieri in rosa nella speranza di riprendere il campionato. Questa cosa è stata gestita male: dovevano darci delle direttive più precise e un po’ prima. Noi eravamo completamente d’accordo per lo stop dei campionati, però si poteva fare meglio per quanto riguarda i tempi di comunicazione. Spero solo che nel futuro prossimo si possa ricominciare a porte aperte, perché i tifosi sono essenziali per una squadra di futsal”.
Nel corso della scorsa stagione il Real San Giuseppe ha dominato in lungo e in largo, ottenendo 20 vittorie, 1 pareggio e 0 sconfitte. Alla vigilia del campionato si sapeva della forza della squadra, ma era lecito attendersi un dominio così netto rispetto alla concorrenza?
“Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Noi avevamo pensato di costruire un roster già pronto per un’eventuale Serie A, però da qui a fare 20 vittorie su 21 partite disputate ci passa davvero un mondo. Di certo non era nelle previsioni una stagione di questo livello: ciò va a rafforzare il lavoro che ha fatto la società, il mister Centonze, i direttori Cetta, Salviati, Masi, Costantino e tutti i nostri ragazzi. Un lavoro encomiabile dal primo all’ultimo elemento della rosa e della dirigenza”.
Ora arriva la nuova sfida: ci faccia un pronostico. Dove si piazzerà il Real San Giuseppe l’anno prossimo e qual è il sogno più plausibile del tifoso che è in lei?
“Io voglio che la mia squadra vinca sempre, però il tifoso deve essere anche realista: noi ci affacciamo alla Serie A per la prima volta, vogliamo essere lì insieme alle big, vogliamo dare fastidio e giocarcela con tutti. Cercheremo di arrivare il più lontano possibile, non mi voglio esporre perché ci manca un po’ di esperienza e non possiamo essere presuntuosi. Realisticamente l’obiettivo è essere protagonisti, agguantare i playoff e vedere fin dove possiamo spingerci. Alla fine sarà il parquet a parlare”.
Capitolo mercato: il corpo principale della squadra è stato confermato (su tutti Chimanguinho e Duarte) e sono stati inseriti giocatori di qualità mondiale, come Elisandro che arriva dalla Spagna e i giocatori della Nazionale italiana De Luca e Molitierno. Era così che se l’aspettava il mercato? Si ritiene soddisfatto nel complesso?
“Sì, sono soddisfatto. L’ossatura della squadra è forte e lo zoccolo duro già c’era. Abbiamo aggiunto giocatori di spessore: Josiko, Molitierno, De Luca, Elisandro sono colpi che si vanno ad aggiungere ad un roster già di tutto rispetto. Penso che faremo ancora un acquisto per essere completi in tutti i reparti e giocarcela con tutti”.
Qual è il rapporto con i giocatori e con mister Centonze?
“Bisognerebbe chiederlo a loro (ride, ndr). Io sono un presidente atipico: per via della mia giovane età, mi sento parte integrante dei ragazzi. Con loro gioco, scherzo, vado spesso a cena e li sento quotidianamente. Ormai il mister Centonze fa parte della mia vita privata, con lui c’è un rapporto di fiducia sia come uomo che come allenatore. Ciò non toglie che, quando devo fargli una tiratina di orecchie, non mi faccio problemi”.
Un presidente di 31 anni che arriva in Serie A quasi dal nulla rappresenta di certo una ventata di freschezza nel panorama del calcio a 5. Ciò si riflette nella gestione dei giovani calciatori? La sua gioventù porta dei benefici pure ai ragazzi della juniores?
“Certamente. Proprio per questo abbiamo riconfermato, insieme a mister Centonze e al ds Stefano Salviati, tanti giovani. L’anno scorso abbiamo fatto esordire vari juniores in prima squadra e quest’anno, anche se non ci sono regole che ci impongono juniores, portiamo due-tre ragazzi in pianta stabile in prima squadra. Questo dimostra come il progetto della Real San Giuseppe sia lungimirante. Proprio io a volte devo far chiudere un occhio a Stefano che con loro è molto più severo di me. Penso che bisogna capire i ragazzi quando commettono qualche errore. Ci vogliono sia il bastone che la carota”.
Ultima domanda, questa più emozionale: che effetto le fa sapere che i tifosi di vecchia data, che seguivano la squadra dagli albori in Serie D, riempiranno i palazzetti delle più importanti compagini d’Italia?
“È vero, hai detto una cosa giusta. Mi vengono i brividi! Oggi è facile salire sul carro. Io devo ringraziare chi è stato con me, chi mi segue dalla Serie D. Di solito, quando non ci sono le adeguate strutture per lavorare, si perde la passione prima o poi. Noi in questi anni non abbiamo mai giocato a casa nostra (San Giuseppe Vesuviano): abbiamo giocato a Cercola, Terzigno, Ponticelli e ora al PalaCoscioni di Nocera Inferiore. Se non fosse per i tifosi che mi spingono e che mi incitano a non mollare e a fare sempre meglio, verrebbe a mancare la passione e tutto svanirebbe. Allora io continuo per loro e costruirò una squadra competitiva per portarli in palcoscenici importanti come Pesaro, Pescara, Avellino, Eboli. Per me sarà un’emozione doppia vedere i colori gialloblu in questi campi e sono sicuro che i tifosi e il mio popolo non mi faranno mai mancare il sostegno e il calore”.
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Foto: Pagina FB Real San Giuseppe