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Davide Formolo: “Al Tour de France sarò il terzo battitore libero. Tokyo 2021? Magari sarà il mio giorno…”

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Con la UAE Team Emirates Davide Formolo ha trovato la serenità che tanto cercava, la squadra giusta per maturare sempre di più, per cercare la giusta confidenza in corsa e l’equilibrio perfetto per la ricerca del risultato completo. Questo 2020 non gli ha consentito di sfoggiare al massimo la maglia di campione italiano conquistata lo scorso anno a Compiano, ma è stata comunque la soddisfazione più grande per il ventisettenne di Negrar, che da quel 30 giugno 2019 ha ricominciato a sognare in grande. In precedenza aveva sfiorato la vittoria alla Liegi-Bastogne-Liegi, per poi voler alzare l’asticella della ambizioni alla Vuelta a España.

Una caduta ha interrotto il suo percorso iberico, ma adesso è pronto a rimettersi in gioco nelle grandi corse a tappe, con la sua primissima partecipazione al Tour de France dove sarà uno dei fari della sua squadra. Dall’approdo alla UAE Team Emirates, all’avvicinamento alla Grande Boucle e alla sua nuova visione di vita, Formolo ha rilasciato un’intervista molto intensa e spensierata ad OA Sport, in previsione della tanto attesa ripresa stagionale, che è pronto a vivere con grande spensieratezza e con la giusta grinta in corsa.

Come ti stai preparando per il rientro alle corse?

“Sono stato in ritiro ad Isola 2000 fino al 18 luglio. Adesso sono a Sestriere assieme a tutta la squadra e staremo qui fino alla Strade Bianche, o comunque il più possibile. Dovremo capire i vari protocolli anti Covid-19, per vedere se dovremo essere a Siena qualche giorno prima oppure no. Dopo la Strade Bianche torneremo a Sestriere in previsione della Sanremo. Poi faremo tre o quattro giorni di recupero prima del Giro del Delfinato, che anticiperà il Tour de France”.

Quali saranno i tuoi obiettivi stagionali?

“Diciamo che sono molto felice di poter partecipare al Tour de France. Siamo una squadra fortissima con il giovane Tadej Pogacar, che ha stupito alla Vuelta a España dello scorso anno arrivando terzo in classifica e vincendo tre tappe, poi con Fabio Aru, che non ha bisogno di presentazioni. Io sarò un po’ il terzo battitore libero. Questa posizione potrebbe essere scomoda ma anche comoda. Vedremo se le gambe mi assisteranno”. 

Che rapporto hai instaurato con la tua attuale squadra, la UAE Team Emirates? 

“Devo dire che è molto bello. Ho ritrovato la vera passione per il ciclismo. Non sto dicendo nulla contro le altre squadre, ma era tutto diverso rispetto al mio modo di vivere questo sport. Ho riscoperto un certo feeling, ho capito fin da subito che le idee combaciavano. Abbiamo affrontato dei mesi veramente difficili, arrivati dopo aver concluso la gara ‘di casa’, l’UAE Tour, chiusi in hotel in isolamento per due settimane con tutto lo staff. Ma anche questo ha rafforzato un po’ il gruppo; perchè comunque eravamo tutti nella medesima situazione. Un’esperienza così forte alla fine segna più che non aver vinto qualche gara o altre corse. Sono momenti veramente pesanti che ti segnano nel profondo”.

Hai paura di come verrà gestita la situazione alla ripresa delle corse?

“Il problema è proprio questo. Pensiamo anche alla stessa Italia, con i piccoli focolai che sono nati in queste settimane e dove si stanno chiudendo delle zone ben delineate. Vedremo un po’. Speriamo di non assistere ad altri focolai nei Paesi in cui dovremo andare a correre, o nei ritiri che andremo a fare; anche se in questo caso mi sembra molto difficile, perchè comunque siamo sempre in altura, in cima alle montagne, isolati. In ogni caso noi stiamo molto attenti. Facciamo un lavoro molto particolare e prenderci questo virus, in un momento del genere, sarebbe deleterio. Posso dire poi che, quando mi ferma un tifoso per fare una foto, in determinate situazioni, io non ho mai esitato. Ma adesso, a costo di risultare scortese, cerco di evitare”. 

Cosa ti ha lasciato la vittoria al Campionato Italiano dello scorso anno?

“Sarebbe stato bello poter indossare un po’ di più questa maglia tricolore. Hanno programmato il Campionato Italiano la settimana prima del Tour de France, perciò, con ogni probabilità, andrò alla Grande Boucle con la divisa della squadra. È stata un’esperienza bellissima, anche se l’ho sfruttata veramente poco in gara; e questo mi dispiace molto. In ogni caso, mi ha trasmesso più confidenza, convinzione nei miei mezzi, voglia di fare… . Che poi, paradossalmente, questa maglia tricolore è arrivata dopo un periodo dove mi stavo allenando senza alcun tipo di tabella; o per dirla alla Marco Pantani ‘a sensazioni’. È stata una cosa improvvisa. Sto vivendo il ciclismo con molta più tranquillità e alla fine anche i risultati parlano chiaro, visto che nelle poche corse che ho fatto sono sempre riuscito ad essere protagonista. Mi dispiace molto esser caduto alla scorsa Vuelta a España, considerando il fatto che al Giro di Polonia andavo veramente bene e che avevo fatto una settimana sullo Stelvio per affinare la condizione. Mentre quest’anno sono riuscito ad affrontare un buon UAE Tour. Sto iniziando a vivere questo ‘mondo’ senza troppi castelli di sabbia”.

A parer tuo, è arrivato ormai il momento di puntare tutto sulle corse di un giorno a scapito dei grandi giri? Cosa ti è mancato per ottenere un piazzamento d’alta classifica?

“Diciamo che, tra una cosa e l’altra, non sono mai riuscito a dimostrare veramente quello che valgo nei grandi giri di oggi. Negli ultimi due anni ho sempre avuto sempre qualcosa che non è andato benissimo. Sarebbe stato il momento giusto per avere una condizione molto forte, quello della maturazione fisica che sentivo arrivare. Quest’anno è ancora troppo presto, ma voglio vivere il Tour de France senza troppe pressioni, stress, mettermi a disposizione della squadra quando ce ne sarà bisogno e vedere di fare un punto della situazione al termine della stagione corrente”. 

Il secondo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi 2019: è stata più la soddisfazione o il rammarico di non aver vinto?

“Io sono sempre felice. Quando si è competitivi in gare così importanti, è sempre bellissimo. Certo è che era da tre anni che sfioravo la vittoria, o che comunque dimostravo di essere tra i più forti in quella giornata. Sinceramente ho più rammarico per gli anni precedenti, dove non ho raggiunto il podio ma mi sentivo sempre forte e dove avrei potuto vincere. Mentre l’anno scorso ha vinto semplicemente il più forte”.

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Tokyo 2021: cosa ne pensi del percorso? Potresti essere la mina vagante della Nazionale Italiana?

“Il percorso è bello duro. Ho davanti a me un anno in più di maturazione fisica e questo non guasta, anzi, è un anno in più di esperienze in questo mondo; come ad esempio il mio primo Tour de France. Sono convinto che mi servirà per l’avventura giapponese. Spero di poter essere la mina vagante dell’Italia. Certo, ad oggi ho sempre avuto un po’ di alti e bassi, non sono un top rider, perchè comunque non sono costante. Perciò chi lo sa, potrebbe essere il mio giorno giusto, se tutto andrà bene”.

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lisa.guadagnini@oasport.it

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Foto: ©PhotoFizza – Ufficio Stampa UAE Team Emirates

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