Ciclismo
Ciclismo, Fernando Gaviria: “Grande paura quando mi sono ammalato. Ora penso solo al Giro, amo l’Italia”
In attesa di tornare finalmente in strada, martedì, alla Vuelta a Burgos, il colombiano Fernando Gaviria, che dividerà i gradi di capitano della sua UAE Emirates con il sardo Fabio Aru, si è lasciato andare in un’intrigante videoconferenza su Zoom con Tuttobiciweb, affrontando molti temi interessanti relativi al periodo di quarantena ed alla nuova particolare stagione che verrà.
“È stato un periodo davvero complicato anche e soprattutto per la mancanza di motivazioni. Quando mi sono ammalato negli Emirati Arabi non sapevamo cosa potesse succedere, sono stato ricoverato in ospedale per la febbre e per un paio di giorni le cose non sono andate bene. Alla fine, per fortuna, il virus non mi ha colpito in maniera forte anche se sono stato costretto per un mese a restare in ospedale”. Queste le parole del colombiano relative alla pandemia, che lo ha colpito in prima persona.
Interrogato poi su quale sarà il suo calendario, lo sprinter si lascia sfuggire anche qualche parola al miele per il Bel Paese: “Parto con Burgos ma il mio obiettivo più importante è il Giro. Dell’Italia mi piace la gente e il tipo di corsa, il cibo. Tutto. E’ stata una scelta del team, ma è una decisione che condivido”.
Sulla nuova stagione compressa non pochi invece i dubbi del colombiano: “I corridori dovranno adeguarsi, correremo la Sanremo con il caldo e il Giro con il freddo. Qualche cosa cambia di sicuro, un giorno di inverno alla Corsa Rosa scompiglia le carte. Credo che cambierà un po’ il programma dei corridori“.
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Proprio sulla Sanremo si concentra l’ultima domanda, che lo stuzzica sulla corsa che da sempre lo affascina di più: “La Sanremo è sempre stata una corsa speciale. In questo caso sarà più difficile, per via del caldo e delle tante ore in bici. Siamo tutti preparati, comunque, e alla fine credo che sarà la corsa di sempre, con gli stessi protagonisti. Quando un corridore vince una classica vede cambiare la sua vita ed entra nella storia. Non tutti vincono questo tipo di corse”.
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michele.giovagnoli@oasport.it
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Foto: LaPresse