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Formula 1

F1, il curioso caso del motore Mercedes, pronto a monopolizzare il Mondiale nei prossimi anni?

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Il Mondiale di Formula Uno 2020 sta assistendo alla prima parte del dominio della Mercedes che, sostanzialmente, monopolizzerà il campionato da qui ad Abu Dhabi. Lo strapotere della vettura di Brackley viene esaltato da una Power Unit che, nel breve volgere di pochi mesi, è tornata formidabile, distanziando e non di poco i motorizzati Ferrari, Honda o Renault. Un salto in avanti che ha dell’incredibile. Non che un anno fa il motore assemblato a Stoccarda faticasse, certamente no, ma quello Ferrari e, nel finale di stagione anche quello Honda, erano davvero sullo stesso piano, o quasi.

Ora no. Ora c’è un solco talmente grande da realizzare un doppiaggio di entrambe le Ferrari all’Hungaroring (uno dei circuiti meno “da motore” di tutto il campionato) e da distanziare la Red Bull di quasi un secondo in qualifica su uno dei terreni di caccia ideali, almeno sulla carta, della RB16. Da un lato queste ultime scuderie, chi più chi meno, sono rimaste sullo stello livello del 2019 (forse non la Rossa, che ha dovuto rivedere la propria Power Unit dopo i controlli della FIA), ma dall’altro vediamo i motorizzati Mercedes che sembrano tornati ai livelli di dominio dei primi anni dell’era ibrida.

E, se all’epoca solamente Mercedes, Williams e Force India avevano in dotazione il propulsore di Stoccarda, nei prossimi mesi il Mondiale di Formula Uno potrebbe davvero diventare una sorta di mono-marca con l’aggiunta della McLaren a questo elenco. 8 vetture su 20 avranno la temibile Power Unit che sta spingendo Lewis Hamilton e Valtteri Bottas a riscrivere tutti i record, per un campionato che potrebbe davvero indirizzarsi verso un predominio ben definito.

Lo stiamo vedendo già ora. In Ungheria, poi, è stato clamoroso. Al termine delle qualifiche di sabato nelle prime quattro posizioni erano presenti altrettanti motorizzati Mercedes, con la Racing Point, o meglio la discussissima Racing Point, a guardare le spalle alle Frecce nere. Ma si è notato qualcosa di più. La crescita esponenziale delle Williams. Una macchina che, fino a qualche mese fa girava mediamente 2-3 secondi al giro più lenta dei migliori e che invece all’Hungaroring (ribadiamo una pista dove il motore conta solamente in piccola parte) ha quasi portato George Russell alla Q3, confermando l’ottimo sabato del Gran Premio della Stiria con lo stesso inglese superato solamente di pochi millesimi dalle due monoposto di Maranello.

La crescita di questo motore è stata sensazionale, c’è poco da girarci attorno. Non si era potuta percepire nemmeno nei test pre-stagionali del Montmelò. In quei sei giorni si vedevano ancora Red Bull e Ferrari pronte a battagliare con le Mercedes. Dopo tre gare della stagione, invece, il gap è talmente ampio che ha fatto sorgere qualche dubbio anche al team principal di Maranello, Mattia Binotto, che al termine del fine settimana magiaro ha ribadito come questo miglioramento clamoroso ha, appunto, qualcosa di non facile da comprendere.

Provando a fare un esempio. In Ungheria nel 2019 la Ferrari dettava legge nel primo settore (quello che comprende i tre rettilinei del tracciato di Budapest) rifilando 2-3 decimi alle Mercedes e molti di più agli altri rivali. Nell’edizione 2020 tutto si è ribaltato, con le Rosse che accusavano dai 4 ai 6 decimi nello stesso punto. Una rivoluzione quantificabile in 7-8 decimi di differenza. Tutto in pochi mesi. Troppo. Come si può spiegare? L’accordo FIA-Ferrari ha fatto capire che qualcosa non era totalmente legale nel propulsore di Maranello, ma non spiega in toto quello che stiamo vedendo ora.

Come può la Mercedes avere compiuto un passo in avanti così ampio? Meglio non iniziare con i sospetti anche in questo caso ma, oggettivamente, lascia davvero sbigottiti quello che sta accadendo, con la prospettiva che dal prossimo anno la Mercedes potrebbe davvero portare 8 vetture nella top 10. Saranno giorni complicati per Ferrari, Red Bull (col motore Honda) e Renault. Toto Wolff quest’anno non vuole fare prigionieri, a nessun livello. Lo smacco subito nella sua corsa verso la leadership della F1 lo ha irritato. E lui ha scatenato tutta la potenza Mercedes. Ora, come si vede chiaramente, sono guai per gli avversari, e il timore è che non lo sia solamente per questo 2020…

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Foto: Lapresse

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